Chi vive, quando vive,
non si vede: vive.
Se uno può vedere
la propria vita, è segno
che non la sta
vivendo più: la subisce,
la trascina.
Luigi PirandelloGrace's pov
Ho sempre odiato i funerali, gente che viene anche per persone di cui magari non gli è mai fregato niente.
La cosa che odio più dei funerali è essere un parente della persona defunta. Tutti conoscevano il legame che legava me e mia nonna, lei mi ha sempre fatto anche da migliore amica e soprattutto da seconda madre.
Quando a fine messa le persone mi si avvicinano mi sento stretta. Mi sento stretta tra questa marea di gente falsa. Le uniche persone che voglio al mio fianco sono Eva, Aaron e Adam.
Quando quest'ultimo mi vede in difficoltà si avvicina a me e mi trascina via.
«Vuoi tornare a casa? Capirebbero il perché tu te ne sia andata»
«No sto bene Adam, voglio venire al cimitero con voi. Lasciami piangere qua, a casa non posso, non posso piangere davanti a mio figlio, ti prego».Alla fine riuscì a convincerlo. Ora mi ritrovo davanti al posto che mi ha sempre fatto più paura, il cimitero. Quando vedo la bara di mia nonna venire trasportata verso la sua lapide mi sento morire.
Non penso neanche a quello che faccio mi libero dall'abbraccio in cui ero intrappolata con Eva e corro verso mia nonna. Apro le braccia e mi getto addosso alla bara, è come se le stessi dando un ultimo abbraccio, anche se non sento più le sue braccia stringermi e le sue mani accarezzarmi i capelli.
Mi guardano tutti, sento lo sguardo di ognuno dei presenti, ma non me n'è mai importato così tanto poco come in questo momento.
Mi rialzo lentamente e ci poso un lieve bacio sopra dopo aver sussurrato «Finirò il tatuaggio nonna»
Vedo la bara entrare dentro la lapide, la lapide venire chiusa e il mio mondo sembra finito insieme ad essa.
Una settimana dopo...
«Allora? Come sto?»
«Sei bellissima Grace, bellissima e anche in ritardo, lo dico ad Adam se non ti muovi»Ebbene si, circa una settimana fa mi era arrivata una email da un ristorante a cui avevo mandato il curriculum, si chiama La Perla Nera, quando l'ho letta non ci credevo, ho mandato quel curriculum così tanti anni fa che nemmeno me lo ricordavo sinceramente. Ora sono qui con un'ora di ritardo sperando che non mi caccino via ancora prima di aver iniziato.
Correndo prendo le chiavi della macchina, do un bacio sulla guancia a mio figlio e saluto velocemente Eva, che ha deciso di venire in Sardegna con me e Aaron perché tanto, cito sue testuali parole "ho i soldi di mio padre, chiamami anche figlia di papà ma a Roma mi annoio". Così l'altro ieri all'ultimo ha trovato un biglietto per la nave ed è venuta con noi.
Quando arrivo là per fortuna o sfortuna scopro che non ero presente solo io a quel colloquio. Erano presenti altre quattro persone. Nemmeno metto piede dentro il ristorante che un ragazzo mi viene incontro,
«Ciao tu saresti?»
«Piacere mi chiamo Grace, sono qua per il colloqu-»
Non mi lascia nemmeno finire che inizia a parlarmi sopra.
«Oh beh buona fortuna, spera di non fare la fine degli altri quattro che se ne sono andati»
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Milagro
RomanceDolore Paura Rinascita. Ecco la storia di Grace, una ragazza forte quanto fragile. Aaron l'ha salvata, suo figlio di 5 anni. Dovrà trasferirsi in Sardegna per lavoro. Axel, il suo capo, riuscirà ad avvicinarsi a lei? Il suo ex ragazzo uscito da p...