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La bocca di Charlie cadde a terra al suono delle mie parole.

"Charlie, va tutto bene?" Chiesi facendomi più vicino a lui.

"Si, devo, devo solo prendere un po' d'aria." Dopodiché se ne andò, si comportava in modo strano da tutta la giornata. Mi chiesi chi fosse Max Williams per provocargli una reazione del genere.

Dopo aver messo via la carriola, andai in casa con la speranza di trovare qualcosa da mangiare prima di andare a dormire. Una volta entrato, mi diressi in cucina e aprii il frigo, mettendoci la testa dentro e cercando del cibo commestibile.
Sentii un tuono fuori, e mi chiesi se Anna avrebbe fatto una delle sue apparizioni, quella sera.

Presi le scale, salendole velocemente, aprendo la porta al piano di sopra. Per fortuna avevo portato alcune candele con me, in modo da illuminare la camera. Accesi tutte e quattro le candele abbastanza facilmente, fortunatamente senza infuocare la casa. Un rumore di scricchiolii partì dall'altro lato della stanza, facendomi trasalire. Mi girai in direzione del suono e vidi una figura scura in piedi all'angolo della stanza.

"Cosa ci fai qui?" La figura parlò.

Feci un passo avanti, facendo attenzione a non turbarla ulteriormente.

"Curiosità." Ammisi, avvicinandomi.

"Riguardo cosa?" Disse la sua voce dolce, e anche lei fece un passo verso di me. Le mie mani sudarono appena mi resi conto della sua vicinanza e di ciò che era in grado di farmi, ma una vocina nella mia testa mi disse che dovevo fidarmi di lei.

"Tu." Dissi semplicemente. Il suo corpo emerse dall'oscurità, creando una misteriosa, ma affascinante scena. Lunghe ciocche di capelli neri cadevano dal suo viso di porcellana.

"Perché io?" Si chiese, quasi esitante. "Tu mi intrighi... credo." Alzai lo sguardo nel suo, pieno di shock.

"Cosa ci trovi di interessante in me?"

"Per tutta la città, tu sei un fantasma. Se questo non è intrigante, non so cosa possa esserlo." Aggrottò le sopracciglia al pensiero, mentre aspettai paziente una sua risposta.

"Loro hanno ragione, Harry." C'era un velo di tristezza nella sua voce, mentre guardava in basso e poi verso la finestra. Restò in silenzio per molti minuti prima che decisi di parlare.

"Sai chi è Daniel Sexton?" Gli occhi di Anna saettarono nei miei, prima che distogliesse lo sguardo. "Qualcosa non va?" Le chiesi, mantenendo le distanze.

"Dovresti andartene, Harry."

"Sai di lui, non è vero?" I suoi occhi trovarono i miei e ancora una volta vidi tristezza. Sembrava fosse sul punto di piangere, prima che quelle lacrime si trasformassero in rabbia.

"Devi andartene. Ora." Le andai avanti.

"Va tutto bene, puoi dir-

"Ho detto ora." La sua voce diventò più fredda di prima così la presi come spunto per andarmene. Me ne sarei occupato più avanti.

Mi diressi al piano di sotto, deciso a farmi una doccia veloce e quando finii, afferrai uno dei libri che mi aveva consigliato Jane in biblioteca. Il primo si chiamava Secrets Within The Sextons. Lo aprii iniziando a leggere la prima pagina, la quale raffigurava l'immagine della famiglia perfetta, che poi, alla fine, non fu mai così perfetta.

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Editor: SaraSMTPH

Ho iniziato a tradurre i capitoli ascoltando Let Me Go di Avril Lavigne. Non so il perché ma questa storia mi da l'idea di quella canzone.
Passereste a leggere la mia storia?
ah, e non so se qualcuno ha notato che i capitoli tradotti sono al tempo passato e quelli in inglese sono al presente. Ma è stata una richiesta dell'autrice stessa, visto che lei non ha il tempo per correggerli tutti, ci metterebbe una vita.
Scusate se ci sono errori, non ho riletto.
:)
Alla prossima.

The Sexton HouseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora