XII - So Many Surprises

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L'armeria era un luogo enorme, chiassoso, dove il clangore di spade, lance e altre armi si confondeva alle chiacchiere fra i vari semidei.

Selena si guardò intorno, affascinata dal luccichio delle lame di superba fattezza che uscivano dall'azione congiunta delle mani esperte dei figli di Efesto e del calore del fuoco. Ogni tipo di arma concepita dalla mente umana era presente in quel bailamme: dagli spadoni a due mani agli archi cinesi, dalle stelle dei ninja alle scimitarre ottomane, e poi spade corte, lance, picche medievali, scudi di ogni foggia e dimensione, e addirittura oggetti di cui non aveva mai visto né sentito.

-Hey! Selena, che ci fai qui?- domandò una voce dietro di lei, distogliendola dalla sua contemplazione.

La figlia di Afrodite si girò, per scontrarsi con degli occhi dorati che rilucevano più di qualunque cosa lì dentro.

-Hazel! Mi hai spaventata!- rise la ragazza, sporgendosi per darle un bacio sulla guancia.

-Stavo cercando un'arma per gli allenamenti. Sai, ho chiesto a Frank di allenarmi, ieri, per non dovermi trovare in situazioni come quella dell'attacco...-

-Ah, si, Frank me l'ha detto... é incredibile che sia passato un giorno solo dall'attacco, mi sembra un'infinità!- rispose lei, sorridendo.

-Già... E non vorrei davvero che qualcun altro si facesse male a causa mia...- disse lei, arrossendo lievemente.

Hazel sorrise, intuendo i pensieri di Selena, poi riprese a parlare.

-Allora, hai già un'idea di cosa vuoi?-

-A dire il vero no...- scosse la testa lei.

-Non so nemmeno da dove iniziare.-

Hazel rimase zitta per qualche secondo, riflettendo.

-Hmmm... Selena, vieni con me.-

Detto ciò, la prese per mano, conducendola nei meandri dell'armeria.

Selena non protestò, e la seguì volentieri, mentre i suoi occhi guizzavano da una parte all'altre della sala, cercando di carpire quanti più particolari possibile.

-Ecco qui.- disse Hazel, fermandosi di fronte ad una parete.

Selena alzò lo sguardo. La parete era completamente ricoperta da pugnali di ogni genere: ce n'erano di lunghissimi, di microscopici, pugnali ricurvi e dritti come lame, finemente intarsiati o di una semplicità sorprendente, e dei più svariati materiali, tutti ugualmente luminosi nella luce che pervadeva il luogo.

-Sono...- iniziò Selena.

-Pugnali, già. Anche Piper ne ha uno e... Se devo dire, mi sembra l'arma più adatta per te.- spiegò la figlia di Plutone, sorridendo.

Come in trance, la ragazza annuì, allungando la mano verso un pugnale d'argento, finemente intarsiato sull'elsa con immagini di fiori, foglie e addirittura una piccola rondine.

Delicatamente, lo prese in mano.

-Questo.- disse, con voce decisa.

-Ne ero sicura.- replicò Hazel, sorridendo.

-E tu invece cosa ci fai qui?-

-Oh, niente. Ero passata a vedere se la mia spada era pronta, ma adesso vado dai Pegasi.-

Selena si girò verso l'amica, gli occhi che le brillavano.

-Avete dei Pegasi?- domandò, eccitata come una bambina.

-Si, sono qui da poco. Prima erano al Campo Mezzosangue, ma abbiamo pensato che fosse meglio non lasciarli soli per tutta l'estate.-

La ragazza batté le mani, eccitata.

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