18NESSUN RIMPIANTO, NESSUN RIMORSO

95 6 2
                                    

Alice

La nottata è volata in fretta. Non ho chiuso occhio. Bea è appena arrivata.

«Qual è l'ultima cosa che vuoi lasciare in sospeso prima di entrare in sala operatoria?» Esordisce mentre fa colazione proprio davanti a me.

«Potresti anche evitare di magiare qua dentro» sottolineo guardando il suo muffin con desiderio. Capisce. Gli dà un morso rapido e lo richiude nel sacchetto.

Muoio di fame.

«Allora?»

«Allora, cosa?»

«Cosa vuoi fare prima di entrare in sala operatoria?»

«Mangiare una fetta di torta pan di stelle» alzo gli occhi al cielo. Mi chiedo perché anche in un giorno del genere devo essere circondata da idioti.

«Ali fai la seria» mi ammonisce mentre Carlotta si unisce a noi. «Buongiorno», ci saluta con un sorriso smagliante.

«Allora me lo fate di proposito» lamento quando vedo anche lei entrare con la bocca piena.

«Scusa» biascica. «Di che parlavate?» Chiede gettando nel ce-stino il bicchiere del caffè.

«Visto che Alice teme l'intervento, dobbiamo farle fare qualcosa che le lasci dentro la voglia di tornare da noi».

«Ma io voglio tornare!»

«Intendo dire che dovresti fare qualcosa che inizia ora e che deve continuare quando esci. Che ne so, un discorso, una chiamata...»

«Le parole crociate» dico avvilita. «Perché dio consente che tanta stupidità vada in giro così liberamente?» Domando con la mia solita punta di acidità.

«Ho capito cosa intendi» Carlotta quasi saltella. Sembra entusiasta dell'idea che ha avuto mia sorella.

«Ma perché non tornate da dove siete venute?» Dico loro stranita. Nessuna delle due sembra essere seriamente connessa alla realtà.

«Mi è venuto in mente» dice ancora la Pietravalle. Mi fa sobbalzare. Questa mattina sembra una scolaretta in gita scolastica. «Dammi il cellulare» allunga la mano verso di me.

«Cosa vuoi?» Corruccio le sopracciglia.

«Il cellulare»

«Ma neanche morta».

«Potresti esserlo a breve» dice Bea con pessimo sarcasmo. «Dai il cellulare a Carlotta. È un gioco e devi sottostare».

«Mi stanno per aprire il cranio e voi pensate a giocare?»

«Falla finita» protesta di nuovo Beatrice tirandomi il telefono dalle mani.

«Ehi, ho il cancro» provo a difendermi come avrebbe fatto un bambino delle scuole elementari.

«Cos'hai intenzione di fare?» Domanda a Carlotta senza ne-anche ascoltarmi.

«Vai in rubrica e trova Alex» le dà direttiva. Quando capisco mi si infiammano le guance. «Un appuntamento, sarà l'occasione che lascerà in sospeso».

«Ma voi siete matte. Datemi il telefono» protesto. Vengo investita dal panico. «Non potete farlo».

«Certo che possiamo» ridacchia mia sorella. «Ma chi è questo Alex?»

«Un tipo davvero sexy a quanto pare» si ritrova ad osservare la Pietravalle quando apre la foto del profilo WhatsApp. «Lo ricordavi così?» Ora ride mentre me lo mostra.

Dio quant'è bello.

«Ragazze ridatemi il cellulare.» Adesso alzo la voce.

«Alice credo che questa sia un'ottima scusa per restare ancorata alla vita» sdrammatizza Bea prima di essere interrotta dal dottor Solero.

IL TEMPO NON È MAI ABBASTANZADove le storie prendono vita. Scoprilo ora