Prologo

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La Terra non rimpiangerà l'uomo, né l'Uomo la terra. Una coppia troppo litigiosa, che con le sue urla disturbava gli astri vicini.

Guido Ceronetti
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Il mio primo respiro ebbe ragione d'essere.

Lo trassi, accogliendo in me la sensazione di freddo nei polmoni, nonché l'odore di terriccio umido e pioggia recente. Per quanto penetrante, tale familiare fragranza rassicurava il mio disorientato, nuovo cervello.

Spostai il focus di attenzione sul resto del mio tremebondo, inesperto corpo. La mia pelle era fragile, vulnerabile, al confronto della ruvida superficie su cui ero supina.
Preoccupanti sentori di fumo, zolfo e organismi viventi carbonizzati si mescolavano all'odore benefico della pioggia.

Non temevo la sostanza granulosa che le mie dita lasciarono scivolare, come esploratrici insaziabili.
Ora il mio primo sorriso sorse lieve e sincero: avrei sempre avuto la mia casa con me, ovunque la mia missione mi avrebbe portato.

Mi presi un istante per assaporare quel vortice sovraccarico di sensazioni. Come potevano gli umani sopportare un simile caos? La mia forma di esistenza precedente esperiva la realtà tramite un solo senso: il tatto.
Ora esso appariva alquanto insufficiente: non permetteva di scoprire altro, al di fuori delle mie membra e di... asfalto crepato?

Ecco cosa provavano gli umani, nello sfiorare una delle loro strade, squarciate dalla furia di Colei che avevano tradito.

Una vibrazione mi incuriosì, gettandomi al contempo in stato di allarme. Probabilmente significava guai, ma come verificarlo? Forse era il caso di rinunciare a una riconnessione graduale con i cinque sensi umani e attivarne immediatamente un secondo: l'udito.

Uno stridio mi sferzò i timpani, unito a grida soffocate e decisamente isteriche.

La pelle delle mie braccia ebbe una bizzarra reazione, come se si stesse capovolgendo. All'epoca non compresi l'esatto significato della mia pelle d'oca, ma dedussi che non fosse un buon segno.
Quindi, un rombo grave e tonante assolutizzò il mio udito e la terra prese a tremare incontrollabilmente, scorticandomi i palmi delle dita, che annaspavano per una buona presa.

Dovevo... alzarmi? Scappare? No, che sciocchezza: Lei non mi avrebbe mai ferita!

"Gazzo, gazzo, gazzo! VAI!" Sentii gridare. Cosa era mai un... gazzo? Senza dubbio qualcosa di interessante, dal momento che il proprietario della voce era tanto ansioso di attirare la sua attenzione.

Aprii gli occhi, nella luce.
A stento ricordavo il bagliore della luna piena. Quanto tempo era trascorso dall'ultima volta che avevo posato il mio sguardo su di lei? Troppo per poterlo stimare...
Ad ogni modo, non mi aspettavo di rimanere ammaliata e tramortita da quella vista.

Un momento... nel cielo non sarebbero dovute trovarsi le stelle, sue sorelle nella notte? Non avrebbe dovuto trovarsi al di sopra del vulcano più vicino... sopra una plumbea cappa di nubi e dal rosso bagliore che infuocava la sommità del rilievo?

Mi eressi sui piedi, lottando contro due paia di gambe intorpidite.
Una voce giovane e spaventata gridò: "ATTENTO!"

In una frazione di secondo, la perfezione del disco rotondo che mi si stagliava dinnanzi si scisse in due lune.
Due sfere abbacinanti, all'altezza del mio petto... E in rapido avvicinamento.
Due sfere inevitabili.

| La foresta dell'autrice |


Ohilà!  Scusate orrori ed errori! Or dunque vi do il benvenuto nella mia foresta

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Ohilà! Scusate orrori ed errori! Or dunque vi do il benvenuto nella mia foresta...

Se la storia vi sta piacendo, fatemelo sapere! ⭐
In cambio, farò un balletto di gioia (cosa che ovviamente non potrete verificare, ma dettagli)!

Siete curiosi di scoprire chi o cosa sia questa misteriosa ragazza? Una cosa vi posso dire... lei è in pericolo. Potrete aiutarla solo sfidando perigliosi annunci pubblicitari e spaventosi impegni della vita che, ne sono certa, tentano di impedirvi di raggiungere il capitolo I.

Siate coraggiosi, miei prodi...

[Aggiornamenti di LUNEDÍ, ma potreste trovarvi la sorpresa di un capitolo in piú a settimana!:)]

Buona lettura,
FioreDelDeserto🌹

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