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Credo che vivere in una casa infestata da fantasmi sia snervante. Anche se sapevo che qualcuno aveva precedentemente vissuto li dentro continuavo a non credere nei fantasmi e mai lo avrei fatto fino a quando non ne avrei visto uno.

Charlie si congedò poco dopo, accennando al fatto di dover lavorare ad una tomba nel cortile dietro la casa.

Camminai fino alla fine del corridoio, davanti a me trovai una finestra di vetro. Attraverso le persiane vidi un piccolo cortile e un recinto di ferro e dopo il cortile c'era una specie di tomba. Chiusi subito le tende, non volevo più vedere quel mini cimitero.

E solo allora sentii il ronzio del cellulare nella tasca dei pantaloni. Alzai gli occhi al cielo quando vidi il nome di mia madre comparire sullo schermo.

"Ciao, mamma." Dissi.

Sentivo già le sue chiacchere riempirmi la testa.

"Harry, stai bene? Perchè non hai chiamato? Ti avevo detto di telefonarmi una volta arrivato." Meraviglioso, mia madre mi stava già dando sui nervi e stavamo solamente parlando al telefono.

"Mamma, sono appena arrivato. Stavo guardando un po' la casa, ti avrei chiamato quando avrei finito." Una piccola bugia non guasta mai.

L'avrei chiamata, certo, ma più tardi, o il giorno dopo.

"Beh, sono felice che tu stia bene. Com'è la casa?" Chiese.

"Bella."

"Solo bella? Te ne sei andato da New York per andare a vivere in Kentucky e la casa è soltanto bella?" Tornai nel soggiorno prima di risponderle.

"Si mamma, è bella e tutto il resto. Sono solo stanco." Era vero. Ero stanco.

"Va bene... ti voglio bene. Chiamami prima di andare a dormire, okay?" Alzai ancora una volta gli occhi al cielo.

"Anch'io ti voglio bene." Dissi e riattaccai mettendo il telefono in tasca.
Mi diressi verso il mio camion: temevo il pensiero di dover aprire tutti quegli scatoloni, ma sapevo che era una cosa che andava fatta, prima o poi.

Aprii il bagagliaio e impilai tre scatoloni uno sopra l'altro, portandoli dentro casa. Lasciai la porta accostata così sarei riuscito ad aprirla soltanto scostandola con il piede. Portai tutte le scatole nel salotto e tornai fuori per prendere le altre. Dopo che ripetei per circa sette volte la stessa cosa, osservai soddisfatto tutti gli scatoloni impilati nel salotto: li avevo posti in modo che non sarebbero caduti.

Iniziai ad aprire le scatole con i vestiti e le lenzuola, le cose che mi sarebbero servite da subito, poi passai a quelle per il bagno. Quando finii iniziai a mettere via le pentole e qualsiasi altra cosa della cucina. Non c'era del cibo così decisi di fare un salto al negozio per comprarne un po'.

Presi le chiavi dal tavolino e chiusi la porta cigolante dietro di me. Saltai nel mio camion: il sole cominciava ad impostare nel cielo quel colore arancio-rosa che adoravo. Rimasi imbambolato per qualche secondo a fissare la bellezza del crepuscolo e misi la cintura di sicurezza dirigendomi verso il negozio.

Pochi minuti dopo, girai nel parcheggio di ALDI. Entrai nel negozio afferrando un carrello della spesa e mi diressi nel reparto spuntini, come lo chiamavo. Presi a caso qualche sacchetto di patatine, oreo, e qualsiasi altra cosa che suonava bene vedendo la scritta del nome. Dopo aver preso il latte, pane e della carne mi diressi verso la cassa. La cassiera era una giovane ragazza che probabilmente non aveva più di sedici anni; i suoi capelli biondi erano raccolti in una coda di cavalo. I suoi occhi blu mi accolsero con un sorriso. Era carina ma troppo giovane per me.

"Ciao." Disse la sua voce morbida.

"Hey." Risposi quando i suoi occhi incontrarono i miei.

Iniziò a scannerizzare tutto ciò che avevo preso che poi mise in un sacchetto di plastica.

"Devi essere nuovo da queste parti." Disse.

"Si." Dissi.

"Questa è una piccola città, quindi è abbastanza facile capire chi è nuovo e chi non lo è." Mi sorrise.

"In effetti non è molto grande." Aveva già scansionato metà dei prodotti.

"Non ci sono molte case in vendita. Sono sorpresa di vedere qualcuno di nuovo da queste parti." Rise leggermente. Potrei dire che stava cercando di avere una specie di conversazione con me.

"Beh, mi sono appena trasferito nella casa dei Sexton." Si fermò per un momento.

"Oh." Mormorò e continuò il suo lavoro.

"C'è qualcosa che non va?" Chiesi alla ragazza.

"Solo un pazzo vivrebbe in quel posto." Perchè erano tutti impauriti da quella stupida casa?! Va bene, ci sarà pure morta una ragazza, ma ciò non significava che fosse infestata.

"Allora credo di essere un pazzo." Dissi e una risata ricucì le mie parole.

"Infatti. Specialmente in una notte come questa." Annuì fissando dalla finestra del negozio. Stava per prepararsi una grande tempesta, il cielo scuro soffiava un vento forte.

"È soltanto una tempesta..." Mi chiedevo perchè quella ragazza si stesse comportando così.

"Sarebbe bello se fosse solamente una tempesta. Perchè Anna Sexton di certo non lo è."

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Editor: SaraSMPTH

Non so perché ma in questo periodo ho voglia di Kiwi. O.O

The Sexton HouseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora