19. Passerò la notte amandola come un pazzo

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«Andiamo assieme alla cena?»

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«Andiamo assieme alla cena?»

La voce di Claudia giunge attraverso la porta del bagno chiusa a chiave mentre sta cercando di forzare la maniglia per entrare.

«Mi sto asciugando.»

«Mi fai entrare.»
Anche se potrebbe sembrare una domanda, la sua non lo è mai quindi non mi disturbo nemmeno a rispondere e, con calma, finisco di prepararmi. Muovo la spalla sinistra in avanti e indietro per vedere se è ancora dolente e controllo l'ecchimosi che finalmente si sta riassorbendo dopo tre settimane: ora è viola coi contorni giallognoli. Questa passerà e non si noterà più nulla, mentre la cicatrice sul sopracciglio si vedrà fin che campo.

Inizia a bussare alla porta, sempre più stizzita così infilo l'accappatoio che allaccio stretto e apro la porta.

«Abbiamo cinque bagni in casa: sono tutti fuori uso?»

Si avvicina per appoggiare le mani sul mio petto e io mi tiro indietro, oramai ungesti diventato istintivo.

«Nick, possibile che tu non mi abbia ancora perdonato?» riattacca con la solita litania della mattina. All'alba, i fedeli di tutte le religioni del mondo pregano il loro dio, a me tocca sciroccarmi le inutili scuse e accuse di mia moglie.

«Oggi per cosa mi stai chiedendo perdono?» le domando, pur sapendo che così la farò incazzare e non mi darà tregua. Alza una mano per schiaffeggiarmi, ma la blocco afferrandola per il polso. Vorrei stringere forte fino a spezzarglielo, ma non lo faccio anche perché nessuno crederebbe che l'avrei fatto per legittima difesa.

«Non osare colpirmi mai più, donna. Hai capito?»
Spinge il labbro inferiore all'infuori e gli occhi le diventano lucidi, le sue lacrime non mi commuovono, quando vede che non ottiene nulla si avvicina e le sue mani si insinuano sotto l'accappatoio alla ricerca del mio cazzo, ma mi allontano ancora una volta.
«E non provare nemmeno a toccarmi.»

«Sono tua moglie.»

«Ho una riunione.»

Si alza sulle punte dei piedi e mi bacia la bocca. Rimango immobile, a labbra serrate, mentre la sua lingua cerca di forzarmi.

«Claudia, non voglio offenderti. Lascia perdere» le dico spostando il viso. Torna all'attacco, slacciandomi l'accappatoio e prendendomelo in mano.

«Vedi che ti eccito? Dai, Nick, non resistere. Mi vuoi come io voglio te.»

L'allontano nel modo più gentile ma deciso che conosca mentre la mia mente enumera al mio cazzo tutte le bugie di questa donna in modo che torni moscio e inutilizzabile.

«Mi viene duro perché fisiologicamente funziona bene, ma piuttosto che scoparti preferirei infilarlo in una tana di scorpioni.»

La sposto di peso per dirigermi verso la cabina armadio per vestirmi. Lei non demorde.

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