Capitolo 7

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Amati così tanto da
non permettere più a nessuno
di farti sentire sbagliata.
Sofia J. Ross

Axel's pov

«Terra chiama Axel, a che pensavi?» Mi giro di scatto trovando Eric intento a fissarmi con uno sguardo preoccupato,

«niente, solite cose» sapevo che non ci avrebbe mai creduto,

«sai cosa ho notato ultimamente?» Lo guardo con aria interrogativa aspettando che continui,

«da quando è arrivata Grace entri più spesso in cucina e non te ne accorgi nemmeno la maggior parte delle volte.»

Quasi mi va di traverso l'acqua che stavo bevendo in quel momento, «ma che dici Eric, non è affatto vero, entro in cucina come sempre.»

«Cazzate lo sappiamo entrambi che non è così, ma hai la testa così dura che non vuoi ammetterlo. Tu sei completamente terrorizzato dalla cucina e da qualunque attrezzo ne faccia parte dopo quello che è successo a tua madre. Con lei però entri e non te ne rendi nemmeno conto, è una cosa bella ma devi solo capirlo,» detto questo mi fa l'occhiolino e se ne va lasciandomi da solo, così mi lascio andare completamente addosso alla sedia tirando fuori finalmente quel sospiro rimasto bloccato.

Sento delle voci fuori l'ufficio e soprattutto una che mi sembra di non aver mai sentito, così esco silenziosamente e mi ritrovo Grace abbracciata ad un ragazzo.

L'immagine mi fa bloccare, si dovevo aspettarmelo che fosse fidanzata visto che ha un figlio ma ritrovarmelo davanti è tutta un'altra storia.

Dietro di me sento Eric, mi appoggia una mano sulla spalla e mi guarda «mi dispiace amico, è già occupata,» me lo tolgo di dosso con una scrollata e me ne vado, non mi interessa.

Grace's pov

Vado verso il mio camerino per cambiarmi ma vengo bloccata da Axel che mi chiama, è seduto sulla sua sedia e mi fissa.

«Ti serve qualcosa?» gli chiedo entrando in ufficio e sedendomi a mia volta davanti la sua scrivania. Sembra non sapere cosa dire, come se mi avesse chiamata senza una reale ragione.

«Verrai al compleanno di Eric?» dice all'improvviso, come se fosse un motivo valido per avermi fermata.

«Si, ha invitato me, la mia migliore amica e mio figlio perché?» non distoglie mai lo sguardo da me e soprattutto dai miei occhi, non l'aveva mai fatto prima, di solito punta sempre lo sguardo altrove.

«Curiosità,» prima di poter dire altro si alza, si avvicina a me e si mette sopra la scrivania, lo sguardo sempre là. Non riesco a distogliere gli occhi neanche io, i suoi, quasi neri per quanto sono scuri, mi ipnotizzano ogni volta che mi guarda, - e succede raramente - non riesco mai a farne a meno.

Si avvicina pericolosamente al mio viso, i nostri nasi per un secondo si sfiorano e riesco a sentire il suo respiro sul mio viso, quasi in un sussurro dice «hai un ragazzo?»

e Aggrotto le sopracciglia non capendo, mi ricorda il primo giorno quando questa domanda me l'aveva fatta Eric.

«Cosa? No, non ho un ragazzo» serra le labbra in una linea dritta e si tira indietro quasi di scatto, riprendo subito a respirare e giro lo sguardo ritrovandomi a guardare la libreria che si trova a sinistra della scrivania attaccata al muro, la guardo come se fosse la cosa più interessante del mondo.

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