12. A cosa brindiamo?

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Silvia
Era su quel jet da oltre due ore e non si era ancora abituata a tutto quel lusso. Stupidamente, caricando nell'auto di Charles il trolley Ferrari nuovo di pacca, aveva sperato che non fosse un problema per l'imbarco. Poi aveva capito che non avrebbero viaggiato su un volo di linea.
"Rispondo alle domande che sicuramente ti stai facendo. Si, è un jet privato; no, non è mio. Si, viaggio sempre così, si, è costoso esattamente come sembra. E per finire, no, il trolley pieno di merchandising Ferrari non sarà un problema." Silvia lo guardò male: si stava apertamente prendendo gioco di lei.
"Pilota dei miei stivali, renditi utile e porta dentro questa roba."
Alle sue parole, un pettinatissimo signore sulla cinquantina prese le sue valigie e le portò a bordo.
Charles rise vedendo la ragazza tra l'imbarazzo e la voglia di ucciderlo.

Subito dopo il decollo, una bionda le aveva chiesto cosa desiderasse ordinare. Silvia guardò Charles, decisamente spaesata, il quale però non sembrava intenzionato ad aiutarla, ridacchiando sotto i baffi. Stanca di essere presa in giro, Silvia si decise ad agire.
"Di solito cosa prende il signor Leclerc?"
"Una coca cola zero, con ghiaccio e due fettine di limone." Che tristezza, pensò Silvia.
"Per questa volta facciamo uno strappo alla regola. Ci porti una bottiglia di prosecco e due calici, per favore."
"Arriva subito."

"Ciò che bevi va pagato, lo sai vero?" Disse Charles schernendola.
"Veramente spendi migliaia di euro per tutto questo e ti tocca anche pagari la diet coke?" Lui rise, e Silvia continuò.
"Comunque non sono una morta di fame, posso permettermi questa bottiglia e anche quella che chiederò tra tre ore se continuerai ad essere così fastidioso."
Charles sorrise provocatorio, mentre la hostess portava il loro prosecco. Mentre si apprestava ad aprirlo, Charles la interruppe.
"Lasci pure così, facciamo noi."

L'ennesima provocazione, Silvia lo aveva capito. Prese la bottiglia con sicurezza e in pochi secondi la aprì, prima di versare il vino nei calici e porgerne uno al pilota. Non sai con chi hai a che fare, questo diceva lo sguardo che riservò al monegasco.
"Wow, sei una vera alcolizzata." Disse ridendo, spezzando l'atmosfera frizzante che si era creata per entrare in quella più familiare fatta di risate e complicità.
"A cosa brindiamo?" Chiese lui.
"Che domande, al mondiale, ovviamente."

Charles
Alla fine aveva vinto lei. La stoccata sul mondiale non se l'aspettava di certo. Però la meritava. Aveva passato buona parte del viaggio fino a quel momento a punzecchiarla: voleva capire quanto fosse davvero impermeabile al lusso, alla fama, al suo nome.
E si era dimostrata un osso duro, di certo non la classica ragazza che sarebbe caduta ai suoi piedi per due paroline dolci.

Passato il momento iniziale fatto di provocazioni e sguardi incendiari, i due avevano ripreso a chiacchierare normalmente. Silvia era curiosa, voleva sapere più cose possibili sulle gare, sui circuiti, sugli avversari che temeva e sulle strategie che aveva in mente.
"Di Carlos cosa mi dici?" Le chiese di colpo, memore della complicità di quella mattina.
"L'ho visto prima in mensa, mentre ti aspettavo. È simpatico, a tratti arrogantello, ma mi sembra una brava persona."
"Si, lo è. Nonostante ciò che si dice fuori, è uno dei pochi che davvero stimo in Ferrari, e forse l'unico di cui mi fido."
"Mi fa piacere, ma è un avversario quindi levati quel sorrisino dalla faccia."
Il modo in cui sembrava dargli ordini lo faceva ridere. Non era per niente credibile in quella veste autoritaria, eppure sapeva che non stava minimamente scherzando.

Esaurito, almeno per il momento, l'argomento Formula1, i due si spostarono su terreni più scivolosi. Charles chiese a Silvia della famiglia, e poi raccontò della sua. Con naturalezza e senza fare drammi: era un privilegiato, e se mai se ne fosse dimenticato il jet su cui poggiava il culo sarebbe bastato a ricordargli il contrario.
Poi Charles le chiese dei suoi studi; la passione con cui parlava incuriosì il monegasco, che di letteratura sapeva poco o nulla. Eppure tutto ciò che usciva dalla bocca di Silvia diventava per lui estremamente affascinante. La ascoltava incantato, pur non capendo un cazzo.
Poi toccò a Silvia fare la sua domanda, e scelse un argomento preciso, che Charles capì essere il suo punto debole.

Come gestire la fama. Non me aveva idea, in realtà. Era entrato così presto in quel mondo da ricordare a mala pena cosa ci fosse prima.
"Ti spaventa?" Chiese Charles dolcemente.
"Da morire. Odio trovarmi al centro dell'attenzione, quando mi cantano tanti auguri conto i secondi che mancano alla fine di quello strazio."
Charles apprezzava quel tipo di sincerità senza filtri che non era abituato a ricevere.
"Beh, ci penseremo quando arriverà, no? Goditi il momento."
Silvia a quel punto tirò fuori il telefono e gli mostrò degli screenshot. Erano due foto: in una stavano uscendo dal circuito di Fiorano, e la figura di Silvia non era nitida. Nell'altra, più vecchia, erano in macchina, dopo il loro primo incontro, alla stazione di Modena.

"Mi dispiace, non credevo che ci riconoscessero o ci fotografassero."
"Beh qui non è che fossimo proprio in incognito, una Ferrari non passa inosservata." Disse Silvia con una punta di sarcasmo.
"Comunque, non te l'ho detto per avere le tue scuse. Ho messo in conto anche questo. L'ho trovato durante il tragitto per l'aeroporto, ma il post è di qualche giorno fa. E ho pensato che forse la tua fidanzata potrebbe averle viste."
Mi stai per caso spingendo tra le sue braccia?, si chiese Charles.
"Se le avesse viste non sarebbe rimasta così calma, credimi. In ogni caso non è un problema che ti riguarda, tranquilla." Charles chiuse l'argomento.

Dopo qualche minuto di riflessione, parlò di nuovo.
"Questa cosa che te puoi spulciare anche le cose in cui mi taggano e io invece non posso vedere niente di te mi sta sul cazzo." Lo disse così, senza filtri. Voleva vedere come si mostrava sui social e trovare scuse non avrebbe cancellato l'interesse che provava per quella ragazza.
"Non ti arrendi eh." Rispose lei armeggiando con il cellulare.
"Ho messo il profilo pubblico, ma non mi devi seguire. Andata?"
Lui annuì soddisfatto e prese il telefono in mano. Vide Silvia arrossire lievemente. La stava studiando e lei lo sapeva.
Guardò le storie in evidenza, prettamente foto di paesaggi, e poi iniziò a scorrere i post. Foto con le amiche, con la famiglia, ricordi vari, e di tanto in tanto qualche scatto corredato da didascalie ironiche, che rappresentava a pieno il carattere della ragazza.

"Queste chi sono?" Chiese il ragazzo, mostrando una foto.
"Le mie nipoti, figlie di mia sorella. Perché, vuoi che te le presenti?"
"Idiota, ero solo curioso. Sono un po' piccole per me, no?"
"Dipende dai tuoi gusti. La più grande è del 2004."
"La bionda? Bella eh, ma preferisco la mora. Che però è ancora più piccola quindi non voglio sapere niente." Silvia rise.
"Anzi, parliamo dei tuoi gusti."
"Se vedessi i miei ex capiresti che ho dei gusti strani." Rispose ridendo.
"Ci sarà qualcosa che ti colpisce, no?"
"Occhi. Sorriso. Braccia." Charles sorrise e tirò su il braccio, mostrando il bicipite.
"Niente male no?" Silvia scosse la testa ridendo.
Il viaggio continuò tra battutine e risate sgangherate. Fino a Miami.

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Ciao a tutti!
Prima gara dell'anno e prima vittoria di Leclerc! Ah no? Va be', leggetevi questo capitolo per consolarvi.
E ricordate, ferraristi, che la strada è ancora lunga. 🍀
salesulleciglia 🌟

PROMISES - Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora