È lunedì? Probabile. Non so ancora chi vive questi venti minuti che mi portano a lavoro, io o un altro. Accade tutto in maniera uguale: la sveglia e la marmellata, la persiana tirata su, le scale, il bus alle sei e quarantotto, i volti alle fermate che sono lì da almeno quattro anni. In tutto questo riaccadere c'è una gran poesia e qualcosa di sacro, una vaga sequenza di serena immortalità, lo sfumare di questa identità così pesante
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La consuetudine del mattino
PoesiaUn uomo all'alba, la solita strada per andare a lavoro. La realtà che s'impiglia nel sogno: volti e fantasmi di un viaggio quotidiano