Capitolo 21

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"Giuseppe?" - mi guarda confusa e probabilmente pure un po' preoccupata - "Cosa ci fai a casa?"

Non sarei dovuto essere qui... e nemmeno lei!
Anzi, soprattutto lei visto che non volevo che mi vedesse per l'ennesima volta in questo stato
Si siede sul divano di fianco a me e mi abbraccia

"Cosa è successo?"
"Non so se ce la faccio" - sono stremato, non ho la forza di resistere e crollo all'istante, nascondendo il viso nel suo seno - "Sono troppi... non ce la faccio... non ce la faccio"
"Raccontami tutto" - mentre mi accarezza i capelli

E, anche se ancora un po' titubante, inizio a raccontarle quello che mi ha detto Stefano, che ieri si è fatto vedere Casaleggio in Senato per incontrare diversi dei nostri, pure Mariolina che è una di quelle su cui pensavo di poter contare di più, che oggi è spuntata pure la sua socia di Rousseau a palazzo Madama per accusarmi di trasformismo e altre malvagità varie, che stanno tifando perché io affondi nel processo a Napoli. C'è anche il problema della cabina di regia che vogliono i miei per discutere del rapporto con i Dem e di questo campo troppo largo...

"...io non credo di avere la forza di affrontare tutto questo..." - ancora non riesco a staccarmi da quel porto sicuro che è il suo abbraccio - "...pure la storia del tribunale, Grillo, la guerra, Draghi... non ce la faccio più, sono stanco morto"

Mi bacia la fronte e mi stringe ancora più forte a sé

"Amore... arrivi da due anni massacranti, hai gestito praticamente da solo una pandemia devastante, hai affrontato un'assurda crisi di governo, il confronto costante con il finto migliore... è normale che tu sia stanco, non ti sei riposato nemmeno un giorno"

Mi faccio dare un altro bacio sulla fronte e poi mi tiro su, appoggiandomi allo schienale del divano con gli occhi rivolti al soffitto

"Non è la stanchezza fisica che mi spaventa" - ora li chiudo - "Ma la sensazione che tutto quello che sto facendo sia inutile, è un mondo troppo malato quello della politica e io mi sento sempre più fuori posto in mezzo a questa gente"
"Io te lo dico da sempre che tu sei il bello della politica" - mi prende la mano tra le sue - "E questo vale anche per quello che hai dentro di te... non solo per questo bel faccino che contiene queste due fossette da riempire con le dita"

Mi strappa un sorriso

"Giuseppe ascoltami..." - aspetta che mi giri verso di lei - "Che sarebbe stato difficile lo sapevamo già, te l'avrò detto milioni di volte che tu sei l'anomalia positiva in un mondo che fa schifo... tu ci stai provando a cambiare le cose, con tutte le tue forze e forse anche di più. Forse non ci riuscirai, lo abbiamo messo in preventivo da subito, ma alla fine, comunque vado, tu saprai di avercela messa tutta"

Mi sfiora le labbra con le sue in modo dolcissimo

"L'unica cosa certa è che non sei solo ad affrontare tutte queste brutte cose... lo sai che io sarò sempre al tuo fianco per sostenerti"
"È proprio questo che non voglio..." - ecco che mi incupisco di nuovo - "Non posso ogni volta scaricarti addosso le mie frustrazioni"
"È per questo che non mi hai chiamata e ti sei venuto a nascondere qui?"
"Sì" - annuisco in modo colpevole - "Non volevo farmi vedere un'altra volta così da te"
"E perché no?" - mi chiede un po' confusa
"Perché non voglio che ti stanchi..." - sospiro - "Che ti stanchi di me, di noi... che ti stanchi di avere al tuo fianco un uomo che viene da te a frignare ogni volta che qualcuno gli pesta un piede"
"Amore guardami" - e visto che non lo faccio si mette a cavallo delle mie gambe e ora sono costretto ad alzare gli occhi e legarli ai suoi - "Mi sei stato vicino in ogni brutto momento che ho avuto da che stiamo insieme, mi hai liberato da uno spasimante troppo opprimente... ti sei sobbarcato tutta la storia del mio ex, con mezzi leciti e credo pure un po' meno leciti... mi hai sostenuto e mi sei stato accanto durante quei terribili nove mesi della gravidanza a rischio mentre stavi facendo quel tour massacrante in giro per l'Italia, senza mai lasciarmi sola nemmeno per un secondo e solo tu sai come sei riuscito a farlo... e tu pensi che io non possa stare di fianco a te per affrontare questi casini che sembri attirare con una calamita interna?"
"Ma io..."
"Ma tu niente... io e te funzioniamo così!" - mi bacia la punta del naso - "Non abbiamo bisogno di chiedere aiuto all'altro, ci viene spontaneo darci rifugio quando c'è qualcosa che non va... lo sentiamo a pelle se l'altro sta male, anche se siamo lontani centinaia di km"
"Sembra quasi un incubo messa così però" - mi esce con un piccolo sorriso... sto iniziando a sentirmi meglio
"Scemo" - mi ribatte sorridente prima di farmi una carezza, lasciando appoggiata la mano sulla mia guancia

"E quindi uscimmo a riveder le Stelle"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora