| Capitolo XXIII | - Allarme Ex

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[Immagine di Lady Raven Blog, Tumbrl]

Emergemmo con un grido dalla terra. O meglio, avrei gridato allertando l'intera montagna, se Drax non mi avesse tappato la bocca in tempo. Lo scansai per correre a rigettare in un cespuglio. Non che avessi molto da vomitare - non mangiavo dal pranzo precedente, dopotutto, e anche allora avevo avuto lo stomaco chiuso.

"Respira, sorellina, passerà." fece Drax in tono esperto, tenendomi gentilmente indietro i capelli.

Raddrizzai le mie ginocchia tremanti e realizzai che ci trovavamo ai piedi di una montagna e non troppo lontano da un centro abitato. Si udivano i rumori di qualche sporadica automobile di passaggio, benché fossimo in tarda serata. Lorenzo era assai vicino, lo sentivo.

"Mio Dio... quindi è così che noi ci spostiamo?"

Definisco il "così": Drax aveva generato un bozzolo metallico che ci aveva avviluppati e la terra si era aperta sotto i nostri piedi. Avevamo viaggiato abbracciati per un'ora in un tunnel sotterraneo a una velocità impossibile; era un miracolo se mi ero trattenuta dal riservargli la stessa fine del cespuglio. Potevo percepire l'accelerazione costante, i diversi colori della roccia che ci circondava, la conformazione della superficie che cambiava.

Era stato... sconvolgente, e non solo per la nausea: la terra mi aveva abbracciata e avevo avvertito una sorta di attrazione provenire dalle sue profondità... Un potente e malinconico richiamo senza parole. Resistere era stato una delle cose più difficili che avessi mai fatto.

Drax verificò di non aver perso per strada la spada corta e sottile che aveva forgiato poche ore prima.

"Sì, quando siamo di fretta. È naturale per gli Aesir puri, mentre per noi..." si schiarì la gola "Diciamo solo che per un mezzo essere umano l'esperienza può essere... intensa."

Inarcai un sopracciglio. Era un modo di porla. "Per questo mi sento come se mi avessero ficcata in un bidone della spazzatura e rotolata giù per una scalinata?"

Sogghignò. "Questo è perché sei rimasta in forma umana per quattro anni, Naay. Il tuo travestimento è tanto perfetto che neppure io riuscirei a percepirti, se non fossi tanto vicina... ma questo ti rende anche vulnerabile."

Vidi che non lo intendeva come un insulto, bensì una mera constatazione. Aveva ragione: il mio corpo poteva essere ferito anche da un foglio di carta, se non mi concentravo. Per fortuna, rendermi occasionalmente invulnerabile mi risultava naturale nonostante l'amnesia. Drax si incupì e roteò la spada tra le mani, per poi porgermela dalla parte del manico, sostenendo che era per me.

Sorpresa, la accettai. L'arma era di una bellezza letale, flessuosa, bilanciata e adatta al mio fisico e altezza. Scoprii che non era affatto pesante come sembrava all'apparenza. Ne percepivo l'acciaio, il cui contatto era famigliare e naturale, come un'estensione del mio braccio.

"Ma e tu...?"

"Io non ne ho bisogno. Le ho sempre fatte per te, giacché sei sempre stata abile a seminarle ovunque."
Drax lasciò quindi estendere una parte del proprio braccio, che sotto i miei occhi attoniti divenne metallo puro acuminato. La parola Terminator si formò sulle mie labbra.

"Wow..." la mia meraviglia gli strappò un sorrisetto compiaciuto. "Quindi, se ho capito bene, noi siamo Aesir del Mantello, il che ci conferisce potere sul metallo e sul calore. Tu sei più specializzato con il primo, mentre io..."

Mi concentrai, lasciando che l'energia fluisse nei palmi delle mie mani... finché essi non divennero incandescenti. Wow... aveva davvero funzionato, senza un pericolo mortale in arrivo o senza che fossi totalmente in balia delle emozioni? Sorrisi, orgogliosa di me stessa, ma Drax non era affatto impressionato.

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