XXX - I Love You, I Love You Too

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-Voglio dire, anche se non ci fosse stato un oceano avrei potuto...-

-Percy, lo so!- il profondo monologo del figlio di Poseidone venne brutalmente interrotto da Annabeth, che era palesemente stufa dell'insistenza del suo fidanzato su quell'argomento.

-Sono sicura che anche se non ci fosse stato un oceano in Kansas avresti potuto sconfiggere Jason, ora per favore basta- lo pregò la figlia di Atena.

I due erano abbracciati sul letto di Percy nella cabina di Poseidone, dove si erano ritirati per passare un po' di tempo insieme da soli, un abitudine che avevano da molto e che praticavano da tempo: entrambi bramavano quei momenti intimi, in cui potevano ritirarsi nella loro piccola bolla d'amore, non importava dove, bastava stare insieme.

-Ok ok...- disse Percy non troppo convinto, mettendo su il broncio.

-Sei propio un bambino, Testa d'Alghe- Annabeth sorrise e si avvicinò a baciarlo, non riusciva a resistergli quando faceva così.

Percy subito rinvigorito rispose con passione al bacio, stringendo le sue braccia attorno alla vita di Annabeth per attirarla più vicino a sé.

Quello era uno di quei (tanti) baci che si scambiavano solo quando erano da soli, era in quei momenti, celati agli occhi di tutti, che Percy poteva soddisfare la sete che aveva di lei. Bocche, denti, lingue, premuti profondamente gli uni contro gli altri, quasi con disperazione, quasi come a volere diventare una cosa sola.

L'esperienza nel Tartaro li aveva cambiati, molto più di quanto sembrasse, e non aveva cambiato solo loro, ma anche la loro relazione, erano dipendenti l'uno dall'altro, l'uno era la luce in grado di guidar fuori dall'oscurità l'altro.

-Ti amo- sussurrò Percy.

-Ti amo anche io- rispose Annabeth.

Come un mantra ripetevano quel ti amo ogni girorno, non che ci fosse bisogno di esternare a parole sentimenti che erano evidentissimi, ma quello, così come altri piccoli gesti, era diventato un'abitudine involontaria, quasi un riflesso incondizionato, come il respirare, come l'amarsi.

Percy con un movimento deciso si portò sopra Annabeth, cominciando a baciarle il collo.

-Mmmh...- il mugolio che uscì dalle labbra della figlia di Atena lo convinse ad andare avanti, continuando a baciarle la pelle con veemenza.

La ragazza si strinse di più a lui, circondandogli il collo con braccia tremanti.

-Percy... Dovremmo andare...- sussurrò lei, non troppo convinta.

-Sshh...- le soffiò nelle orecchie, mentre iniziava a scendere con le labbra sul suo petto.

Un improvviso rumore però lo distolse dalla sua attività, qualcuno stava infatti bussando con insistenza alla porta della cabina.

-Percy! Sono tornati!- urlò la voce di Nyssa, fuori dalla cabina.

-Ma cosa...?- borbottò il figlio di Poseidone, sbuffando.

-Fila ad aprire- ordinò immediatamente dopo Annabeth, guardandolo stavolta con le braccia conserte.

-Va beeeene...- acconsentì lui roteando scherzosamente gli occhi al cielo, mentre Annabeth rideva.

Percy spalancò la porta, mostrando la figlia di Efesto accompagnata da Aiden, il figlio di Apollo.

-Oh, scusa, non sapevamo che avessi compagnia...- ammiccò quello in direzione della figlia di Atena, che nel frattempo aveva raggiunto i tre alla porta.

-Si, si, ciao anche a te, Aiden...- rispose lei, sistemandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

-Scusa, chi é che sarebbe tornato?- domandò Percy a Nyssa.

Love's CurseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora