Capitolo 11 - Alice

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Nota dell'autrice: forse vi conviene rileggere il capitolo precedente perché la parte finale di quello contiene questo

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Wow che meraviglia questo posto
In due anni che ho lavorato al governo non ho mai visto questo salone immenso e così maestoso

"Alice, io mi devo fermare qui" - richiama la mia attenzione appena entriamo - "Noi guardie non possiamo seguire gli accompagnatori per non affollare troppo l'ambiente"
"Ma davvero?" - non so se ridere o piangere
"Sì ma ti guarderò le spalle da qui... cerca di rimanere sempre in vista però"
"Certo, tranquillo" - gli sorrido - "Mi vado a sedere lì sullo sgabello del bancone del bar... ti porto qualcosa da bere?"
"No grazie, non posso"
"Ah giusto, sei in servizio. Ci vediamo dopo allora"

Mi muovo lentamente tra la gente, il fatto di essere una coppia amante della privacy mi permette di passare inosservata pur essendo la moglie di Giuseppe Conte
Appena mi siedo mi giro verso Giulio per avere da lui l'approvazione dopo aver verificato la visuale

"Le servo qualcosa da bere, signora?"

Mi giro verso il barista, forse per il rum è un po' troppo presto...
Sto per fare la mia richiesta ma vengo interrotta da una voce maschile alle mie spalle

"Una donna bella ed elegante come lei sicuramente ha dei gusti raffinati" - e mi sfodera un sorriso a 54 denti - "Mi permetto di scegliere io per lei uno champagne..."

Probabilmente il mio viso sta recitando la parte della donna riconoscente, dentro di me gli ho già trovato tutti i difetti di questo mondo... che poi lo champagne fa schifo, è la classica scelta di chi non capisce nulla in fatto di vino
Alle sue spalle ci sono altri tre uomini che annuiscono compiaciuti... devono essere i suoi leccapiedi che ormai sono abituati a queste dimostrazioni da maschio alpha del loro capo

"In realtà preferirei un Martini"
"Una donna decisa allora" - mamma mia che viscidume questo tipo - "Giorgio, un Martini per la signora"
"Subito commendatore" - ah beh, è di casa allora in questo ambiente

Si siede di fianco a me, avvicinando lo sgabello per arrivare quasi a far sfiorare le nostre gambe
Alzo lo sguardo verso Giulio, mi sta osservando in allerta già pronto ad intervenire ma gli faccio segno di aspettare, per ora ho la situazione sotto controllo

"Posso chiedere cosa ci fa una donna così bella tutta sola al bancone del bar?"
"Sono invitata al ricevimento" - il barista appoggia il bicchiere con il mio cocktail vicino alla mia mano - "Grazie Giorgio"
"Di niente signora" - mi sorride e poi si mette ad asciugare i bicchieri

Il mio nuovo pretendente cerca in ogni modo di far sfiorare le nostre ginocchia, per una che odia il contatto fisico come me non è sicuramente il miglior metodo di approccio da provare

"Però non è possibile che non ci sia un accompagnatore al suo fianco"
"Ecco..."
"Ma in questo sfortunato caso mi offro volentieri per difenderla da ogni uomo che le si avvicinerà in modo inopportuno"

Tipo te quindi? Mi devo mordere la lingua per non far uscire dalla mia bocca questa domanda
Comunque non mi deve aver riconosciuta altrimenti sarebbe un tentato suicidio il suo

"Non credo che ce ne sia bisogno, ma comunque grazie"

Tiro fuori un sorriso forzato, la speranza che capisca di doversene andare a fare un giro è sempre meno accesa

"Bella, anzi bellissima, e forte" - mi sfiora il braccio con quelle che più passa il tempo e più mi sembrano manacce tossiche - "Decisamente intrigante"

Questo lo dice ai suoi tre scagnozzi che lo guardano quasi fieri per quella che dovrebbe essere la sua nuova ed ennesima conquista

"Posso chiederle il nome?"
"Alice" - questo glielo dico
"Alice, che nome stupendo" - mi prende la mano per baciarla, il disgusto proprio - "Piacere io sono Franco"
"Lo so di avere un bel nome" - rispondo pronta e prendo un altro sorso dal bicchiere
"Decisamente non ti fai mettere i piedi in testa" - mi sfiora ancora, ora gli stacco un orecchio a morsi - "Non ti dispiace vero che ti dia del tu?"
"Nessun problema"

"E quindi uscimmo a riveder le Stelle"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora