XVIII - Try To Think Out Of Love, If You Can

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I caldi raggi del sole estivo inondavano il campo, carezzando l'erba verde del prato, illuminando le calme acque del fiume Tiberino e facendo risplendere come oro colato la bionda chioma di Selena.
La giovane semidea era sdraiata sull'erba, le gambe comodamente appoggiate sul grembo del fratello Mitchell, intenta a riflettere sugli avvenimenti del giorno prima.
Dopo essersi resa conto di quanto la situazione fosse compromettente, e spaventata da quello che avrebbe potuto succedere, se l'era semplicemente data a gambe borbottando scuse sconnesse, lasciando Nico solo e confuso.
A conti fatti, si rendeva conto di avere avuto una reazione esagerata: insomma, era vero che si trovavano soli nella cabina del figlio di Ade (e che quindi nessuno si sarebbe mai azzardato a entrare lì), ma da qui a pensare che Nico avrebbe approfittato della situazione... Eppure in quel momento non era riuscita a pensare razionalmente. Anzi, per la precisione era riuscita a pensare anche troppo razionalmente; una piccola levetta era scattata nella sua testa, ricordandole immediatamente ciò a cui non pensava più da ormai molto tempo. Era stato come innescare un meccanismo di autodifesa, che l'aveva portata subito a scappare da lui, da quel luogo, dai suoi sentimenti. O forse ciò che l'aveva portata a scappare, più che istinto di difesa personale, era istinto di difesa nei confronti di... Nico?
 
Scacciando i propri pensieri con un colpo di testa, si girò verso il fratello, silenzioso fino a quel momento.
Gli occhi azzurri come laghi alpini di Mitchell scrutavano attentamente due ragazzi poco lontani da loro, intenti a discutere animatamente.
Per non dire a urlarsi di tutto.
Selena voltò il capo a sua volta, riconoscendo nei due litiganti nientemeno che Travis Stoll e Katie Gardiner.
La figlia di Demetra stava mulinando le mani come impazzita, mentre lanciava improperi all'indirizzo del ragazzo; Travis, dal canto suo, la fissava con un sorrisetto fra lo scaltro e il malizioso, quando non era impegnato a stuzzicarla con battutine salaci.
 
-Questa situazione è ridicola...- sentenziò Mitchell, apparentemente infastidito. -é evidente che quei due si piacciono, lo sanno tutti tranne loro.-
Selena rise.
-Già, Katie non capisce che il povero Travis continua a farle scherzi solo per attirare la sua attenzione...- aggiunse poi, riportando la sua attenzione sul figlio di Hermes che aveva trovato un punto da fissare mentre subiva la lavata di capo da parte di Katie. Un punto un bel po' più in basso del viso.
Il figlio di Afrodite seguì lo sguardo della sorella, per poi annuire con aria eloquente.
-Oh, certo... Per non parlare di tutta la tensione sessuale repressa, fa male alle piante.-
Selena si mise a sedere, il petto scosso da irrefrenabili risate; Mitchell aveva un vero e proprio talento nel lanciare frecciatine, soprattutto quando si trattava di una coppietta di recente (o, come in questo caso, futura) formazione.
Quando finalmente riprese fiato si rivolse al fratello
-Mitchell sei fantastico, comè possibile che tu sia single?- domandò con spiazzante brutalità.
Il figlio di Afrodite scoppiò a ridere a sua volta e, invece di rispondere, tirò fuori dalla tasca posteriore dei jeans una fotografia.
Guardandola, il viso ridente si addolcì in un'espressione più serena, quasi di adorazione. Rimirò l'immagine giusto per pochi istanti, poi la porse a Selena, che la afferrò con curiosità e la osservò.
La foto ritraeva una ragazza più o meno della loro età, dai lunghi capelli castani che incorniciavano un volto sorridente e grandi occhi marroni.
-E’…- cominciò Selena prima di venire interrotta da suo fratello.
-Una mortale, già.-
-Veramente stavo per dire bellissima...- disse lei alzando lo sguardo dalla foto e sorridendo dolcemente a Mitchell.
-E’ la mia ragazza.-
Selena spalancò gli occhi. Poi spalancò la bocca, come per dire (o meglio, urlare) qualcosa, ma subito dopo la richiuse. Diede un ultimo sguardo alla foto, e con tono più che stupito esclamò
-La tua ragazza??-
-Come mai questo tono sorpreso?- chiese Mitchell, fintamente ferito dalla reazione della ragazza.
-Ehm... é che... Sai… Tutti al campo pensano che tu sia gay.- rispose quella, con una naturalezza ed un candore tale che il ragazzo non poté fare a meno di scoppiare a ridere di nuovo.
-Solo perché sono figlio di Afrodite? Non trovi che sia un po’ uno stereotipo?- ribatté, esibendo un' espressione esageratamente offesa.
Selena sorrise, evitando di rispondere, per poi tornare a guardare la foto.
-Come si chiama?-
-Sarah.- rispose Mitchell.
La figlia di Afrodite non poté non notare il tono con cui aveva pronunciato quel nome, quasi con timore, come se fosse un segreto noto solo a lui, come se avesse paura di perderla solo pronunciandone il nome, come se fosse l’unica cosa che importasse nella vita.
-E’ davvero molto bella… Lei… Lei sa che sei un mezzosangue?- chiese incerta Selena.
-Certo, gliel’ho detto non appena mi sono reso conto che lei sarà la ragazza che sposerò.- rispose lui con naturalezza, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
-Cosaaa?! Siete troppo giovani per farlo!- esclamò la ragazza.
Mitchell rise, e poi la guardò in un modo che le fece pensare che si, probabilmente per lui era la cosa più ovvia del mondo.
Allora non si era sbagliata, nell'immaginare quell'istinto di protezione verso di lei. Dai suoi occhi, in quel momento luminosi e raggianti, era più che evidente l'amore che il giovane figlio di Afrodite provava verso quella mortale.
-Ovviamente non intendo adesso. Ma in futuro sì, lei è quella giusta.- disse il ragazzo infatti, distogliendola momentaneamente dai suoi pensieri.
-Ma come fai ad esserne così sicuro?- chiese Selena ancora confusa.
Pur essendo figli della dea dell’amore, lei e i suoi fratelli non erano affatto immuni da sbagli, innamoramenti sbagliati e delusioni: ricordava perfettamente quando, appena pochi giorni prima, Helen si era rintanata nella Casa in lacrime, dopo che il suo ragazzo (un figlio di Nike di cui aveva ostracizzato il nome) l'aveva lasciata in malo modo. E ricordava che delle volte era successo anche a lei, di provare dei forti sentimenti per persone che poi si erano rivelate differenti da come le si erano presentate. Essere figli di Afrodite non significava avere l'onniscienza riguardo alle questioni di cuore.
Il figlio di Afrodite sorrise, forse indovinando i suoi pensieri.
-Ti sei mai chiesta come mai, pur essendo figli della stessa dea dell’amore, io, te e gli altri ragazzi e ragazze della cabina siamo così diversi quando si tratta di amore e relazioni?- chiese, senza aspettare una risposta.
-Intendo, come mai Helen quando si innamora é lontana anni luce, o perché alcuni si immaginano subito come sarebbe bello avere dei figli con l'innamorato in questione, mentre altri sono più disincantati...-
Selena annuì, incoraggiandolo ad andare avanti.
-Ci ho pensato moltissimo, soprattutto da quando ho incontrato Sarah... E, ecco... Sono giunto alla conclusione che esistono diversi aspetti di nostra madre, Afrodite, così come esistono aspetti diversi di amore, e ognuno dei suoi figli eredita, per così dire, una determinata caratteristica.
Drew per esempio, secondo me incarna il lato passionale di Afrodite, quello fisico: non mostra nessuna indecisione nell’esprimere la sua attrazione verso i ragazzi e utilizza l’erotismo come strumento di seduzione.
Piper invece, attrae per la sua bellezza interiore, legata al suo essere vera ed autentica, la sua bellezza infatti è qualcosa che va ben al di là del concetto estetico… Credici o no, ma anche per Afrodite è così, lei non attrae per ciò che offre, ma per ciò che è, e proprio questo suo essere sé stessa fino in fondo produce la grande attrazione.-
Selena lo guardava rapita, incantata dalle sue parole. Non ci aveva mai pensato, ma ora si rendeva pienamente conto che il discorso di Mitchell non faceva una grinza, anzi, filava via liscio, perfetto e scorrevole, come se la frase che aveva dato il via a quella strana “apologia dell'amore” avesse avuto la funzione della prima tessera del domino: bastava un lieve tocco, ed ecco che quella scatenava una reazione a catena che produceva, dal nulla, un meraviglioso e perfetto disegno.
-Tu, invece, hai ereditato la sua capacità di far innamorare tutti di sé- continuò il fratello, guardandola.
Quella frase riportò la ragazza con i piedi per terra alla velocità della luce.
Guardandolo confusa, borbottò imbarazzata:
-No, non credo, secondo me ti sbagli, io...-
Mitchell fu veloce a fermare il fiume di frasi sconnesse che aveva iniziato a fuoriuscire dalla bocca di Selena.
-Non intendo necessariamente in termini di attrazione fisica. Semplicemente sono del parere che tu piaci alle persone perché fai loro dono della tua bellezza e del tuo amore senza altri scopi se non l’amore stesso. Vedi, tu elargisci questo sentimento quasi inconsapevolmente, e le persone intorno a te non possono far altro che lasciarsi trasportare dall’armonia che sprigioni.-
Mitchell le sorrise dolce, e Selena non poté che ricambiare, anche se dentro di se sentiva il cuore spezzarsi in due: se solo Mitchell avesse saputo...
-Wow non avevo mai pensato una cosa simile, è incredibile.- riprese però lei, sinceramente abbagliata dalle parole del fratello.
Il ragazzo ridacchiò.
-Già, tutto questo bel discorso per arrivare a dire che io incarno la capacità di amare incondizionatamente e assolutamente con tutto me stesso. Parlo di amore nella sua forma più pura. Ecco perché sono sicuro che passerò tutta la mia vita con Sarah, la amo e l’amerò per sempre.-
Lo sguardo di Mitchell e l’emozione mista ad una tenace sicurezza nella sua voce bastarono a convincere Selena, che gli sorrise e strinse la mano del fratello.
Si ritrovò a pensare quanto anche lei desiderasse un ragazzo che l’amasse tanto quanto Mitchell amava Sarah.
Per una frazione di secondo le venne in mente Nico, ma scacciò immediatamente quel pensiero.
-Comunque alla fine siamo tutti figli della dea dell’amore, e ognuno di noi prima o poi si innamorerà, succederà anche a te.- disse il ragazzo riscuotendo Selena dai suoi pensieri.
-Che ne sai che non mi sono mai innamorata?- disse lei sulla difensiva.
-Io le capisco queste cose.- le rispose facendole l'occhiolino.
-RAZZA DI DEFICIENTE!-
L'atmosfera bucolica e ideale che era stata creata dalle parole del giovane figlio di Afrodite venne brutalmente fatta a pezzi da uno strillo più forte di Katie.
I due ragazzi si girarono stupiti verso la semidea, per constatare come non solo la lite fra lei e Travis non accennasse a smettere, ma anzi le parole della figlia di Demetra stessero via via diventando più ingiuriose e pesanti.
-Mi chiedo quanto ci metterà Katie a dire parole come “merda”.- disse semplicemente Selena, concentrandosi sui due.
-Katie Gardiner? Non credo di averla mai sentita dire una parolaccia... Se Travis é riuscito a farle dire “deficiente” significa che deve averla fatta davvero grossa.- ribatté il ragazzo.
 
Effettivamente, dire che Katie fosse arrabbiata come una iena era ancora utilizzare un eufemismo.
La ragazza riprese fiato, cercando nella mente un altro epiteto che avrebbe potuto indirizzare a quel... Quel... Quel figlio di Hermes.
I due fratelli Stoll ne avevano fatti tanti di scherzi alla loro cabina, ma questo li batteva tutti: quale mente perversa avrebbe avuto il coraggio di inondare tutti i componenti della cabina di Demetra di cioccolato al latte? E mentre erano al lavoro nel piccolo campo in cui stavano faticosamente cercando di far crescere delle fragole (il terreno della California non era esattamente il massimo per quanto riguardava la crescita di frutti così delicati)!
Lei era miracolosamente scampata al pubblico ludibrio (il percorso per andare dal campo alle docce passava per la piazza principale di Nuova Roma, e farsi vedere ricoperta di cioccolato nel caldo sole estivo non era sicuramente il modo migliore per cominciare la giornata) solo ed esclusivamente perché il Fato aveva voluto farla andare in bagno proprio un minuto prima che gli Stoll iniziassero il loro attacco, ma l'offesa rimaneva.
Ed essendo il capo della cabina di Demetra, aveva intenzione di lavare l'onta al più presto. Con il sangue di Travis, possibilmente.
-Sono stufa! Si può sapere perché continui a bersagliarmi di scherzi?- esclamò, a tono leggermente più basso, le mani che tremavano per la frustrazione.
-Humm... Magari perché nessuno reagisce meglio di te?- fu la maliziosa risposta del suo interlocutore, che aveva appena sollevato lo sguardo dal suo seno (anche se Katie era troppo arrabbiata per accorgersene) per piantarle in faccia due iridi azzurre pienamente soddisfatte.
La ragazza spalancò gli occhi, troppo sconvolta da quella risposta per poter formulare una frase di senso compiuto. Il suo labbro inferiore iniziò a tremare, e gli occhi si assottigliarono.
All'improvviso Travis, come se si fosse accorto di aver davvero passato il segno, e forse prestando attenzione allo sguardo di Katie, si avvicinò di un passo.
-Katie...- iniziò, tendendo una mano verso di lei.
E poi accadde
Con un movimento felino, la mano della figlia di Demetra si sollevò, pronta per andare a colpire la guancia del ragazzo con tutta la forza di cui era capace.
Altrettanto velocemente, il semidio afferrò il polso della ragazza giusto un attimo prima che le sue dita rovinassero il suo bel viso; con un unico gesto fluido, attirò Katie a sé, e si portò dietro di lei.
Il suo petto si scontrò con la schiena di lei, permettendo alla figlia di Demetra di sentire il calore del suo corpo, la sensazione dei suoi addominali scolpiti contro di lei, il suo fiato caldo vicino all'orecchio... Inutilmente, tentò di sfuggire a quella situazione ambigua, ma la mano di Travis era saldamente agganciata al suo polso, e la costringeva in un abbraccio inaspettato, indissolubile, e soprattutto profondamente sbagliato.
-Travis...- mormorò, improvvisamente conscia del fisico maturo del ragazzo, degli occhi azzurri che non poteva vedere ma era sicura le stessero perforando la nuca, le labbra a pochi centimetri dalla sua pelle e il respiro di entrambi che si faceva sempre più affannoso.
-Si?- sussurrò lui a sua volta, tranquillo, eppure con un tono selvaggio nella voce, quasi... Lussurioso.
Katie rimase in silenzio, insicura sulle parole da utilizzare. Cosa avrebbe dovuto dirgli? Di lasciarla andare, questo era certo. Eppure, c'era una parte di lei che le urlava di no, di tenerlo vicino, anzi, di avvicinarlo ancora di più, come se nel suo “abbraccio”... Stesse bene.
Sentì il respiro farsi sempre più affannoso. Inconsciamente, alzò lo sguardo, e...
-No, no, fate pure, non vi daremo fastidio.- la voce di Selena le raggiunse le orecchie ancora prima che riuscisse a mettere a fuoco la figura della figlia di Afrodite e del fratello Mitchell.
Le parole della ragazza ebbero il potere (straordinario, considerato che era una figlia di Afrodite) di farla ritornare con i piedi per terra e sopprimere la parte di lei che voleva stare ancora più vicina al figlio di Hermes.
-STOLL!- urlò infatti, con uno strillo più forte degli altri.
-LASCIAMI IMMEDIATAMENTE!- continuò, iniziando a dimenarsi e a dare strattoni al braccio del ragazzo.
-Hey, hey, calmati... Ti vedo nervosa, Katie, non é che ti ci vorrebbe un po' di camomilla?- rispose tranquillamente Travis, rendendola finalmente libera e girandosi a guardarla con aria innocente.
Ancora una volta, la ragazza si rese conto di non sapere cosa rispondere.
Quindi, memore dell'errore di poco prima, si incamminò a passò di marcia verso Nuova Roma, borbottando qualcosa riguardo al fatto che agli Stoll non dovrebbe essere permesso procreare, che in particolare quello Stoll doveva essere castrato a vita, e che tutta quella tensione faceva male alle piante.
 
-Hai dimenticato un “sessuale”...- commentò Mitchell, abbastanza forte perché solo Selena lo udisse, mentre Travis rimase lì impalato e decisamente più confuso di prima.
 
Mentre si preparava per andare a cena, Selena ripensò alle parole del fratello.
Mitchell aveva ragione, lei non era mai stata innamorata, ma non perché non ci fossero state occasioni. Ma ogni volta che Selena sentiva di cominciare a provare qualcosa di profondo per un ragazzo, puntuale come la morte si distaccava bruscamente, reprimendo i suoi sentimenti.
Odiava essere costretta a farlo, ma non aveva scelta.
Niente relazioni, niente che potesse coinvolgerla sentimentalmente, niente di niente. Innamorarsi era troppo rischioso,  perché se si fosse innamorata avrebbe dato a qualcuno la possibilità di spezzarle il cuore, di ferirla, di provocarle dolore, e non poteva permettere che ciò accadesse.
Se lei prova dolore, anche chi glielo causa soffre.
Selena non voleva fare del male alle persone, perciò non dava loro la possibilità di farle del male.
Era un principio semplice, ed era stato semplice anche applicarlo. Fino ad allora.
Da quando Nico era apparso nella sua vita non si sentiva più sicura.
 
Man mano che la mensa si avvicinava, tutto il corpo di Selena si irrigidiva. Le gambe facevano sempre più resistenza, la gola le si seccava, e il suo cervello le urlava “scappa, cretina!”
Se aveva pensato di aver toccato il massimo dell'imbarazzo la mattina precedente, quando aveva rivisto Nico dopo quello strano sogno, ora doveva sicuramente ricredersi: nulla era paragonabile alle sensazioni che provava ora. Rivedere il figlio di Ade dopo essere scappata in quel modo... Non ce la poteva fare.
Facendo un respiro profondo, si impose di rimanere calma. Era vero, avrebbe rivisto Nico, ma ci sarebbero stati anche i Sette, e la cosa la rassicurava non poco.
Concentrandosi sui propri respiri e sul rumore dei suoi passi sul selciato, riuscì ad arrivare fino alla mensa in un tempo ragionevole. Ad ogni passo, l'ansia diminuiva, il suo cuore si faceva più leggero, e il mantra “tranquilla, ci sono tutti, non ti farà una scenata” prendeva sempre più posto nella sua mente.
Fiduciosa e con un grande sorriso sulle labbra, alzò lo sguardo, mentre entrava nel grande salone. E questo fu un male.
Perché vide che, ancora una volta, Nico era seduto al tavolo dei Sette. Solo.

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