Shadows Fall

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Louis era ossessionato dalle vans ed io proprio non riuscivo a capirlo. Erano delle scarpe semplicissime e così fragili, in un anno ne cambiava fino a tre paia. Metteva ogni mese dei soldi da parte solo per comprarne delle nuove, possibilmente diverse dalle proprie. Ne aveva di diversi colori ma quelle che abbondavano erano quelle nere: del tutto nere o con piccole decorazioni in bianco. Ogni qualvolta si presentava a me con un paio nuovo io torcevo il naso e presentavo la mia consueta ramanzina: "Basta Louis! Cambia un po'! Ne avrai cinquecento! Stai sprecando solo soldi" e negli ultimi tempi avevo aggiunto la parte del debito che aveva nei miei confronti. Quando io lo tormentavo così lui osservava i suoi piedi calzati da quelle scarpe e sembrava essere in un altro mondo, non si preoccupava di darmi retta. Ero arrivata sul punto di arrendermi.

"Gabrielle?"

La voce fastidiosa di Vanessa mi distolse dai miei pensieri.

"Cosa?"

"Ti eri incantata"

"Si..mi capita. Comunque, fidati, il suo colore preferito è il nero"

"Ottimo! Allora indosserò un vestito nero domani, ne ho tantissimi di quel colore per fortuna" 

Appoggiò una mano sulla mia spalla come se volesse ringraziarmi in un modo diverso dai consueti e si aggiustò il capotto, chiudendo l'ultimo bottone. 

Io la guardavo, nient'altro. 

Sarebbe solo uscita con Louis, nessun problema.

"Io ora vado. A presto, Gabrielle"

Mi lasciò due baci sulle guance e scappò via, attraversando la strada trafficata davanti a noi.

Entrai in università e raggiunsi la mia aula.

L'aria era particolarmente tesa quella mattina per via dell'esame imminente ma in quel momento sembrava essere l'ultima delle mie preoccupazioni.

Mi sforzai con tutta me stessa a seguire quella lezione. Presi appunti, feci domande eppure la mia mente in quei pochi secondi di pausa deviava e si fermava su Louis. Mi presi la testa fra le mani e chiusi gli occhi cercando in tutti i modi possibili di scacciare via quel suo sorrisino fisso nella mia mente. 

"Gabrielle, tutto bene?"

Una mano si posò sulla mia schiena improvvisamente e sussultai. 

Era il mio professore di psicologia, il professore Turner.

"Si si, mi gira solo un po' la testa"

"La lezione è finita da ben dieci minuti, possibile che tu non te ne sia accorta?"

Alzai il viso avanti e intorno a me: effettivamente quell'aula enorme era completamente vuota.

Rimasi a bocca aperta prima di pronunciare un istintivo: "Cazzo". Raccolsi in fretta la mia roba e mi misi in piedi.

"Ti sei addormentata, vero?"

Scattai verso di lui e "No no, assolutamente!". Cercai di essere convincente ma purtroppo le mie abilità di recitazione erano pessime. Il professore si permise una risata mentre si dirigeva verso la cattedra, mettendo a sua volta i libri nella ventiquattrore.

"Capita"

Non sapevo cosa dire per provare a scusarmi, immaginavo che qualunque cosa sarebbe stata comunque a mio sfavore. Mi immobilizzai, sperando in uno suo congedo. Si rivolse verso di me nuovamente con un sorriso.

"Cosa ci fai ancora qui?"

"Mi scusi" e corsi via, il viso verso terra e la reputazione sotto i piedi.

Ropes (Louis Tomlinson)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora