Alice lavora in una clinica veterinaria, ha ventisei anni, una sorella di nome Beatrice e tanta voglia dell'unica cosa che invece non può avere: la vita. Succede sempre così: amiamo le cose che non tornano indietro. Capita con le occasioni quando si...
Sono in questo maledetto letto d'ospedale e continuo a chiedermi se abbia fatto bene a pubblicare quel post. Mi arrivano valanghe di messaggi privati, ma l'unica cosa a cui riesco a pensare è Bea. So bene cosa significhi vestire i miei panni, ma non posso immaginare cosa voglia dire stare dall'altra parte.
«Ancora niente?» Chiede Carlotta quando entra nella mia stanza.
«Ancora niente» rispondo mentre fisso il cellulare.
«Vedrai che non appena avrà somatizzato, si farà viva».
«So di aver sbagliato ogni cosa, ma credimi, l'ho fatto solo per tutelarla».
«Chiedo scusa» ci interrompe un'infermiera. Varca proprio ora la soglia della mia camera. «Volevo ricordare alla signorina Fabbiani che deve restare a digiuno fino all'intervento» mi comunica guardando la Pietravalle.
«Grazie Annalisa» risponde Carlotta congedandola subito dopo. «Hai visto che servizio?»
«Non avrei potuto chiedere di meglio».
«Per il resto come stai?» Ora allude all'operazione.
«L'ansia mi sta divorando».
«Vedrai che andrà tutto bene» mi conforta sedendosi sulla sedia accanto al letto.
«La paura più grande è quella di non risvegliarsi».
«Devi stare tranquilla Alice, ti ho promesso che andrà tutto bene».
«Non puoi garantirlo».
«Certo che posso. Abbiamo studiato il tuo intervento notte e giorno. Ho inviato file, abbiamo fatto stampe 3d, simulato l'operazione. Quindi devi stare serena perché non permetterò che ti accada nulla su quel tavolo operatorio» mi guarda con- vinta. Carlotta sa il fatto suo e non mi consentirebbe mai di correre un rischio del genere se non fosse sicura della buona riuscita.
«Scusate ma non ho potuto fare a meno di ascoltare, ero qua fuori e ho sentito tutto» quando vedo mia sorella sbucare all'improvviso dal nulla, ho un colpo.
«Bea!»
Corre a abbracciarmi.
«Scusami, non era mia intenzione ferirti».
«Neanche la mia. Perdonami se ti ho nascosto tutto, ma non sapevo come affrontare la situazione».
«Non devi preoccuparti, adesso ci sono io qui con te» dice accarezzandomi la fronte. Non è mai stata più tenera di così.
«Sono felice che tu l'abbia scoperto» ammetto. Mi lascio andare e scoppio in lacrime.
Avrei davvero desiderato averla vicino dal primo istante e il fatto che abbia smascherato il mio piano è stata la mia salvezza.
«Affronteremo tutto insieme, non ti consentirò di lasciarmi sola come un calzino spaiato» mi tranquillizza ridendo. «Io e Car- lotta ci prenderemo cura di te» continua commossa. Afferra nostra cognata per mano e la rende partecipe del nostro abbraccio.
«Da oggi questo è il nostro segreto» confessa guardando entrambe negli occhi. «Ne parleremo con gli altri solo e quando sarai pronta».
«Grazie» sussurro. Riesco finalmente a rilassarmi. Le loro braccia sono casa.
«Andrà tutto bene».
«È solo che vorrei fare ancora tante, tante cose».
«Le faremo tutte perché non è ancora arrivato il momento di separarci».
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♥️SPAZIO AUTORE♥️
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