Non doveva succedere .
Lei non doveva essere con me e lui non avrebbe mai dovuto conoscerla.
Ero fuori in giardino con i ragazzi, mentre le ragazze erano in salone, Peter e Kyle stavano discutendo sulla strategia da adottare per Donovan, mentre io mi ero chiuso nel mio silenzio.
Kyle era nervoso, poteva fingere con chiunque ma non con noi, in un modo tutto suo teneva a Melody e a peggiorare il tutto c'era il fatto che non era la prima volta che lei lo accompagnava alle corse e Donovan lo aveva notato, potevo capire il suo nervosismo perché il mio non smetteva di tormentarmi.
Poteva essere di nuovo in pericolo, e ancora una volta sarebbe stato per colpa mia, non permettevo a nessuno di correre con me, eppure, con lei non ero riuscito ad oppormi.
Ero stato stupido perché Jimmy Donovan cercava un mio punto debole da un anno e io glielo avevo servito su un piatto d'argento.
Avevo sbagliato nel reagire alla sua provocazione, ma era stato più forte di me, non volevo che le si avvicinasse perché se lui sapeva essere spietato lei sapeva essere testarda, e i due elementi insieme avrebbero portato ad una catastrofe.
"Facciamo così"
Riportai l'attenzione su i ragazzi
"Io vado a ritirare la vincita e voi spiegate la situazione alle ragazze, non terrorizzatale"
Entrammo e più mi avvicinavo a lei più vedevo la voglia che aveva di urlarmi contro.
In quel momento però avevo bisogno di sentirla vicino e di parlarle.
Le presi la mano e il mio cuore perse un battito quando non mi respinse e mi seguì di sopra, entrammo in camera mia.
Vederla lì mi riportò nel passato, da bambini passavamo così tanto tempo tutti insieme che la mia camera era piena dei suoi giochi e di quelli dei suoi fratelli e lo stesso valeva per loro.
La vidi curiosare in giro e non la fermai perché l'idea del suo profumo impresso nella mia stanza e del tocco leggero sulle mie cose mi dava un certo senso di pace.
"Parlami Blake"
Si era avvicinata a me e ora era al centro della stanza mentre io la guardavo appoggiato allo stipite della porta.
Al sentire quelle sue parole tornai indietro, tornai a tutte le volte che con le stesse due parole aveva curato i miei demoni, tornai a tutte le volte che aveva spezzato i miei silenzi.
"È complicato"
"Posso farcela"
"Lo so"
Era questo a spaventarmi, lei non si sarebbe tirata indietro e io l'avrei di nuovo trascinata sul fondo
"Donovan mi odia e tu sei entrata nel suo mirino perché eri con me"
"Perché?"
"L'ho fatto arrabbiare parecchio, o meglio abbiamo"
"Perché?"
Non urlava, non mi stava accusando di averla messa in pericolo e la odiavo per questo perché sarebbe stato tutto più semplice.
"Non è importante ora, tu devi solo starmi lontano"
"Blake"
"No, rimarrete per due giorni qui, noi sistemeremo la cosa e poi tu mi starai lontana"
Ero un incoerente bastardo perché nel dirlo mi ero avvicinato pericolosamente a lei, la vidi deglutire nervosamente e anche se della sua mente non capivo nulla, il suo corpo lo sapevo leggere come se fosse un libro aperto, e lei mi voleva esattamente come io volevo lei
"Cassie, fermami"
La stavo implorando
"Dovrei"
Non capì più niente, le misi una mano tra i capelli e una sul fianco per avvicinarla ancora di più a me e la baciai, lei non si tirò indietro anzi mi allacciò le braccia al collo.
Quel bacio fu come respirare aria pulita fu come tornare a bere dopo anni nel deserto, non era dolce eravamo avidi e arrabbiati l'uno con l'altro.
Ci staccammo per riprendere fiato e in quel momento vidi il suo sguardo cambiare, si staccò da me come se le facessi ribrezzo e io ebbi la sensazione di un pugno nello stomaco
"Devo andare"
Mi superò e uscì dalla mia stanza, lasciandomi lì come un idiota eccitato e ferito.
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Ricordami chi ero
RomansaLa storia di Cassandra e Blake vi porterà a tentennare su ogni certezza mai avuta. Crederete ai brividi sotto pelle Al fiato corto Alla pelle d'oca Crederete alle anime prima dei corpi E all'adrenalina come costante Crederete al destino E anch...