Capitolo 22

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Tu che ridi meglio di me.
Tu che ridi meglio degli altri.
Tu che mi tratti bene anche quando non ci sono.
Scudo, Gio Evan

Axel's pov

Sono passate due settimane da quell'accaduto. Siamo rimasti a Barcellona per due giorni e poi siamo tornati qui in Sardegna.

Grace di sua spontanea volontà ha deciso di andare da qualcuno anche solo per sfogarsi della violenza subita a diciotto anni.

Sono fiero di lei.

Quando siamo tornati qua mi ha proposto di trasferirmi da lei e, anche se all'inizio non mi sembrava una buona idea per Eva e Adam adesso non potrei divertirmi di più ogni singolo giorno.

Anche se il risveglio è sempre traumatico visto che alcune volte Aaron mi si lancia addosso o, ancora peggio, quando va a chiamare Adam e mi si lanciano addosso insieme.

Diciamo che Aaron ha la capacità di far tornare tutti bambini con un solo sorriso. E io non ne sono comunque immune visto tutti gli scherzi che abbiamo fatto a Grace.

Anche in questo momento mi trovo dietro il tavolo della cucina con Aaron e una pistola d'acqua in mano aspettando che Grace arrivi.

«Papà appena vediamo la mamma boom spariamo, okay?» ancora mi fa uno strano effetto quel papà.

Eccola, bellissima come sempre, mentre sta al telefono con Eric. Come sempre.

Se Eric non sta qua, Grace sta al telefono con Eric.

Stanno sempre appiccicati è assurdo.

Mentre sono preso dai miei pensieri Aaron è già partito contro la madre e sta iniziando a lanciarle l'acqua, io lo raggiungo subito dopo.

«No eddai mi sono appena cambiata! Siete uno peggio dell'altro.» Per i primi minuti prova a restare arrabbiata poi scoppia a ridere quando ci diamo il cinque dopo aver svuotato entrambe le pistole ad acqua su di lei.

«Siete veramente assurdi,» saluta Eric e attacca, finalmente. Appena Aaron si distrae un attimo l'attiro a me e le lascio un bacio sulle labbra.

«Dove stanno tutti?» le chiedo mentre continuo a tenerla stretta a me.

«Eva sta in giard..» non le lascio il tempo di finire la frase perché prendo in braccio e con la scusa di farlo volare lo porto fino ad Eva.

«Aaron ti stava cercando.» Le dico mentre sto già rientrando a casa, «vieni amore, giochiamo insieme.»

Per fortuna esiste Eva.

Torno da Grace che è girata di spalle quindi quando la prendo in braccio emette un piccolo urlo, subito si calma quando vede che sono io però.

Inizio a salire le scale con lei che ride senza un reale motivo, però ne sono felice. Amo il suono della sua risata.

«Dove stiamo andando?» mi chiede aggrappandosi al mio collo.

«Tanto dovevi cambiarti no?» la porto in camera. Smette di ridere appena chiudo la porta e la posiziono sul letto.

«Posso?» le chiedo guardandola nel letto, in tutta risposta allaccia le braccia al mio collo e inizia a baciarmi sempre con più passione.

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