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Se volete che pubblicizzi scrivetemi nei messaggi bordo o sui privati. Per quanto mi è possibile, posso pubblicizzarle :)

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"Harry, cosa sta succedendo?" Vidi paura nel suo volto mentre cercava di incontrare il mio sguardo. Pensai facendo un rigiro di parole, non sapendo come dirglielo, o se dovevo dirglielo.

"Harry, rispondimi, stai iniziando a spaventarmi." Lei mi afferrò la mano e i suoi occhi incontrarono i miei. Proprio mentre stavo per parlare, un suono al piano di sopra ci sorprese.

"Posso spiegarti... solo non adesso."

Dopo che le dissi di rimanere al piano di sotto andai a vedere cosa stava combinando al piano di sopra quel fantasma. Feci due gradini alla volta, desiderando che la smettesse.

Una volta che raggiunsi la cima delle scale mi fermai davanti alla porta e presi un respiro profondo respiro. Misi la mano sulla maniglia e la aprii lentamente. Fuori la pioggia sbatteva prorompente e i fulmini illuminavano la stanza, rendendo la situazione dieci volte peggiore.

Mi avvicinai alla finestra, non aveva più le assi di legno, visto che poco tempo fa le avevo tolte quando Charlie mi aveva accompagnato nella stanza. Camminai guardandomi intorno cercando eventuali segni di Anna. Per fortuna, non la vidi. Chiusi la porta a chiave e probabilmente fu una delle cose più stupide che avessi mai fatto, ma dovevo proteggere Madison. Se Anna mi aveva quasi lanciato un coltello addosso senza pensarci due olte, allora non voglio nemmeno pensare che cosa farebbe a Maddy.

Andai di nuovo alla finestra e guardai giù. Niente. Stavo per girarmi e andarmene quando sentii il suono di un pianto e pensai che fosse Madison, ma proveniva da troppo vicino.

Mi voltai lentamente strizzando gli occhi per riuscire a vedere nel buio, e li, seduta nell'angolo della stanza, stava seduta nientemeno che Anna Sexton. Feci un passo verso di lei, non avevo intenzione di farle niente, volevo solo essere sicuro che i miei occhi ci vedessero bene.

"Cosa vuoi?" Sputò guardandomi. Feci un passo indietro, non mi aspettavo che parlasse. Aveva la schiena poggiata contro il muro, le ginocchia poggiate al petto, il suo lungo abito bianco non riusciva a coprirle tutte le gambe. "Allora? Hai intenzione di restare li o mi rispondi?" Mi fulminò. "O vuoi continuare a farmi piangere?" Ero a corto di parole, impaurito di poter dire la cosa sbagliata e soprattutto che mi lanciasse un altro coltello addosso.

"Volevo solo capire cosa fossero quei rumori." Sussurrai guardando in basso. Lei rise.

"Beh, ho solo rotto quello specchio." Puntò verso l'angolo opposto in cui si trovava lei e vidi un lungo specchio rotto. Alcuni frammenti giacevano sul pavimento.

"Perché l'hai rotto?" Le chiesi.

"Non sono affari tuoi." Sputò e si alzò in piedi, fissando il suo vestito. Mi spostai, ero serio quando dicevo di non voler essere accoltellato di nuovo, o peggio: venire ucciso da un fantasma. Mi chiesi cos'avrebbe fatto mia madre.

Anna fece un altro passo verso di me. Mi guardai intorno, sperando di trovare un'arma di qualche tipo, ma purtroppo non ce n'erano. Vidi un bicchiere a terra e mi chinai per raccoglierlo. Vidi un paio di piedi nudi a pochi centimetri dai miei e quando mi rialzai, Anna ed io eravamo faccia a faccia.

"Boo!" Saltai dallo spavento e dal rumore improvviso e finii con i piedi sulle schegge di vetro. Mi maledissi e sentii il sangue colare fuori dai tagli che ricoprivano il mio piede.

Mi alzai velocemente, trattenendo la voglia di spingere Anna e facendo un salto verso la porta, la sblocca ed uscii. Prima, però, mi fermai e mi voltai verso di lei vedendo un espressione un po' colpevole nei suoi lineamenti perfetti.

"Non venire al piano di sotto." Con questo, chiusi la porta e zoppicai giù per le scale. Madison mi venne incontro a metà strada e vide subito il mio piede.

"Oh mio Dio, che cosa è successo?!" Corse verso di me e mi prese di peso, mettendomi un braccio sotto la spalla sinistra.

"Ho capito cos'era quel rumore." Risi dolorosamente. "Lo specchio era rotto, e come l'uomo intelligente che sono, ho calpestato propri le schegge che c'erano a terra." Lei mi fissò con occhi tristi.

"Oh, povero piccolo." Mi fece andare in camera mia aiutandomi a salire sul letto. "Tu stai qui, vado a prendere le medicazioni." Scappò via dalla camera, ovviamente non sapeva dov'era, ma di sicuro lo avrebbe trovato.

Mi mossi, ripensando a quanto fosse triste lo sguardo di Anna. Sembrava quasi in colpa con se stessa, ma come poteva esserlo? Era morta, in fondo. Avevo tante domande e nessuna risposta per la testa. Era come se tutto quello che sapevo sui fantasmi fossero bugie. Primo, non sapevo si potessero vedere e secondo, avevano dei sentimenti. Poteva piangere ed era pure morta! Com'è possibile? Mi uccideva il pensiero di non saperlo.

"L'ho trovato!" Madison tornò con il kit e lo aprì tirando fuori dei cerotti, tamponi di cotone e uno spray disinfettante.

"Questo farà un po' male." Mi guardò da inginocchiata e tirai le gambe fuori dal letto. Annuii e mi preparai al bruciore. Asciugò lentamente i tagli, prima di prendere una pinzetta e tirare via le schegge di vetro. Mi sforzai di non piangere, anche se in verità prima avevo quasi pianto.

Dopo pochi minuti iniziò ad avvolgermi il piede con una sorta di panno bianco.

"Ecco, ora va meglio." Madison si rialzò e mi sorrise.

"Grazie." Mi alzai per darle un abbraccio ma in qualche modo lei mi bloccò e portò le sue labbra sulle mie. Io ovviamente non la fermai, avevo atteso così tanto quel giorno, perché smettere?

Cominciò a tirarmi via la camicia cercando di sbottonarla. La lasciai cadere sul pavimento prima che le sue mani iniziassero a vagare per il mio petto nudo. Il mio cuore iniziò a battere freneticamente mentre mi continuava a baciare. Mi spinse sul letto e la mia schiena si scontrò con il soffice materasso. Premetti il suo corpo contro il mio e lei iniziò a baciarmi il collo, prima di capovolgere la situazione e trovarmela sotto di me.

Mi allungai verso il comodino, spegnendo la luce, per poi continuare quello che avevamo iniziato.

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Editor: SaraSMTPH

The Sexton HouseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora