Il mio marchio pulsava; destava e allarmava ogni muscolo, ogni tendine del mio corpo. Proteggere Naay non era più semplicemente qualcosa che volevo: un profondo istinto mi gridava di farlo.
"Non ti avvicinare! Non sta facendo nulla di male!"
La creatura aggrottò la fronte, esprimendo pura irritazione. Mi preparai ad affrontarla, notando soltanto in quel momento le quattro lame acuminate che essa aveva per arti superiori.
"Spostati, mortale. Per questa volta ti concederò di tornare sulle tue gambe al patetico ammasso di tronchi che chiami casa."
Seppur terrorizzato, scoccato uno sguardo al bel volto bruno di Naay, non mi mossi di un millimetro. Anticipando la risposta della creatura, Lore mi stritolò la spalla in una morsa e si fece avanti con passo lento, a mani alzate.
"Ciò che mio fratello intendeva dire, potente spirito della terra, è che ti salutiamo con rispetto. Non siamo qui per arrecarti disturbo. Anzi, ti siamo grati per la cura che infondi nella protezione del tuo territorio, dove permetti al genere umano di vivere."
E da dove gli era venuta, questa? La creatura ne fu sorpresa quanto me e arrestò temporaneamente l'avanzata marziale. Il suo sguardo analizzò Lore dalla testa ai piedi.
"Davvero? Niente segni della croce? Neppure una piccola litania in una lingua morta?"
Ma che cavolo...?
Lore avanzò ancora, rispettoso, mentre io indietreggiavo accanto a Naay, con l'intento di portarla via. Come mossi un passo verso di lei, tuttavia, la creatura sibilò. Seguitai a muovermi molto lentamente.
"Intendi un... esorcismo?" parafrasò Lore, riuscendo incredibilmente a rimanere serio. "Perché dovrei esorcizzarti? Mica sono un prete e mica sei posseduto! Un demone non sarebbe tanto verd..." annaspò, correggendosi: "Potente e terrificante!"
Scossi la spalla di Naay, soffocando un'ondata di panico. Niente, continuava a ronfare beatamente. Lore, nel frattempo, continuò:
"Perdona la mia ignoranza, ma tu sei uno spirito della terra, giusto? Qual è il tuo nome?"
L'essere, incrociando lievemente due delle psudo-braccia, lasciò scorrere nuovamente lo sguardo da noi a Naay. Come la creatura tornò a focalizzarsi su mio fratello, presi lei tra le mie braccia.
"Irsas. Sono un Aesir della Crosta terrestre e veglio su questa terra ormai desolata. L'umanità ha acquisito nuovamente il senso del rispetto, vedo. Erano mille anni che un umano non ci azzeccava. Noto inoltre che Naay degli Atridi non ha perso il vizio di bazzicare con i mortali."
Mortali!?, ripetei tra me, scrutando la ragazza abbandonata contro il mio petto. Incrociai poi l'esterrefatta occhiata di Lore: come diavolo avremmo dovuto rispondere? Lentamente, mi accucciai al suo fianco e le scossi una spalla, nel vano tentativo di svegliarla.
"Ehm... direi di no. Sono curioso, come la conosci!?" mise insieme Lore.
L'espressione dell'essere verde si fece crudele; si avvicinò di un altro passo, senza rispondere. Quando parlò, sembrò quasi rivolto a sé stesso.
"Dubito siano affari che ti concernono, umano. Ho sognato per secoli un'occasione simile... Naay vulnerabile, alla mia mercè." Scosse il capo, come chi prende una decisione di cui non è convinto. "Una vita per una vita. Ora lasciate il mio territorio, prima che cambi idea."
Pur librando per il sollievo, ero ancora più confuso di prima. Presi in braccio Naay, ma non intendevo andarmene prima di aver ottenuto risposte.
"Aspetta... non intenderai che letteralmente hai sognato per secoli di ucciderla!? Com'è possibile? E che cavolo vuol dire 'una vita per una vita'? C-con tutto rispetto." soggiunsi, esortato da un'occhiata allarmata di Lore.
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Dal profondo
FantastikLE CRONACHE DEGLI AESIR - VOL . 1 Nella notte più fredda di aprile, non lontano da un vulcano in eruzione, Naay si risveglia in una stradina distrutta, fiancheggiata da due muraglie di bosco. Davanti ai suoi occhi, gli ineludibili lampi di due fari...