| Capitolo XXVII | - Guerra e pace

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* DIEGO *

Era accaduto tanto rapidamente che ero a stento riuscito a seguire i movimenti delle due. L'una che mi apostrofava come "assassino" e mi si slanciava contro in un raptus omicida... Naay, la cui pelle si era fatta incandescente, mentre intercettava la pazza.

Con mio orrore, nell'arco di tre secondi un bozzolo metallico le aveva avvolte in un pacco unico, per poi trascinarle sottoterra.

"Naay!" gridai. Cosa le era saltato in mente!?
Si stavano allontanando, lo sentivo... Verso il fianco della montagna.

Inveendo per il dolore, Lore stava ruzzolando a terra nella nostra direzione e un Aesir ustionato e piuttosto inferocito sembrava sul punto di farlo a pezzi.
Gli sparai d'impulso in un occhio, per poi mirare al petto. L'Aesir esplose in un milione di frammenti, ma ciò non risolse il problema di tutti gli altri.

No, fu Drax a tenerli a bada, sfoderando dal nulla la sua frusta incandescente. Essa saettava più velocemente di quanto potessi seguirla, tranciando a metà coloro che si erano avvicinati troppo.

"Ben fatto, umani!" ringhiò questi, con un'affaticata voce che aveva ben poco di umano "Ora scappate o combattete!"

Scappare!? E dove? Nel bosco, dove ci avrebbero raggiunti o inghiottiti tra le viscere della Terra?

Gli Aesir finirono per decidere per noi. Assaltarono in massa il fratello di Naay, considerando lui il problema più immediato.

Drax lasciava roteare la propria frusta ad una velocità folle, ma ora i pietrosi stavano in guardia e lo continuavano ad incalzare. Presi la mira e ne abbattei un paio, dandogli un po' di respiro, ma esso non durò che dieci secondi. Coprii la ritirata di Lore, impedendo a uno dei bastardi di raggiungerlo, e per la prima volta da anni abbracciai mio fratello.

"Cristo, non farci mai più prendere un simile infarto!" mormorai, senza riuscire a essere duro quanto volevo.
Lore emise una risatina strozzata.
"Scusa... Tu non fare mai più una cosa simile per nessuno!" replicò "Naay e Rianne... Dobbiamo fermarle!"

Concordavo pienamente, ma esisteva un problema più impellente. Drax stava tentando di attirarli lontani da noi ed era circondato. Dove diavolo erano finiti i rinforzi?
Drax sarebbe stato morto prima del loro arrivo se non avessi fatto qualcosa...
Peccato che la probabilità di sparare a lui, in quel caos di membra e artigli di pietra, fosse abbastanza elevata. D'un tratto, realizzai che un Aesir lo stava per aggredire vigliaccamente alle spalle, mentre questi era impegnato a fronteggiarne due dal davanti.

Drax era sulla linea di tiro.

Gridai un avvertimento, ma il frastuono si ingoiò la mia voce. La mano con il marchio impazzì, trasmettendomi una sensazione di potere che aveva ben poco a che fare con il fuoco. Il mio senso del tatto parve amplificarsi, estendersi al fucile nella mia mano... a tutte le sue componenti in metallo. In particolare, visualizzai nitidamente il tamburo contenente i proiettili.

Le mie dita si mossero da sé nel premere il grilletto. Un istinto che non sapevo di possedere immaginò che fossi abbastanza veloce da muovermi con il proiettile; da deviarlo attorno a Drax e impiantarsi nel petto dell'Aesir che stava per pugnalarlo alle spalle.

Il mio cuore s'involò in un battito concitato e il metallo fendette l'aria, facendosi incandescente. Con mia incredulità, la sua traiettoria eseguì davvero una deviazione ad arco e l'assalitore di Drax barcollò all'indietro.

Crollai quindi in ginocchio, mentre il mondo si punteggiava di variopinte costellazioni e vorticava su sé stesso.
Quando finalmente riuscì a stabilizzare il pianeta Terra e la pulsazione del marchio si affievolì, il fratello di Naay si ergeva in mezzo a un cumulo di roccia e decine di slanciate figure stavano mettendo in fuga i superstiti.

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