XXVII - Let The Action Begins

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Viaggiare nel retro di un camion dei trasporti non era esattamente comidissimo.

I tre semidei erano stipati tra decine di imballaggi che contenevano lattine di Pepsi. Ma era comunque un'opzione migliore dell'andare a piedi.

-Quindi, dov' è esattamente che stiamo andando?- chiese Leo, mentre, con estrema nonchalance, apriva un imballaggio, per poi prendere una lattina, aprirla, e berla, con un sorriso soddisfatto.

-Si, effettivamente, poteva andarci peggio. Almeno qui abbiamo bibite a volontà!- sottolineò il concetto agitando la lattina nell'aria.

Un po' di Pepsi si versò sul fondo del camion.

Gli altri due lo guardarono storto, ma non dissero niente.

Jason tirò fuori dalla tasca posteriore dei jeans un foglietto ripiegato.

-Per rispondere alla tua domanda, Leo, Octavian ha detto di avere avuto una visione di me e Nico nel posto indicato in questo biglietto. Appena raggiungeremo questo indirizzo sapremo di più-.

-Va bene, ma non ho ancora capito perché, dato che ha visto solo voi due, sono dovuto venire anche io.- disse il figlio di Efesto sorseggiando un altro po' della sua bibita.

-Per guardarci le spalle, amico.- rispose il figlio di Giove, come se fosse la cosa più naturale del mondo.

Nico sbuffò.

–E' stata una decisione stupida, un figlio di Giove e un figlio di Ade attirano già abbastanza mostri da soli, non c'era bisogno di aggiungere un altro mezzosangue...-

-Hey, intanto fino ad ora non abbiamo incontrato nessun mostro, caro il mio signor pessimismo.- lo prese in giro Leo.

-Sinceramente non so se la cosa mi tranquillizzi o mi renda più nervoso. Ormai siamo in viaggio da giorni; é strano che nessuno ci abbia ancora attacato.- intervenne il figlio di Giove.

-La cosa che rende nervoso me invece è che appunto siamo in viaggio da giorni, dovremmo velocizzarci- osservò Nico, acido.

-Come mai, hai fretta di ritornare al campo?- lo schernì Leo.

-Non sono affari tuoi, Valdez- ringhiò quello.

-Woah calmatevi voi due!- li richiamò Jason. –Per adesso possiamo soltanto stare qui ed aspettare di giungere a destinazione, e gradirei che questo viaggio fosse il più tranquillo possibile.-

Nico sbuffò e Leo tornò a bere la sua Pepsi.

Passarono un paio di minuti con solo il rumore dell'autostrada.

-Quindi...- iniziò Leo.

Il figlio di Ade alzò gli occhi al cielo –Riesci a stare zitto per più di due minuti?-

L'altro lo ignorò tranquillamente, e si rivolse a Jason. –Siamo sicuri che questa missione abbia a che fare con l'attacco al campo?-

Jason esitò. –Non esattamente, ma è l'unica pista che abbiamo. E' passato quasi un mese e non abbiamo ancora nessun indizio, nessuna idea di come quelle arpie siano riuscite ad entrare. I confini del campo sono protetti dal dio Terminus e-

-Uh, intendi la statua parlante?-

Nico ridacchiò.

-Di Angelo, non lo incoraggiare. Dicevo, sono protetti da Terminus e nessuno dovrebbe essere in grado di oltrepassarli senza il suo consenso.-

-Il che significa che quei mostri sono apparsi direttamente dall'interno del campo, qualcuno deve averli evocati.- concluse Nico.

-Speriamo che questa missione possa farci capire chi è stato e perché.- Leo buttò via la lattina vuota.

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