Improvvisamente il cuore iniziò a tremarmi.
Di quei tremori inspiegabili e involontari, che ti abbandonano solo quando sono loro stessi a deciderlo.
Mi colpirono una sera, sotto gli occhi di Louis. Quel Louis che io conoscevo da una vita.
Mi stava sorridendo, io lo guardavo.
Lo vidi diverso dal solito, lo vidi speciale, lo vidi...magico.
Eravamo seduti su di una sommità.
La vista che ci ritrovavamo davanti in quell'istante era qualcosa di assolutamente indescrivibile. Era come essere sul tetto del mondo, nel suo centro esatto. La città sotto di noi era un miscuglio di colori e di luci che si accendevano e si spegnevano con un ritmo tanto preciso quanto piacevole. I diversi rumori che provenivano da essa erano flebili ma non troppo da non essere captati dalle nostre orecchie. Udivamo le note accese della discoteca e quelle stonate del coro del teatro.
Aspiravamo silenziosamente le nostre sigarette e ci facevamo avvolgere dalle loro nubi soffocanti. Un brivido di gelo destava di tanto in tanto i nostri corpi che cercavano di ripararsi dal freddo stringendosi su se stessi.
Louis si alzò in piedi e gettò la cicca, per poi schiacciarla furiosamente con il piede sinistro. I suoi occhi si fecero lucidi e uno sbadiglio prese posto sul sul suo viso.
"Gabrielle, perché tutto questo silenzio?"
Mi chiese, curioso.
"Louis sono passati due mesi"
"Da cosa?"
"I soldi..quando decidi a ridarmeli?"
Spalancò gli occhi e si portò una mano sulle labbra. Si girò, dandomi le spalle. Quell' atteggiamento di indifferenza mi rese immediatamente su tutte le furie. Mi misi in piedi a mia volta, gettai la mia sigaretta e poggiandogli una mano sulla spalla destra lo costrinsi a rivolgermi l'attenzione.
"Cazzo, Louis, per una volta sii responsabile!"
E mentre la rabbia cercava attraverso le mie urla una via di liberazione, qualcosa dentro di me la tratteneva, impediva il suo normale essere.
Il respiro mi si fermò in gola e le mani presero a muoversi stranamente.
Le nascosi dietro di me, cercando di non abbandonare il nostro contatto visivo.
Il freddo era sparito, i nostri pensieri si erano fatti vivi. Quasi percettibili al nostro tocco e alla nostra vista.
Un nuovo silenzio prese posto fra di noi.
"Gabrielle, sei seria?"
Stavolta fui io a spalancare gli occhi e poi successivamente la bocca.
"Certo, Louis!"
Azzardò una risata e si allontanò di qualche passo da me.
"Ma sai che te li ridarò"
"Sicuramente! Come hai fatto con la felpa, la cover blu e le infinite sigarette?"
Il mio tono di voce si fece sempre più alto e capii, dalla sua espressione, che qualcosa in lui si stava spaventando.
"Ti ridarò anche tutte queste cose, dav..."
Non finì di dire questa frase che ne cominciò una del tutto nuova.
"Io ti voglio bene"
Quella frase.
La sua carta vincente, il suo cavallo di battaglia.
Frammentò i miei polmoni e immobilizzò le mie vene.
Già, mi succedeva quasi sempre, eppure mai come allora.
Era una sensazione diversa, insolita, quasi spiacevole quanto intensa.
Louis si avvicinò e mi abbracciò. Rimasi inerme per un po' per poi ricambiare l'abbraccio poggiando la mia testa sulla sua spalle destra.
"Scusa"
Sussurrò nel mio orecchio per poi allontanarsi con un leggero bacio sulla fronte.
Come se quelle parole e quel bacio fossero imbevute di magia mi calmai.
E un sorriso tanto stupido quanto inutile mi aleggiò sulle labbra.
Lui ricambiò e si spostò verso la fine di quella sommità.
Il vuoto sotto di lui.
Alzò il volto verso il basso e poi verso l'alto.
"E' bellissimo qui, vero Gabrielle?"
Proseguii verso di lui e mi misi alla sua sinistra.
"Già"
Risposi, flebilmente.
"E' un posto fantastico per portarci una ragazza"
Si disse, fra sé e sé.
Spostai il mio sguardo sul suo che sembrava tranquillo e spensierato.
Non capivo a cosa si riferisse e il perché di quel pensiero.
Ma soprattutto non capivo a quale ragazza alludesse.
Io?
Percependo il mio sguardo su di sé, Louis si girò e mi guardò negli occhi.
"Vanessa, no?"
E quel nome fece si che la mia felicità si trasformasse in disgusto, che il mio stomaco si ritorcesse su se stesso. Che il mio cuore accelerasse furioso. Continuai a guardarlo e accennai un "si"
"Potrebbe piacerle questo posto, a te piace?"
"Tanto"
Sul suo viso apparve un ennesimo sorriso di fantasia.
Pensava così a Vanessa.
Fantasticamente.
Le piaceva così tanto quella ragazza da essere disposto a fare tutto per lei, a inventarsi qualsiasi cosa per convincerla ad uscire con lui.
Ma io che con tutti quegli accenni fingevo approvazione, portavo dentro di me orrore e rabbia.
Perché quella ragazza era falsa, corrotta. E avrebbe corrotto anche lui con la sua sola presenza. Ma nessuna parola, nessuna preoccupazione riusciva mai ad allontanare Louis da Vanessa. E così proseguii nel mio silenzio di parole, anche se i miei occhi erano pronti ad urlare.
"Domani glielo chiedo"
E si girò verso di me.
C'aveva la faccia di chi ha voglia di amare.
- SPAZIO AUTRICE
Eccomi con un'ennesima fanfiction! Mi fermerò mai? Per il momento ne dubito. Questa storia è forse diversa dalle solite che ho scritto in quanto ci tengo a parlare, a descrivere un amore..beh diciamo ciò che per me è l'amore. Qui due amici da una vita, Gabrielle (Saoirse Ronan) e Louis (Louis Tomlinson) improvvisamente sentono di essere destinati a qualcosa di più. Ma questo loro percorso, verso l'Amore, sarà particolare e (per utilizzare la parola di Gabrielle) magico.
Al prossimo.
Un bacio.
-Manu ♥
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Ropes (Louis Tomlinson)
Fanfiction"Io credo negli inizi che non trovano una fine. Credo negli sguardi destinati ad incrociarsi e mai più a lasciarsi. Credo nella pelle che si confonde e sente di non averne mai più abbastanza. Credo nelle affinità di cuore e di mente, nelle affinità...