Un giorno ero bambino
e non c'era il prima e il dopo,
la strada era il mondo e la stella un morto.
Pensavo che dopo la stazione non c'era che un campo, e che poi tutto terminasse in un muro dove non era arrivato mai nessuno.Un giorno ero bambino
e cercarono di dirmi di essere bravo.
Non capii cosa intendevano, oggi credo non abbiano saputo spiegarmelo, e fu così che divenni buono standomene in silenzio. Rispondevo solo quando mi facevano cenno, con il pollice che decreta la tua vita o la tua fine.Un giorno ero bambino e mi piacevano le ciliegie. Salii sull'albero e precipitai, mentre venivo giù imparai che il vuoto è una cosa terribile dal momento che sa essere niente.
Un giorno ero bambino, mi dissero che ero diventato grande. Decisi di fare di testa mia, per la prima volta, e rimasi bambino.
Oggi sono il bambino mai stato, come in un tempo a rovescio. Forse non morirò, o se davvero dovrò, avrò il pollice in bocca e gli occhi serrati. Me ne andrò all'indietro, quasi contronatura, come imparai
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La consuetudine del mattino
PoesíaUn uomo all'alba, la solita strada per andare a lavoro. La realtà che s'impiglia nel sogno: volti e fantasmi di un viaggio quotidiano