Sono distesa sul divano quando il suono del citofono mi fa trasalire. Mi guardo attorno come se qualcun altro possa andare a rispondere al posto mio, ma Bea è all'università e Asia non ha ancora imparato a parlare, figuriamoci ad aprire la porta. «Ecco uno dei disagi del vivere da soli» mi lamento con me stessa, mentre mi sollevo. «Chi è?» Chiedo.
«Il postino, deve scendere a firmare». Alzo gli occhi al cielo. Non ne ho proprio nessuna voglia.
«Senta sono appena uscita dalla doccia, può salire lei?» Chiedo con l'aria di chi non se ne importa proprio nulla della posta. «Che piano?»
«Ultimo». Chiudo il videocitofono e corro a mettere un'asciugamani in testa. «Tu resta ferma lì» ammonisco Asia.
Prima di aprire la porta, mi do una rapida occhiata. Ho due occhiaie da paura. «Faccio proprio schifo» ammetto prima di girare la maniglia.
«Buongiorno signora».
«Ha fatto presto» sorrido prima di scorgere da sotto al cappellino il vero volto del "postino". «E tu cosa ci fai qui?» Chiedo sconvolta quando riconosco i lineamenti.
«Ti ho portato la colazione» sorride.
«Ma tu sei matto. Come ti è passata per la mente una cosa del genere?!?»
«Volevo farti una sorpresa»
«Ma io non amo le sorprese».
«Dai Fabbiani non protestare come al solito».
«Landini sei il solito cretino» replico ammonendo Leo.
«Avessi saputo che reagivi in questo modo, avrei portato anche dello zucchero per addolcirti un po'».
«Tutto lo zucchero del mondo non sarebbe bastato per farmi andare a genio questa cosa» dico palesando tutto il mio fastidio.
«Fabbiani sta tranquilla, se ti genero tutto questo malumore tolgo subito il disturbo» dice non appena capisce di essere davvero di troppo.
Cambia espressione, mi mette la colazione tra le mani e si volta per andar via. Non l'ho mai visto così risentito. Forse sono stata troppo dura. Per un istante mi sento in colpa.
«Leo» lo richiamo quasi subito affacciandomi dalla rampa delle scale. Temo di aver esagerato. Dopotutto è stato carino.
Alza la testa.
«Scusa» dico. «Dai sali su, facciamo colazione insieme».
«Solo se ti levi dalla testa l'asciugamani che ti sei messa per far credere al postino di essere davvero appena uscita dalla doccia».
Scoppio a ridere e glielo getto addosso.
Per quanto lo neghi il migliore amico di mio fratello mi conosce davvero bene.
«Le vostre grida si sono sentite in tutti i corridoi».
«Ho esagerato, ma onestamente non mi sembrava il luogo adatto per essere rimproverata su vicende che riguardano le nostre vite private».
«Per quanto non l'abbia lasciato percepire, Falco è stato male dopo aver rivisto Carlotta e forse si è solo sfogato con te che sei sua sorella». Prova a giustificarlo mentre se ne sta seduto su uno degli sgabelli di casa. Mangiamo cornetti e sorseggiamo cappuccino nella mia cucina.
«Si è comportato male con lei»
«Questo non significa che non soffra».
«Se avesse sofferto non l'avrebbe lasciata andare»
«Se fosse tutto così semplice la vita non sarebbe una merda». «Sai qualcosa che io non so?» Chiedo inquisitoria.
«Anche se sapessi, non direi una parola».
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IL TEMPO NON È MAI ABBASTANZA
Roman d'amourAlice lavora in una clinica veterinaria, ha ventisei anni, una sorella di nome Beatrice e tanta voglia dell'unica cosa che invece non può avere: la vita. Succede sempre così: amiamo le cose che non tornano indietro. Capita con le occasioni quando si...