Capitolo 15 - Giovanni

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"Giovanni?"

Alzo lo sguardo verso la porta, mi sta fissando ferma da lì, con una mano si tira la maglietta del pigiamino mentre con l'altra stringe la zampa del suo orsacchiotto preferito

"Piccolina cosa ci fai ancora sveglia?"
"Non riesco più a dormire" - e abbassa lo sguardo verso il pavimento - "Ho tanti brutti pensieri nella mia testa"
"Vieni qui che vediamo di mandarli via"

Corre sul divano e mi si siede in braccio, appoggiando la testa sul mio petto, stringendo il peluche al suo

"Allora, cosa ti dicono questi brutti pensieri?"

Ma non mi risponde, continua a torturare quella povera maglietta per nascondere l'imbarazzo

"Hey piccolina" - le porto lo sguardo verso di me - "Lo sai che io sono un poliziotto e metto in prigione tutti i cattivi? Anche quelli che sono solo nei pensieri"
"Tutti tutti?"
"Tutti quanti sì" - le tocco la punta del nasino col dito riuscendo a tirarle fuori un sorriso - "Ma tu mi devi aiutare a trovarli"

Invece di rassicurarla, le mie parole hanno accentuato ancora di più la preoccupazione sul suo viso... vediamo se riesco a rimediare

"Però ovviamente prima dobbiamo scoprire se sono davvero brutti"
"In che senso?" - almeno ho riacceso un minimo di curiosità
"Che magari questi pensieri sembrano brutti ma alla fine non lo sono"

Si mette seduta meglio e mi guarda

"Allora forse non è vero che non mi vuoi bene?"

Me lo chiede diretta e con lo sguardo fisso

"Come sarebbe a dire che non ti voglio bene? Certo che te ne voglio..." - le scompiglio i capelli - "E pure tanto"
"E perché mi vuoi bene?"

E ora queste domande da dove vengono fuori? Mi piacerebbe veramente essere nella sua testa per riuscire a capire come si muovono gli ingranaggi del suo cervello... anche perché sta usando un tono e un'espressione che non c'entrano nulla con una bambina di 5 anni
Devo stare attento a non incasinarle ancora di più i pensieri

"Perché ti voglio bene... vediamo..." - le faccio appoggiare ancora la testa sul mio petto per stringerla meglio in un abbraccio rassicurante - "Perché sei la bambina più bella, più simpatica, più intelligente che conosco. Ti prendi cura di Mattia da brava sorella maggiore, sei buona con tutti e quando sono un po' triste vieni sempre a farmi ridere"

Un piccolo sospiro di sollievo glielo strappo ma poi si incupisce di nuovo

"Allora non è vero nemmeno che hai detto alla mia mamma di non volermi più bene e di andare via?"

Oddio ma cosa...?

"Greta chi ti ha detto queste brutte cose?"
"Tommy"
"Il tuo compagnetto dell'asilo?" - annuisce solo con la testa - "E a lui chi gliele ha dette?"
"La sua mamma" - alza la testa per guardarmi negli occhi e mi accorgo che i suoi sono lucidi, pronti a lasciare uscire le prime lacrime - "E poi ha detto anche che io starò male perché tu fai finta di essere il mio secondo papà per non farmi più volere bene alla mamma ma poi te ne andrai portando via pure il mio papà... ma io non voglio che tu fai finta e voglio volere ancora bene alla mamma e non voglio rimanere sola"

Ed eccole che scendono sulle sue guance. Mi affretto ad asciugargliele con le dita e le do un piccolo bacio sulla fronte... cercando di non pensare a quel mostro di donna

"Vedi che avevo ragione?" - alza ancora la testa per guardarmi con aria confusa - "Te l'avevo detto che dovevamo prima vedere se erano veri questi brutti pensieri"
"Allora non fai finta di volermi bene?" - mi fissa speranzosa
"Piccolina non pensarlo nemmeno" - altro tenero bacio sulla fronte, sembra farla calmare - "Sai da quando ti voglio bene? Dal primo momento che ti ho vista, quando sei venuta in braccio a me e mi hai chiesto una cosa bellissima, che mi ha fatto capire che sei una bambina speciale... la più speciale del mondo!"

"E quindi uscimmo a riveder le Stelle"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora