| Capitolo IV...2.0 |

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"Non berrò mai, mai, mai più! Possa il dio dei cocktail punirmi se mento!"

Il mio gemito fu ascoltato, credo, solamente dalla mia amica Angelica, la quale mi riservava più o meno la stessa attenzione alla spiegazione del professore di italiano su un brillante letterato di cui non avevo afferrato neppure il nome di battesimo.

Ange inarcò un sopracciglio biondo, scurito e definito da una matita marrone.

"See, chiedilo a Insta se non ti sei divertita! Ma, Naay, neppure con i veleni più forti ho mai avuto allucinazioni il giorno dopo!"

Arrossii. "Non me lo sono immaginato, quel tizio inquietante! Ma quanta gente ha visto..."
Un ghigno. "Amo... io, il mio gatto, tuo fratello e... i tuoi milioni di follower, temo."
Scrollai il capo, conscia che non un'ombra di gelosia le oscurava la dolce vocina. La sua era un'iperbole bella e buona, ma potevo capire perché "novecentoquaranta follower" apparisse una cifra enorme agli occhi di una nemica giurata dei social (che sostanzialmente apriva Instagram ad ogni luna nuova). Io e lei eravamo l'opposto, su questo e altri fronti.

In posizione seduta, lo scalino tra le nostre teste si appianava. Non che mi lamentassi di non sbattere contro gli stipiti delle porte... come diceva sempre mia madre, essere bassi era una benedizione. Poiché lei raggiungeva a stento il metro e sessanta, la consideravo un'esperta nel settore.

Scrollando il capo, mi sforzai di concentrarmi su qualsiasi cosa non fosse correlato con me, l'anniversario del giorno in cui la mia stessa famiglia mi aveva investita con un fuoristrada e - apparentemente - mi ero salvata con un super salto da ninja. Un balzo acrobatico che neppure ricordavo, tra l'altro!

Una fonte di distrazione fu ascoltare attentamente i dettagli del modo in cui Mr Letterato Anonimo, oggetto della lezione, aveva tirato le cuoia. D'accordo, l'italiano non era il mio forte.

Il mio cervello riprese a funzionare normalmente per la lezione di scienze. Il nostro professore dai capelli bruni e ricci, una folta barba e una sindrome gesticolatoria in stadio avanzato, era sempre in grado di resuscitare la mia attenzione. Quel giorno, in particolare, stava spiegando il lavoro di gruppo che avremo svolto al posto di un'interrogazione, approfondendo una tematica scelta dalla lista da lui fornita.

"Prof, possiamo anche inventarcela, se abbiamo una particolare e pressante curiosità scientifica?" chiesi dopo aver ottenuto la parola.

Il professor Michelin mi riservò un'occhiata all'apparenza tagliente, ma che celava un'ombra di divertimento. "Potete lavorare di fantasia, ma non troppa, Naay. L'anno scorso hai già sviscerato a sufficienza le teorie del complotto sulla formazione della Terra."
Alzai le mani sogghignando assieme al resto della classe. "Meritavano gli esperimenti che ho messo in atto per smentirle, prof! Ora tutti noi sappiamo per certo che non c'è un cameriere gigante a sorreggerci in stile vassoio da aperitivo... Per la cronaca, anche la teoria ufficiale non mi convince ancora!"

Il professore scosse il capo. "Per quanto sia ammirevole la tua dedizione, quest'anno concentrati su altro."

Questo era poco ma sicuro, considerato che ero in gruppo con Angelica, la quale avrebbe agito da filtro contro le mie idee più audaci. Con un cenno richiamai a me anche Gioele e Claudio, dal fondo della classe. I due non se lo fecero ripetere, prima di trascinare le sedie e un grande pacchetto di frutta secca sin da noi.

"Li hai invitati solo per il cibo, vero? Quei due non faranno un cavolo di niente!" sospirò Ange, mentre ancora erano in viaggio, la quale aveva notato che due delle secchione mi avevano rivolto segnali che avevo finto di non vedere.

Sorrisi. "No, non solo! A Gioele basta dire cosa scrivere e va a manetta; Claudio farà tutti i disegni e sarà felice. Tu e io saremo il cervello dell'operazione."
La mia sicurezza la divertì.
"Ah. Vedo che hai già un piano, signor capitano."

Feci spallucce. "Conosci il tuo esercito e la battaglia sarà per metà vinta."
Ange accolse la mia epica affermazione con la pantomima di una fanfara.

I due ragazzi, che avevano sentito parte del discorso, si accomodarono con espressione divertita.
"Esercito a rapporto! Ma dove li scovi questi proverbi?"
Claudio scosse il capo. "Per me se li inventa... È dalla prima che dico che c'è qualcosa di molto vecchio in lei!"

Lo fulminai scherzosamente.
"Potremmo fare la ricerca sulla fisica delle matite lanciate contro gli idioti, che dite?"
Molto casualmente, mi ritrovai a sperimentare tale fenomeno, prima che Claudio potesse scansarsi.

"Di punta, dritto al cuore!" si sorprese questi, portandosi drammaticamente una mano al petto "Ma chi sei, o dolce vecchietta che al sorgere di questo giorno..."

Vedendo ogni traccia di divertimento sparire dal mio volto, Angelica lo interruppe di colpo:
"Smettila, idiota! Lei non considera così il 18 aprile!"
Distolsi lo sguardo, affondandolo nel cielo in cerca di una fuga. Claudio si scusò, ma a stento udii le sue parole.

E un buon non compleanno a me.

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