XV - Strange Evolutions During The Free Time

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Niente da fare in programma. Piuttosto strano, pensò Selena, visto che sin da quando era arrivata al campo Giove le sue giornate erano state una più frenetica di quell'altra.

La sensazione di non dover correre di qua e di là, di non dover per forza faticare e sudare nell'Arena la faceva sentire davvero in vacanza. Dopotutto, era estate, no?

Quindi uscì dalla cabina diretta verso la piazza principale; magari poteva chiacchierare con qualcuno dei ragazzi, uno di quelli che non era ancora riuscita a conoscere bene. Era del tempo che non faceva un pensiero del genere: quando era piccola le veniva naturale affezionarsi alle persone e trascorrere insieme quanto più tempo possibile.

Tuttavia, dopo la maledizione aveva cercato di reprimere questo suo lato socievole, e distaccarsi quanto più poteva dalle persone che le stavano intorno, per non farle soffrire.

E ora... La ragazza trattenne un sorriso. Quando era arrivata al campo, per la prima volta dopo molti anni, era riuscita a lasciarsi andare. Aveva trovato persone come lei, fratelli e sorelle, con le quali riusciva a avere un rapporto di amicizia sincero e non artefatto. E per la prima volta si era sentita felice. Felice di una felicità vera, sincera, istintiva, non imposta e tantomeno falsa.

E tutto questo lo doveva soprattutto a Piper, Hazel, Frank, Jason, Leo, Percy... E anche Nico, seppure in modo un po' particolare. L'unico problema del suo nuovo gruppo di amici era

-Annabeth!- esclamò una voce poco lontana.

Sorpresa, la figlia di Afrodite si girò di scatto.

Reyna, perché era stata lei a parlare, stava camminando verso la figlia di Atena, sbracciandosi per attirare la sua attenzione.

Selena rimase ferma al suo posto, osservandole senza farsi notare. Vide Reyna avvicinarsi a lei e salutarla con un abbraccio, per poi mettersi a parlarle in tono di voce tranquillo, come due amiche che si ritrovano dopo un po' di tempo e ne approfittano per fare due chiacchiere.

La ragazza aggrottò la fronte. Non aveva mai fatto caso al loro rapporto, ma ora che ci pensava, le due ragazze sembravano avere molto in comune: entrambe orgogliose, entrambe erano un punto di riferimento per i semidei Greci e Romani, due leader nate capaci di gestire alla perfezione qualunque situazione gli si fosse parata davanti. Era abbastanza ovvio che fossero amiche.

Questo pensiero la infastidì: ci voleva proprio un altro membro, nel fan club di Annabeth?

Selena, piantala.”, si redarguì prontamente, “pensieri positivi, pensieri positivi, pensieri positivi.” Ed ecco che si ritornava alla felicità imposta. Grandioso.

Cercando una distrazione Selena iniziò a camminare senza una meta precisa, osservando la vita frenetica dei semidei al campo.

Vagò per le vie di Nuova Roma, cercando di non pensare ad Annabeth. Possibile che tutti la adorassero, se era così sprezzante, altezzosa, supponente... “Ecco, lo sapevo, sono tornati. Basta, basta pensieri negativi, pensa alle fragole, alle rondini, agli arcobaleni...” 

Due semidei di passaggio le lanciarono un'occhiata dubbiosa. La ragazza si coprì la bocca per soffocare una risata, accorgendosi di avere espresso tutto ad alta voce.

Risollevato l'animo anche grazie all'espressione buffa che i due giovani le avevano rivolto, continuò ad esplorare la cittadina, concentrandosi sugli edifici e sulla vita intorno a se.

E proprio concentrandosi su quest’ultima, notò una coppietta seduta su una panchina sotto un grande platano, un po' appartata e in penombra rispetto alle colleghe che offrivano ristoro alle stanche gambe dei semidei.

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