Epilogo

261 18 0
                                    

Ti prego, amati sempre.
Ricorda, amati sempre.
Amati Sempre, Ultimo

Grace's pov

Sono passati tre anni, quasi quattro, da quando mi hanno ritrovata in quel cinema abbandonato, da quando l'incubo è, finalmente, finito.

In tre anni non è cambiato tanto in realtà, Axel è venuto ad abitare da me e io ho smesso di lavorare al ristorante, ho iniziato a cercare dei posti dove aprirne uno tutto mio.

Ne sto valutando due al momento.

Da quando ho smesso di lavorare passo praticamente tutto il giorno a casa con Aaron o in ufficio con Axel, lo aiuto con il suo lavoro e così non mi sento del tutto inutile con questo pancione che lievita giorno dopo giorno.

Oggi è un giorno di questi, sto dietro la scrivania e proprio mentre sto per alzarmi sento qualcosa di umido scivolarmi lungo le gambe, cazzo.

Mi si sono rotte le acque.

«Axel..»
«Si amore?» amo quando mi chiama così, è dolce e mi fa sentire ancora più amata.

«Stai per ridiventare papà.» ridiventare si. Ormai Aaron lo chiama solo in quel modo e lui non può che esserne più felice.

«Ma adesso? Cioè ora? Proprio in-»

«La smetti? Calmati, si ora, adesso. Aiutami ad arrivare alla macchina.»

Inizia ad avvicinarsi a me per aiutarmi ma poi i miei occhi si posano su una figura sul divano, mi ero dimenticata di aver portato anche Aaron qua oggi. «Aspetta, chiama Rita perfavore.»

«Rita? Le devi chiedere qualcosa?» faccio di si con la testa mentre cerco di non urlare, non me lo ricordavo così doloroso.

Dopo poco torna con Rita che sembra preoccupata, ma quando si accorge di quello che sta succedendo emette un urlo così forte che si sveglia mio figlio.

«Sta per nascere, oddio che bello. Cosa ti serve? Devo fare qualcosa? Portarti qualcosa in os-»

«Non fare come Axel,» dico mentre ricevo una occhiataccia da parte sua, «porta Aaron lontano da qua, puoi tenerlo per un po'? Vai a casa mia tanto trovi di sicuro mio fratello e Eva, li avverti e poi venite tutti insieme all'ospedale.»

Questa volta non riesco a trattenermi, un urlo esce dalle mie labbra e mio figlio mi guarda preoccupato. Non voglio che mi vede così.

«Certo, Aaron forza vieni andiamo.»

Dopo qualche capriccio finalmente riesce a farlo uscire, «se non mi porti subito in ospedale tua figlia nasce qua ti avverto.»

«Reggiti a me, se ti fa male stringimi la mano.»

E proprio in quel momento mi arriva una contrazione e gliela stringo così forte che leggo il dolore anche nei suoi occhi.

Rita's pov

«Cosa sta succedendo a mamma?» se inizia con queste risposte è la fine, magari a casa sua oltre agli zii trovo anche un sonnifero..

«Stai per diventare un fratello maggiore, non sei contento?» chiedo mentre aspetto che il semaforo diventi verde, ma perché ci mettono sempre così tanto questi aggeggi.

«Certo! Papà ha aggiunto un letto in camera mia e ha pitturato la stanza metà di blu, il mio colore preferito e poi ha chiesto a me di decidere il colore per la mia sorellina.»

Addirittura?

«Che colore hai scelto?»
«Giallo, perché è un altro dei miei colori preferiti. Qual è il tuo?»

MilagroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora