10. Me la ricordo quella gara

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Silvia
Erano passati parecchi giorni da quella pazza notte con Leclerc, e di lui nessuna traccia. Aveva intuito origliando per i corridoi di Maranello che aveva avuto un'urgenza in famiglia, e non indagò oltre. Dedicò invece tutte le sue energia allo studio. Binotto le aveva consegnato una lista di materiale utile per acquisire le conoscenze necessarie alla gestione di qualifiche, gare, e quant'altro. Per il primo mese, le comunicò lui, si sarebbe dedicata allo studio, in vista dell'esame che avrebbe dovuto svolgere per dimostrare i propri progressi.

Silvia era abituata a studiare, ma la vastità e varietà di argomenti l'aveva messa in crisi. La caparbietà  non le avrebbe permesso di tirarsi indietro, e quindi si limitò a fare ciò che le riusciva meglio: studiare.
Lesse i libri obbligatori e anche quelli consigliati. Lèsse i resoconti delle gare dell'anno procedente, imprecando ogni volta che si imbatteva in qualche errore della scuderia o del pilota.
Studiò la storia della Formula 1, poi passò ai circuiti, infine ai piloti. Poi studiò la macchina: quella era la parte più complessa considerata la totale ignoranza della giovane in quel campo.
Dopo aver concluso la parte teorica si dedicò alla visione dei video; Binotto le aveva suggerito alcuni momenti salienti degli anni precedenti. Ma Silvia, come suo solito, aveva approfondito.
Dato che sarebbe stata nel team di Leclerc, decise di guardare tutte le sue gare, partendo dall'ultima di novembre, quella che aveva causato la crisi, fino alle serie minori.

Proprio mentre si dedicava a questo, Charles entrò nel suo ufficio.
"Ehi, scusami se sono sparito, problemi in famiglia."
"Niente di grave spero."
Lui scosse la testa sorridendo.
"Cosa stai facendo?"
Ora che cazzo mi invento?, pensò Silvia, con il video di una sua gara in bella mostra sul pc.
"Me la ricordo quella gara, la più bella della mia vita." Disse il monegasco, con un velo di tristezza sul volto.
Silvia guardò la data e capì.
"Devo ancora vederla, sai sono stata interrotta..."
"Posso vederla con te?"
"Si certo, ma non hai qualcosa di più importante da fare?"
"Si probabilmente, ma sono venuto diretto qui, dubito che qualcuno sappia che sono arrivato."
"Ok allora, prendi la sedia."

Charles
Baku 2017. Potevano il suo ricordo più bello e più brutto essere temporalmente così vicini?
Riguardando la gara, Charles si sentì trasportato indietro nel tempo. Ricordava esattamente a cosa pensava durante ogni curva, durante ogni sorpasso. Per papà.
Vedeva Silvia prendere appunti: era estremamente professionale, ma riusciva a percepire il suo disagio. Era certo che Silvia sapesse cosa rappresentava quella gara per la sua vita prima che per la sua carriera. Si voltò verso di lei e le sorrise, come per rassicurarla.
In fin dei conti erano passati molti anni e Charles aveva imparato a convivere con quel dolore. Era sempre stato razionale, non aveva mai permesso alla tristezza di avere il sopravvento. Era riuscito, con fatica, a trasformare la sofferenza in un motore inesauribile verso i propri sogni.

"In effetti è stata una bella gara." Dichiarò Silvia alla fine del video.
"Non l'avevo mai riguardata."
"Lo so, le sto guardano a ritroso e continui a fare questo errore."
Silvia mandò indietro il video e lo mostrò a Charles.
"Guarda, qui perdi tre secondi."
Charles era stupito, ma la ragazza aveva ragione. Non aveva mai analizzato quella gara, e anche le persone che aveva intorno avevano sempre e solo ricordato ciò che era successo poco prima di quella gara.
"Manda indietro."
"Cazzo è vero, non l'avevo mai notato. Hai segnato anche le altre gare in cui l'ho fatto?"
"Si. A Baku, ogni anno."
Charles rise.
"Wow, e non lo ha mai notato nessuno?"
Lei sorrise e il pilota si rese conto di essere fortunato ad averla nella sua squadra.

"Senti, domani parto per la preparazione, sarò a Miami per venti giorni, fino all'evento Ferrari. Vorrei che venissi con me."
Vide il volto sorpreso della giovane, che però subito rispose.
"Non posso Charles, devo finire di studiare questa roba e poi fare l'esame."
"Oddio ancora con questa storia, Mattia è fissato."
Silvia rise senza capire.
"L'ho fatto pure io quello stupido esame. Però se stai guardando i video sei praticamente a fine, no? Fai questo cavolo di esame domani e partiamo."

In quel momento entrò il team principal.
"Chissà perché sapevo che ti avrei trovato qui."
"Stavo giusto per venire da te. Domani parto e vorrei Silvia con me. Ha visto tutte le registrazione delle mie gare e ha notato delle cose che nessuno di voi mi ha mai detto. Domani mattina le fai l'esame almeno nel pomeriggio partiamo."
"Domani? Ma se le ho dato il materiale la settimana scorsa."
A quel punto Silvia intervenne, dato che i due uomini stavano parlando di lei come se non fosse presente.
"Se posso intromettermi, ho già finito di studiare e visionare i filmati."
"Hai anche fatto gli straordinari, dato che non ti ho mai chiesto di guardarti le gare di questo rompipalle."
Charles sorrise.
"Va bene, domani alle 10 fai l'esame e poi andate dove vi pare. Ti fisso volo e hotel."
"No Mattia, sarà mia ospite."

"Cosa significa che sarò tua ospite scusa? Non voglio gossip, non mi sembra una grande idea."
"Lavoriamo insieme, non puoi pensare di non farti mai vedere con me. Non è fattibile. Tanto vale rompere il ghiaccio, no?"
Silvia non sembrava convinta, ma sembrò accettare. Abbassò lo sguardo sul telefono, che si era illuminato, e rise. Poi mostrò il telefono al pilota.
Era un messaggio di Binotto.
'Sono felice di sapere che nonostante le distrazioni di Leclerc sei riuscita a studiare tutto. Ps: spero ti sia piaciuto il nostro circuito.'
Charles rise.
"Deve aver controllato le telecamere il bastardo."
Conosceva Mattia, sapeva che non era arrabbiato, e tranquillizzò Silvia.
"Allora, domani alle 12 pranziamo in mensa e poi partiamo. Adesso vado che mi reclamano."
Lasciò un bacio alla ragazza e uscì dall'ufficio.

PROMISES - Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora