Prologo.

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Urla.
Dolore.
Spingi, mi dicevano.
E poi.. pianto.
Qualcuno piangeva, lo sentivo.

«È maschio» un maschio, nella mia testa si ripeteva questa parola continuamente.

Maschio, maschio, maschio, maschio.

«Ha già il nome?» no, non avevo mai pensato al nome, fino a cinque secondi fa non sapevo nemmeno il sesso.

E poi..

«Aaron» dico senza pensarci, ricordo di aver letto una volta che il nome Aaron significa "miracolo" e lui è il mio piccolo miracolo.

Dopo pochi istanti me lo ritrovai in braccio, ha gli occhi chiusi e sembra sereno. Inizio a sentire qualcosa di bagnato nelle guance, lacrime, lacrime perché dopo tutto quello che ho passato ce l'ho fatta, ho il mio bambino in mano e lui non potrà più fargli del male.

«Siamo solo io e te adesso piccolo miracolo»

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