Capitolo 15

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La vita non è quella che si è vissuta,
ma quella che si ricorda
e come la si ricorda
per raccontarla.
Gabriel García Márquez

Grace's pov

Il risveglio è diverso dai soliti, nessun bambino che urla e nessuno che litiga.

È silenzioso ma rumoroso al tempo stesso.

Sento qualcosa battere sotto l'orecchio ad un ritmo velocissimo, è una bella melodia.

Qualcosa si intrufola nei miei capelli e inizia fare dei movimenti circolari.

Sto per riaddormentarmi quando qualcuno mi sposta delicatamente e inizia a lasciarmi dei piccoli baci sulla guancia.

«Mh..»
«Allora sei sveglia»

Faccio no con la testa e mi metto sotto al cuscino.

«Non sapevo ti piacesse così tanto dormire,» provo a riaddormentarmi ma ormai è tutto inutile.

Esco dal mio nascondiglio e apro gli occhi che subito entrano in contatto con la luce del sole, cosa che me li fa chiudere di nuovo per il troppo fastidio.

«Buongiorno.» Dico con la voce tutta impastata dal sonno.

La mia pancia inizia a brontolare per la troppa fame ma la voglia di alzarmi dal letto è pari a zero.

Axel si avvicina a me per baciarmi ma giro la testa di lato e le sue labbra mi lasciano un leggero bacio sulla guancia.

«Perché ti sei girata?»
«Non ti bacerò finché non mi sarò lavata i denti mi dispiace.»

Sento una leggera risata che va sempre più ad annullarsi mano a mano che si allontana per entrare al bagno.

Mi giro in quella direzione e vedo il suo viso sbucare dalla porta, «ho trovato uno spazzolino in più, vieni?»

Lenta quanto una tartaruga mi alzo dal letto e vado verso il bagno, lo trovo appoggiato al muro con uno spazzolino azzurro tra le mani. Lo sta puntando nella mia direzione.

Lo afferro e prendo il tubetto del dentifricio trovato sopra il lavandino, sto per iniziare a lavarmi i denti quando mi giro verso di lui e lo trovo intento a fissarmi.

«Non vorrai mica restare vero?»
«Perché?»
«Axel esci dal bagno, forza.»

Gli indico con un dito la porta e alla fine se ne va. Ancora mezza addormentata inizio a lavarmi i denti, mi do un'ultima sistemata ai capelli che sono in condizioni orribili ed esco anche io.

Vado in cucina e lo trovo a fissare la cucina, non devi provarci per me Axel, vorrei dirgli.

Però alla fine mi avvicino a lui e lo spingo all'indietro finché non trova una sedia dietro di lui e capisce da solo cosa fare.

A parte le cose per la cena ho comprato anche qualcosa per fare colazione. Così prendo gli ingredienti per i pancake e inizio a fare l'impasto.

Come ieri iniziamo a parlare di tutto quello che ci capita.

«A dodici anni ho avuto la fase marvel, ne ero così ossessionato che quando ho scritto la letterina per Babbo Natale gli ho chiesto di vestirsi da Iron Man.»

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