49. Quindici minuti prima dell'aggressione

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Sto camminando più in fretta di quanto dovrei

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Sto camminando più in fretta di quanto dovrei. Il vento fresco del pomeriggio mi sferza il viso, ma non riesce a calmarmi. C'è qualcosa che non va. Lo sento nelle ossa, come un brivido sordo che mi risale dalla schiena. Da quando sono uscita dall'università, ho la netta sensazione che qualcuno mi stia seguendo. O forse no? Non c'è nessuno... o forse sì?

Concentrati!

Devo concentrarmi sui passi, sui fiori che ondeggiano al vento, sul rumore dei miei tacchi sull'asfalto. Ma ogni volta che accelero, anche il suono dietro di me lo fa. Il cuore inizia a battere più forte.

Stai dando i numeri!

Ma quella sensazione... non se ne va.

Non sarebbe la prima volta che mi seguono.
Non sarebbe la prima volta che mi fanno del male.

Scuoto la testa, cercando di liberarmi da quei pensieri. Mi sto lasciando sopraffare dalla paranoia. Non può succedere ancora. Non qui, non ora. Sono in una strada affollata, la gente mi circonda. Nessuno potrebbe farmi del male in mezzo a tutta questa gente, giusto?

Ma allora perché ti senti così?

Mi volto, cercando con lo sguardo qualcosa di familiare, ma vedo solo persone immerse nelle loro vite. Nessuno mi guarda. Nessuno sembra interessato a me. Eppure... il battito del cuore non rallenta. Mi sento come un animale braccato.

È solo nella tua testa!

Ma il senso di pericolo non se ne va, cresce invece, come un'ombra che si allunga dietro di me. Qualcuno mi segue.

Lo so.

Passando davanti a una vetrina chiusa, vedo il riflesso di una figura. La stessa che ho visto più volte da quando sono uscita dall'università. C'è qualcuno.

Ma quando mi volto, non c'è nessuno. Solo il vuoto.

Ti stai immaginando tutto?

Il mio respiro si fa affannoso. Devo calmarmi. Non posso farmi prendere dal panico. Ma non posso nemmeno ignorare quel presentimento. Mi blocco per un attimo, le gambe rigide, mentre il rombo di un motore riecheggia tra i palazzi.

Guardo lo specchio del negozio. Un'auto nera.
Il cuore si ferma per un istante.

Tyler?
Sono sicura che sia lui. La macchina rallenta quando mi passa accanto, ma non si ferma. Il finestrino è abbassato. Mi guarda.
Il mio stomaco si contrae. Mi fissa per qualche secondo, poi accelera e scompare dietro l'angolo.

Sto perdendo la testa. Sto davvero dando i numeri. Non può essere lui. Non potrebbe farmi nulla in pieno giorno, non qui. Eppure... il mio istinto mi dice il contrario.

Ma quella figura?

Mi stringo la giacca intorno al corpo, il freddo mi sembra più intenso adesso. Tra pochi minuti sarò a casa. Sarò al sicuro.

Qualcuno mi urta alle spalle.

Un urto secco.

Un sussurro. Non capisco cosa dica.

Il cuore esplode nel petto.

Una fitta all'addome. Acuta. Paralizzante.

Non riesco a respirare.

Adele è a terra, ferita

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Adele è a terra, ferita... Chi sarà stato? Talbot, Tyler o Claudia?

Dai, tranquillizziamoci: l'autrice scrive solo romanzi  a lieto fine. Anche se mi hanno detto che cambia spesso parere. In passato, ad esempio, scriveva solo tragedie, ma non avrà deciso proprio ora di far finire male la nostra amata Adele, vero? No, no...qui  bisogna votare, passare parola e fare in modo che le letture aumentino. Sia mai che, vedendo che la sua  storia è poco seguita, impazzisca dal dolore e decida di uccidere proprio tutti tutti tutti lasciando  in vita Talbot, Fred, Claudia e Tyler!

 Sia mai che, vedendo che la sua  storia è poco seguita, impazzisca dal dolore e decida di uccidere proprio tutti tutti tutti lasciando  in vita Talbot, Fred, Claudia e Tyler!

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