Capitolo XXXIV

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Inizio a correre dunque verso la foresta, dirigendomi nel luogo dove Ansel mi aveva portata e da lontano scorgo una figura seduta con due belle spalle: è lui.

Rallento e silenziosamente mi siedo sulla panchina lasciandogli il suo spazio.

-"Allora ti ricordi di me"- dice continuando a fissare il paesaggio di fronte a lui

-"Ansel, non sono qui per fare la paraculo, ma nemmeno per essere presa in giro da te. È vero, non ti ho detto nulla e non ti ho avvertito, ma stavo male e abbiamo passato l'ultima settimana sempre insieme, merito il mio spazio e di non essere giudicata per il mio malessere"-

-"Hai ragione ed è normale. Ma non è stato bello saperti chissà dove e saperti star male ed è normale anche sentirmi escluso, quando mi hanno chiesto dov'è arya? Io non sapevo che rispondere"-

-"Ed è questo per te il problema?"-

-"Sì, è anche questo"-

-"Ascolta"- gli prendo le mani -"Solo perché stiamo insieme non significa che tu debba sapere 24h su 24h dove sono, con chi e che sto facendo. Ho la mia privacy ogni giorno e sono solo io a decidere di renderti partecipe. Ti sto dicendo questo perché è normale sentirti escluso, non siamo una persona sola e io sono libera di fare ciò che voglio senza il tuo permesso"-

-"Certo, ma è normale anche essere geloso"-

-"Geloso si, ma non aver fiducia nella persona con cui stai no"-

-"Mi fido di te Arya"- a queste sue parole segue un lungo silenzio -"Stai bene?"- mi chiede dopo poco

-"Si, ora si"- dico mentendo.

-"Quindi per le vacanze tutto confermato?"-

-"Si, tutto confermato, e già che ci sono Ansel"- a queste parole lo guardo intensamente -"I miei non vedono l'ora di conoscerti"- Credo di avergli detto questo per perdonare me stessa di quello che è successo e lui sembra felice. Lui sorride, mi abbraccia e mi bacia. Solo dopo una buona mezz'ora decidiamo di tornare dentro....

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