29. Un mese dopo...

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L'ultima speranza suona il citofono

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L'ultima speranza suona il citofono. 

- Sono Alexhey!

«Terzo piano» dico con un filo di voce, pentendomi subito di aver anche solo risposto. 

Si è tenuto lontano dalla telecamera. Ho fatto male ad accettare di incontrarlo a casa mia, potrebbe aver architettato l'incontro da mesi col solo scopo di farmi del male. 

Il male esiste, l'ho imparato a mie spese. Ne parlano sempre nei telegiornali. Eppure eccomi qui, una delle tante stupide che verranno biasimate per l'ingenuità. 
Se l'è cercata, diranno. Me l'hanno già detto, per mio figlio. Stavolta lo sussurreranno al mio funerale. 

L'ascensore ha aperto la porta, sento i suoi passi lenti, proprio come in un film giallo. Tra poco aprirò la porta. Lo farò accomodare. Tirerà fuori un coltello da macellaio?

Non esiste alcuna speranza, forse solo la mia condanna a morte.

Non esiste alcuna speranza, forse solo la mia condanna a morte

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