Maggio 2023
Silvia
"Allora, sei felice di correre a casa tua?"
Carlos annuì sorridendo. I due stavano raggiungendo Barcellona per il Gran Premio di Catalogna. Nelle ultime settimane, complice anche la freddezza di Charles, aveva avuto modo di conoscere meglio il pilota spagnolo. Avevano scoperto di avere parecchie cose in comune. Parlavano per ore: famiglia, musica, cibo. Ma mai del mondiale. Sapevano di essere sulle sponde opposte, pur entrambe dipinte di rosso, e si limitavano ad evitare un argomento così scomodo sul quale avevano vedute diverse.Dopo il primo deludente Gran Premio, la Ferrari si era rimessa in pista. Carlos aveva vinto in Australia. Charles, pur senza riuscire a vincere, aveva collezionato quattro podi. In gara aveva riacquistato il sangue freddo che lo aveva sempre caratterizzato. La situazione in Ferrari sembrava essersi stabilizzata, anche se Silvia aveva notato gli occhi spenti del pilota e il suo pessimo umore.
Non si erano più parlati: avevano scambiato qualche battuta nel paddock, informazioni tecniche e niente di più. In quei mesi, Silvia aveva scoperto in Carlos un amico fidato. Lui aveva provato a chiederle qualcosa sulla strana situazione che viveva con Charles, ma lei non era mai scesa nei dettagli. Ogni volta che incrociava il monegasco, lo spagnolo si faceva vivo per punzecchiarla. Lei lo lasciava fare, sperando che il mutismo in cui si era nascosta facesse desistere Carlos.
Giunti in aeroporto avevano trovato Charles: lui li aveva sicuramente visti ma aveva tirato diritto.
"Tu continui a negare, ma questa cara è una scenata di gelosia bella e buona."
"Ma quale scenata che non parliamo da mesi."
Si stava sbottonando più di quanto avrebbe voluto. Ma, forse presa dalla rabbia per le reazioni da bambino del monegasco, si lasciò un po' andare.
"Non parlate dal Bahrein. Lo so perché quella sera ero in terrazza e ti ho sentito urlare. Non so cosa abbia combinato, ma qualcosa di grosso considerato che non ti ho mai sentita così."
Carlos sapeva più di quello che aveva fatto capire, adesso era evidente. Silvia non sapeva cosa fare: parlare con lo spagnolo avrebbe significato dire tutto. E non aveva punta voglia di ripercorrere quella che considerava una storia chiusa.Il ragazzo si accorse della sua titubanza.
"Non c'è bisogno che mi spieghi, però non negare perché ho due occhi e sono in grado di riconoscere due persone che hanno avuto... qualcosa."
Lei si arrese annuendo, confermando in un certo senso le illazioni del pilota.
"Va bene stronzetto, ci vediamo al paddock. Spero che arrivi secondo."Charles
Tra le altre cose, Charles non aveva messo in conto la possibilità che allontanando Silvia l'avrebbe spinta tra le braccia di Carlos. Eppure era successo. I due erano sempre più complici: pranzavano insieme a mensa, spesso uscivano con altri ragazzi del team, e adesso arrivavano insieme in aereo.
Vorrei ricordarti che sei nella mia squadra, avrebbe voluto dire a Silvia. Ma sapeva, dopo averla trattata in quel modo, di non avere più alcun diritto di dirle come comportarsi. Anche perché sul lavoro era sempre professionale; tra i due, era sicuramente lui quello che faceva fatica a nascondere il loro passato.La gara sarebbe iniziata a breve: in qualifica era risultato primo e sperava di portare a casa la prima stramaledetta vittoria. Farlo in Spagna, a casa di colui che sembrava volergli portare via il posto in scuderia e anche la ragazza migliore del team, sarebbe stato ancora più soddisfacente.
I semafori si spensero e partì: un incidente al primo giro aveva obbligato all'ingresso della safety car.
Speriamo sia Carlos, si era sorpreso a pensare, acido come mai prima.Mancavano pochi giri quando Charles sentì la macchina non rispondere ai suoi comandi: sembrava esserci qualche problema di tipo elettrico che però non riusciva ad individuare. Il team radio confermò.
Se ti fai prendere dal panico sei morto.
Cercò di restare calmo, ma la macchina sparata a 280 km/h gli rendeva la cosa leggermente complicata.
Provare a raggiungere i box era fuori discussione. Individuò il punto migliore per fermare l'auto, con l'aiuto del team.
Poi lasciò il volante e vide il muro avvicinarsi a una velocità folle.
Il tonfo gli fece impressione: fu però felice di sapere che i crash test erano serviti. Uscì illeso e tornò al paddock.Il team era felice di vederlo in piedi: non era scontato uscire vivi da uno scontro del genere, figuriamoci senza un graffio.
"Avete capito cosa è successo?"
"Non ancora Charles, l'importante è che stai bene. Il resto lo vedremo poi."
Lui annuì e in quel momento incontrò gli occhi di Silvia, dai quali traspariva sollievo per lui, delusione per la gara.
"Stai bene?"
Non si aspettava di certo che lei si interessasse a lui, non glielo doveva.
"Si, ma mi sono cagato sotto."
"Anche noi." Sorrise e si voltò per tornare al suo lavoro.
"Silvia, aspetta. Possiamo parlare stasera?" Disse abbassando il più possibile la voce, per non farsi sentire.
Lei lo guardò storto.
"Ho un impegno stasera, mi dispiace." E andò via.
STAI LEGGENDO
PROMISES - Charles Leclerc
FanfictionMentre Charles Leclerc vede sfumare l'ennesimo titolo mondiale, Silvia risponde a un'offerta di tirocinio in Ferrari.