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HARRY's POV

Guardai come Anna svaniva lentamente nel nulla. Allungai una mano verso dove prima stava seduta e come previsto, toccai l'aria. Rimasi seduto per qualche minuto prima di alzarmi e finalmente, tornare a casa.

Avevamo corso, ed essendo a piedi, ci avrei messo un po' a tornare.

I miei pensieri tornarono subito verso Anna, come al solito. Lei è così strana, c'è così tanto mistero in quella ragazza, non riuscivo a scacciarmela dalla mente. Sapevo che più ci pensavo, e più dubbi mi venivano.

È strano come il mio attaccamento a lei sia cresciuto così in fretta, c'era qualcosa che mi faceva venir voglia di saperne sempre di più. Dovevo proteggerla da quel mondo crudele, ne aveva passate tante, non potevo sopportare che le accadesse dell'altro. Voleva soltanto tornare a casa, ma è proprio questo, lei non ha una casa o un luogo in cui riposare, era bloccata qui in balia di se stessa.
Qualcuno doveva prendersi cura di lei, e so che in questi anni lo aveva fatto da sola, ma non è mai troppo tardi per mostrare a qualcuno cosa può fare l'amore. L'amore è la semplice sensazione di prendersi cura degli altri, essere amati è come avere un vetro rotto che qualcuno riesce a riparare.

Credevo di starmi lentamente innamorando di Anna Sexton, il fantasma della finestra della torre. Se solo fosse in vita, il mio amore avrebbe avuto un senso. So che Jane prova qualcosa per me e anche io una volta ho provato qualcosa per lei, ma è diverso. Non so di che cosa si trattasse, ma il sentimento che
avevo provato stasera mi aveva fatto sentire bene e volevo che fosse così per tutti i giorni.

È difficile provare dei sentimenti per una ragazza morta, proprio perché è morta, e io non potevo fare niente per questo.

Riconobbi la strada in cui si affacciava la mia casa e corsi fino ad aprire la porta, dato che non era chiusa a chiave, me ne ero dimenticato prima quando ero uscito. Tolsi le scarpe all'entrata e le poggiai li. Mi diressi verso la cucina per prendere un bicchiere d'acqua assieme a delle patatine e mi diressi verso la mia camera.
Accesi la TV e feci zapping dei canali fino a fermarmi su History Channel. Mi addormentai poco dopo con il suono del televisore come sottofondo.

Mi svegliai la mattina dopo a causa del rumore della pioggia che batteva contro il tetto. Mi girai dall'altra parte, cercando di trovare una posizione più comoda e mi sorpresi di trovare Anna in piedi davanti al letto.
Saltai indietro dallo shock e mi portai una mano al cuore.

"Oh, mi dispiace non volevo spaventarti." Disse Anna portandosi una mano davanti alla bocca.

"Va tutto bene, mi hai preso alla sprovvista." Risi, mi era appena venuto un attacco di cuore. Mi diressi verso la cucina, Anna mi seguiva vicino come un cucciolo smarrito.

"Ti ho preparato la colazione." Mi girai a guardare Anna, aveva le mani dietro la schiena e la testa inclinata di lato, intenta a fissare il pavimento."

"Non c'era bisogno, ma grazie." Dissi guardando il tavolo pieno di pancetta, uova e biscotti. sembrava delizioso.

"È ok, volevo veramente fare qualcosa per te... La notte scorsa è stata... incredibile. Onestamente non potrò mai ringraziarti abbastanza per avermi fatto uscire dalla stanza." Disse Anna prima di sedersi nel tavolo.
Presi un grosso boccone prima di dire:

"Non era niente, ma sono felice che ti sia piaciuto." Continuai a mangiare il mio cibo mentre Anna mi ringraziò nuovamente per averla aiutata ad uscire dalla finestra.

"Allora dimmi, lavori da qualche parte?" Ero abbastanza sicuro di averne già parlato con lei, ma glielo dissi lo stesso.

"Lavoro nel cimitero dietro casa." Quello che dissi sembrò innescare qualcosa in lei. La scrutai un po' negli occhi.

"Lavori oggi?" Annuii, ricordandomi che dovevo essere lì tra circa trenta minuti. "Si."
Mi alzai per lavare il piatto e metterlo nella lavastoviglie. Misi alcuni avanzi nel frigorifero per pranzo.

"Beh, forse qualche volta potrei venire con te. Sono anni che non ci vado."

"Conosci la gente che vi è sepolta?" Chiesi, sperando che non iniziasse a pensare cose strane.

"Si, qualcuno di molto speciale..." Si affievolì. "Forse potresti venire più tardi, quando è buio." Lei annuì prima di alzarsi e dire:

"Sarebbe carino." Anna dopo se ne andò, tornando al piano superiore e chiudendo la porta. Io rimasi in piedi in cucina, appoggiato al bancone, non riuscendo a non pensare a lei.

The Sexton HouseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora