V - Fight & Circumstances

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-... Per questo é un problema.- finì Reyna.

Lei e Jason si guardarono negli occhi, dando il via ad un gioco di sguardi, quasi invisibile nella penombra della stanza nella quale si erano ritirati per parlare.

-Bé... Allora forse dovresti fare come ti ho detto. E parlarne con Octavian.-

-Magari hai ragione, dopotutto é il nostro augure e ho il sentore che sappia molto di più di quanto non dia a vedere. Però d'altro canto, non vorrei che rigirasse la situazione...-

-E come potrebbe? Reyna, alla fine questa é una cosa che riguarda tutti.- le poggiò una mano sulla spalla, con fare sicuro.

-Dammi retta, fai come ti ho detto e sono più che certo che non incontrerai ostacoli.-

La ragazza sorrise, rassicurata dalle sue parole.

-Grazie, Jason, sei davvero un amico.- rispose poi, lasciandosi andare ad un abbraccio.

-Quando vuoi...- mormorò lui, stringendola forte.

-REYNA! REYNA!- urlò una voce.

I due ragazzi si staccarono immediatamente, udendo la voce di Dakota che cercava il pretore.

-Sono qui, Dakota! Che succede?- chiese lei, facendo capolino da dietro una porta chiusa.

Il centurione della Quinta Legione si fermò in mezzo al corridoio, girandosi fulmineamente.

Non appena vide la chioma scura di Reyna, corse nella sua direzione, gesticolando come impazzito.

-Muoviti, c'é un problema!- esclamò.

-Che tipo di problema?- chiese lei di rimando, aggiustandosi la toga.

-Una rissa. E bella pesante, anche.-

Gli occhi di ossidiana della giovane assunsero una sfumatura furente, mentre le labbra si piegavano in un'espressione dura.

-Dove?-

-Al centro della cittadella. Muoviti, o quelli si scannano.- rispose Dakota, correndo fuori a rotta di collo, seguito a ruota da Reyna e, poco più indietro, da Jason.

Nico scattò appena in tempo per evitare un pugno nello stomaco.

Quel fottuto figlio di Apollo era più forte di quanto pensasse, e decisamente più bellicoso di quanto la sua discendenza divina potesse dare a intendere.

Aiden McTheatre, da parte sua, non avrebbe mai pensato che il figlio di Ade, il reietto, potesse tirare pugni così poderosi. Agilmente, schivò un calcio, approfittando della momentanea perdita di equilibrio di Nico per mettergli le mani al collo, tentando di spingerlo giù.

Il ragazzo, ormai paonazzo, strinse a sua volta le mani attorno ai polsi del figlio di Apollo, costringendolo non senza fatica a rimuovere la mani dal suo collo.

Approfittando della situazione, lo fece girare, stando ben attento a non mollargli mai i polsi.

Aiden, accorgendosi di essere quasi impotente, fece l'unica cosa che gli venne in mente: si piegò in avanti in modo brusco, costringendo il suo avversario a staccare i piedi da terra per non lasciare la presa sulle mani. Poi, approfittando dell'effetto sorpresa, si lasciò cadere indietro, facendo bene attenzione a scaricare tutto il suo peso sulle costole di Nico.

Attorno a loro, gli altri figli degli dei urlavano. Chi incitando l'uno o l'altro combattente, la maggior parte, a dire il vero, chi tentando di separarli, pur senza arrischiarsi troppo avvicinandosi: quei due ragazzi ci stavano andando giù davvero pesante. Si era formato ormai un gruppetto di persone piuttosto grosso, e il caos era totale.

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