Esercito dell'antica Roma, parte 2: Guerre Puniche e Macedoniche (Repubblica)

18 1 0
                                    

Ci troviamo nel IV secolo a.C. e Roma, ormai da tempo una repubblica, cerca di imporsi come grande potenza in Italia. E ci riuscirà, tra alti e bassi. Adesso i conflitti si sono spostati verso gli Appennini e verso nord, in territori collinosi dove una falange incontra grosse difficoltà a schierarsi; dato che la forza della falange sta appunto nella formazione, i romani dovettero riorganizzarsi e imparare dai loro nuovi nemici più accaniti: i Sanniti negli appennini, e le tribù celtiche del nord Italia (su cui conto di parlare più in là, se vi interessa).

Questa sezione si divide sostanzialmente in due parti; nella prima, vediamo ancora un sistema di classi molto simile al periodo monarchico, ma riorganizzato negli equipaggiamenti e soprattutto nella tattica. Questo sarà l'esercito che combatté le prime due guerre puniche.

Nella seconda parte invece parlo del tipico esercito repubblicano diviso in 3 linee e che farà da prototipo per le celeberrime legioni. Specifico anche meglio i dettagli della tattica impiegata.

PRIMA PARTE

Andiamo con ordine. Ormai tutti i combattenti romani usano lo scutum ovale, dunque è un buon momento per dare qualche altra informazione: questo scudo di forma ovale e leggermente concava era alto circa quattro piedi (quindi un metro e venti) e largo due e mezzo (settantacinque centimetri). Era fatto da 3 strati di assi di betulla incollati perpendicolarmente l'uno sull'altro: orizzontali, poi verticali, poi orizzontali di nuovo (se fossero state impilate tutte nello stesso verso, lo scudo sarebbe stato resistentissimo in un verso ma debolissimo nell'altro). Lo scudo così ottenuto era ricoperto di feltro o pelle (venivano dipinti con vari motivi) e il tutto veniva rinforzato da un umbone al centro (la cupola di metallo che protegge la mano) e da un profilo di metallo sulla parte superiore e inferiore. Lo scudo è spesso circa un centimetro sui bordi, qualcosa in più verso il centro (una ricostruzione fedele ha lo spessore di 1.2cm al centro).

Lo scudo così fatto pesa circa 10Kg, quanto lo scudo da oplita, ma invece di essere imbracciato aveva un'unica maniglia orizzontale; questo peso così alto, e la sua forma, ci suggeriscono che non doveva essere usato in mano; si piazzava a terra e ...

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Lo scudo così fatto pesa circa 10Kg, quanto lo scudo da oplita, ma invece di essere imbracciato aveva un'unica maniglia orizzontale; questo peso così alto, e la sua forma, ci suggeriscono che non doveva essere usato in mano; si piazzava a terra e veniva usato come "barricata" dietro cui il legionario si nascondeva. Un semidio però dovrebbe essere in grado di usarlo come scudo tradizionale, in teoria. Sta a voi scegliere quale scuola di pensiero seguire.

Ormai la falange era stata totalmente abbandonata, assieme alla suddivisione in esercito "da campo" e guardia cittadina in base all'età, dunque la "disposizione" dei soldati delle varie classi sul campo di battaglia cambiò totalmente. Adesso i cittadini più ricchi ed esperti, detti triarii, erano sistemati in fondo alla formazione, in terza linea. Dietro di loro c'erano i rorarii, più giovani e inesperti, e dietro ancora gli accensi (letteralmente "le riserve"). In totale queste tre classi di soldati formavano 15 compagnie. Del loro equipaggiamento sappiamo solo che i triarii combattevano con le lance, e nient'altro. Successivamente nel capitolo esporrò la mia teoria.

Le compagnie (ordines) erano divise in tre vexilla da 60 soldati, due centurioni (da qui Rick prese l'idea) e un porta stendardo (vexilliarius).

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 19, 2023 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

L'armeria di EfestoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora