15. L'ho sempre detto che Arthur è più sveglio di te

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Silvia
Non aveva impiegato molto tempo a capire che il giovane Leclerc fosse il più propenso dei due al divertimento. Charles sembrava leggermente a disagio nel locale in cui erano stati trascinati da Arthur.
"Dobbiamo far bere mio fratello, altrimenti si terrà quel muso per tutta la sera."
"Non credo di voler essere tua complice, sei pericoloso."
Arthur si allontanò e raggiunse il bancone del bar.

"Secondo tuo fratello hai bisogno di bere." Disse Silvia raggiungendo Charles al tavolo.
Lui sembrava stravolto; un capannello di persone aveva circondato i due fratelli chiedendo autografi e foto. Arthur si era mostrato sorridente e disponibile; Charles aveva accontentato tutti con gentilezza, come suo solito, ma decisamente con meno entusiasmo.
"Beh potrebbe farmi bene in effetti, ma se conosco mio fratello tornerà a casa a gattoni, e anche tu mi sembri avere le stesse intenzioni."
Silvia ignorò i commenti del giovane e si sedette accanto a lui.
"Mi spieghi perchè hai la faccia di uno che vorrebbe essere ovunque tranne che qui?"
"Tu che ne sai di che faccia ho?" Disse il pilota sorridendo, cercando di sviare le domande della giovane.
"Perché mi sono sentita così un sacco di volte. Ora mi rispondi?"
Colpito dalla trasparenza di Silvia, si decise ad aprirsi.
"Hai visto come era felice mio fratello di incontrare i fan? Vorrei davvero avere di nuovo quell'entusiasmo. Vedo come mi guardano e mi sembra di deluderli: loro mi vedono come una specie di eroe e io invece mi sento una merda." Alla fine, come spesso accade, apri uno spiraglio e ciò che viene fuori ti travolge.

Silvia rimase stupita della confessione del ragazzo, ma mentre pensava a come confortarlo arrivò Arthur.
"Fratello, un gin lemon per toglierti della faccia da funerale. Silvia, non so cosa sia ma è troppo leggero, il prossimo lo scelgo io."

Arthur era giovane e festaiolo, ma sapeva come distrarre il fratello. Si rivelò una compagnia preziosa, perchè anche Charles iniziò a sciogliersi.
"Offro io il secondo giro, cosa volete?" Chiese il maggiore dei Leclerc.
Tornò dopo pochi minuti con i tre cocktail.
"Allora, me lo dite come vi siete conosciuti? La storia vera, per favore."
Silvia guardò Charles e subito capì: non aveva detto neanche alla famiglia della sua crisi autunnale.
"Te l'ho già raccontato dieci volte: ci siamo presentati quando è stata assunta e poi ci siamo rivisti a gennaio. Ha notato un errore in una vecchia gara e siamo diventati amici."
"E io non ci ho creduto neanche la prima volta. Ora poi che ho visto le foto."
Silvia sapeva a quali foto facesse riferimento il giovane.
"Me le ha mandate Charlotte, mi ha chiesto se sapessi qualcosa della ragazza. Ora che ti conosco sono abbastanza sicuro che fossi tu."

Charles
Adesso sapeva che Charlotte aveva visto le foto. E che suo fratello era più sveglio di quel che dava a vedere. Non sapendo come rispondere alle illazioni di Arthur, decise di fare il suo gioco.

"Ok campione, facciamo un altro giro e poi ti racconto." Silvia lo fulminò e lo seguì.
"Non credo che mandare in coma etilico tuo fratello sia la giusta mossa."
"Qualche shot e non si ricorderà niente, è sempre così. Tranquilla."
"Potresti dire la verità."
"No, non posso. La vita mi ha tolto molto e dato tanto di più. La mia famiglia non si merita preoccupazioni."
Silvia non rispose e si tirò fuori dalla questione.

Charles appoggiò gli shot di tequila sul tavolo: ne presero uno a testa, Arthur non aspettò neanche di battere i bicchieri che aveva già agguantato il secondo. Silvia era ancora alle prese con il primo shot, e fece segno a Arthur di prendere anche il suo. Inutile dire che il fratellino non si fece pregare.
"Allora ti racconto quella cosa."
"Si magari la prossima volta ora andiamo a ballare." Detto questo trascinò Silvia in pista, che iniziava ad essere visibilmente brilla.

Mi toccherà raccattarli entrambi, speriamo ne sia valsa la pena, pensò tra sé Charles, prima di buttare giù il secondo shot e raggiungere il fratello e la ragazza in pista.
I due ballavano vicini, e Charles si scoprì geloso del fratello. O meglio, invidioso delle sue capacità di fare esattamente ciò che voleva senza rimuginare troppo. Avrebbe voluto essere al suo posto, avrebbe voluto avere le braccia di Silvia intorno al collo e il suo profumo nelle narici.

Silvia si accorse della sua presenza e lo tirò in mezzo. Si avvicinò al suo orecchio.
"Mi ha appena chiesto il nome, la tua strategia funziona." Charles scosse la testa ridendo. Il solito Arthur.

Il ritorno a casa fu movimentato. Suo fratello era decisamente ubriaco; Silvia era sorprendentemente lucida.
"Sono ubriaco."
"Si campione, lo vedo" Rispose Charles mentre guidava.
"Non posso dormire con mamma." Non era messo così male se ricordava quel dettaglio.
"Se vuoi ti lascio sotto quel ponte." Rispose ironico il fratello.
"Seriamente, se mi vede così si incazza." Silvia sul sedile posteriore rise.
"Invece di ridere di me, trova una soluzione. Dato che sono in queste condizioni perchè Charles non vuole dirmi la verità su di te." Il silenzio riempì l'abitacolo.
Charles si stupì del fratello. Aveva speso un patrimonio per farlo bere e non aveva nemmeno raggiunto il suo obiettivo. Ci pensò Silvia a risolvere la questione.
"Gli ho chiesto io di non farlo, giuro che poi ti spiegherò tutto. Comunque puoi dormire con me e Charles dormirà con vostra mamma."
Prima parte della risposta, voto dieci, seconda parte della risposta, perché cazzo vuoi dormire con mio fratello?, pensò il monegasco.

Non fece domande e accompagnò Arthur su per le scale. Prima di raggiungere la madre, Silvia lo seguì nel corridoio.
"Charles..." Prima o poi sarebbe morto, se avesse continuato a pronunciare il suo nome in quel modo, pensò il pilota prima di voltarsi.

"Volevo solo dirti che non credo tu sia una delusione." E rientrò in camera, dove il fratello già dormiva di brutto.
Raggiunse la madre, che nel dormiveglia gli rivolse una domanda.
"Ti ha già buttato fuori dal letto? L'ho sempre detto che Arthur è più sveglio di te." Charles rise e si mise a letto, le parole di Silvia ancora nitide nella sua mente.

PROMISES - Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora