"E quindi uscimmo a riveder le Stelle"

Capitolo 7

"Come stai?"
"Mi sa che ero conciato proprio male se me lo chiedete tutti" - volevo fare una battuta ma mi sembra di averlo messo a disagio - "Tranquillo Luca, sto bene..."

L'espressione sul suo viso torna un po' più rilassata mentre guida verso l'ufficio
Claudio è ancora a casa, gli ho dato un mese di congedo per aiutare Chiara con il piccolo Christian... tanto in questo periodo non ci dobbiamo spostare più di tanto e mi riesco ad arrangiare con Luca e Giulio

"Beh almeno non abbiamo dovuto menare nessuno" - e gli scappa una risata
"Luca..." - non so se domandarglielo o meno, però non mi piace nascondergli le cose - "Tu lo sai che l'altra notte..."
"Giovanni è venuto da te..." - si volta per un secondo a guardarmi e poi torna fisso sulla strada - "Sì me l'ha detto quando mi sono svegliato... ma l'avrei scoperto lo stesso visto che mi è bastato baciarlo per sentire puzza di alcool"
"Ti dà fastidio questa cosa? Cioè che esca in piena notte per venire da me?" - oddio detta così forse è fraintendibile
"Intendi se sono geloso?" - altro sguardo veloce - "No tranquillo... voi due avete un legame particolare, ne sono perfettamente consapevole. Credo che quello che avete passato insieme su quel marciapiede abbia, non so come spiegarlo in modo chiaro, creato una connessione speciale tra te e lui"
"In effetti mi sa leggere dentro come pochi altri"
"Lo so... e sono contento che riesca ad aiutarti anche lui nei momenti difficili, senza lasciare tutto sulle spalle di Alice"
"E sulle tue..." - mi sembra un po' abbacchiato, come se si sentisse inutile - "Non ti ho raccontato di quella notte così tanto per fare, sei stato l'unica persona a sentire quelle parole dalla mia bocca, nemmeno a Michele l'ho mai detto... sei una delle persone più importanti della nostra vita, mia e di Alice, non dimenticarlo mai"

Annuisce sorridendo, alla fine anche se è un ragazzone grande e grosso ogni tanto ha bisogno di essere rassicurato un po' anche lui
Arriviamo in ufficio, in attesa c'è una decina di giornalisti pronti ad accerchiarci

"Aspetta che ti faccio scendere"

Fa il giro della macchina e viene ad aprirmi lo sportello, cercando in qualche modo di farmi scudo con il suo corpo

"Presidente, cosa risponde alla richiesta di chiarimento di Di Maio?"
"Di Maio vuole un chiarimento? L'ho chiesto prima io a dire il vero, e comunque bisogna rendere conto non a me ma a tutta la comunità degli iscritti"
"Come?"
"Di Maio avrà la possibilità di chiarire il suo operato e la sua agenda, se era condivisa o meno"
"L'ha accusata di aver bruciato il nome con un metodo sbagliato"
"Di Maio era nella cabina di regia del Movimento 5 Stelle, ci chiarirà perché non ha espresso questa posizione, e soprattutto chiarirà i suoi comportamenti, non a Conte ma agli iscritti"

Finalmente riusciamo ad entrare, in questi giorni sembra un percorso ad ostacoli arrivare qui
Poi tanto lo so che gran parte di quelli che erano lì fuori rigireranno le mie dichiarazioni come viene più comodo a loro
Saluto Stefania e Daniela e vado diretto nel mio ufficio, ho una montagna di cose da fare

"E tu cosa ci fai qui?"

È seduto sulla mia sedia, con le mani intrecciate dietro la nuca e i piedi sulla scrivania, un sorriso bello e splendente come il sole
"Devo farti il tagliando"
"Scordatelo" - lo so che questa è solo una scusa per venire a vedere come sto dopo tutto il trambusto delle elezioni ma non ci penso minimamente
"Dai Giuseppe non puoi fare queste storie ogni volta" - si alza e mi viene incontro - "Su spogliati che facciamo presto"
"Ho detto di no"

Mi guarda spazientito e poi si avvicina alla porta, aprendola

"LUCAAAA"

Cosa c'entra Luca adesso?
Arriva quasi subito, probabilmente più incuriosito che altro

"Ciao Michele" - gli dà una pacca sulla spalla che l'altro ricambia subito - "Sta facendo ancora i capricci?"
"Ovvio... vieni a tenermelo fermo per favore"
"Ma voi siete matti" - ma pensa te sti due