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Dopo che Charlie mi informò che il fratello di Jane era morto in un incidente d'auto, iniziai a deprimermi. Non sapevo nemmeno io come mai, ma mi sembrava di conoscere Jane da anni. Era una ragazza dolce, per davvero.

Rimasi seduto fuori da solo per un po' e finalmente mi alzai tornando in casa, passando lentamente dalla veranda sul retro. Mi tolsi le scarpe, visto che aveva iniziato a piovere e le suole si erano così ricoperte di fango. Presi un bicchiere dalla cucina e lo riempii d'acqua. Puntai gli occhi verso il piano di sopra, sperando che Anna fosse in vena di parlare.

Aprii la porta e pregai di non averla fatta spaventare. La vidi vicino alla finestra intenta ad osservare le stelle.

"Sono belle, non è vero?" Dissi appoggiandomi allo stipite della porta. Lei sobbalzò, spaventata.

"Oh, Harry, non ti ho nemmeno sentito entrare." Disse mettendosi una mano sopra il cuore. Perchè faceva così?

"Non volevo spaventarti." Risi, mentre camminavo verso la grande finestra.

"Direi che mi hai spaventato a morte, ma per me ormai è troppo tardi." Sorrise e fece sorridere pure me.

"Proprio una frase terribile." Annuì con la testa.

"Allora, ti piace guardare le stelle?"

"Moltissimo. A volte mi dimentico di quanto è grande il mondo e quando alzo gli occhi riesco a vedere milioni di stelle che lo affollano. È veramente straordinario." La luna illuminò il volto di Anna, la faceva apparire in pace e tranquilla.

"Perchè non provi a guardarle da più vicino?" Chiesi, facendo un cenno alla porta con la testa.

"No, no, Harry. Sono anni che non esco da questa stanza." Mi spiegò, allontanandosi dalla finestra e sentendosi nel vecchio lento cigolante.

"Perchè no? Il mondo è bello. C'è così tanto da vedere. Come hai potuto vivere per tutto questo tempo in questa stanza?"

"Sono d'accordo anch'io. Il mondo  è bellissimo, ma non le persone in esso." I suoi occhi non lasciarono mai i miei. "È un posto terribile, Harry. Ci sono un'infinità di cose da temere e il bene quasi non esiste più."

"Hai ragione, è un luogo spaventoso. Ma anche il male è parte di esso. Fa parte della vita. Dobbiamo affrontare le cose che ci spaventano, altrimenti non riusciremo mai a superarle." Silenzio totale. Non una parola fu detta negli istanti che seguirono.

"Come puoi fare una cosa da persona viva, quando tu stesso non stai più vivendo? Rimasi titubante, a volte mi dimenticavo che in realtà Anna è morta da anni.

"Ma noi tutti giorni possiamo morire, tu no. Di cos'è che hai paura?" Mi chiesi, guardando il letto completamente rovinato.

"Ho paura di vivere, credo." Guardò verso di me e disse. "Ho paura di sentirmi viva ancora una volta. Sono stata insensibile per anni, Harry. Non so nemmeno cosa significhi provare dei sentimenti." Mi avvicinai al letto, sedendomi vicino a lei.

"E se prometto di proteggerti? Sarò io il tuo scudo, non lascerò che qualcuno o qualcosa ti faccia del male." Lei scosse la testa.

"Non lo so, Harry. Il mondo è contagiato da colori aspri e grigi. Sembri una brava persona, non voglio che tu, standomi vicino possa essere ulteriormente contagiato."

"Forse a me andrebbe bene, Anna." Presi il suo viso tra le mie mani. "Per favore, permettimi di mostrarti cosa c'è al di fuori di questo posto." Cercai i suoi occhi, desiderando ardentemente che accettasse.

Prese un grande respiro prima di dire. "Bene, visto che non potrò rimanere giovane, lo farò. Ho deciso." Parlò con voce decisa. Sorrisi ampiamente.

"Ti mostrerò il mondo proprio come Aladdin ha fatto con Jasmine." Scherzai, alzandomi.

"Chi?" Domandò Anna, prendendomi la mano.

The Sexton HouseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora