Dedicata a tutti i semidei e le semidee che non si accontentano di agitare casualmente un'arma, ma vogliono dare consistenza e dettagli alle scene di lotta che descrivono!
Qui troverete dettagli sulle armi utilizzate dagli eroi del passato, su quale...
Rispondo alla seconda parte della richiesta di GloriaChase07
Scusami veramente se scrivo solo ora, ma avrai una curiosità da togliermi a cui ho pensato solo ora. Volevo chiederti se ci sono delle armi persiane o macedoni, diverse da quelle greche, di cui potresti parlare. Mi scuso ancora, e grazie
Rieccoci di nuovo per rispondere alla tua curiosità! Anche in questo caso, non ci sono armi o armature particolari da discutere, anzi uno dei motivi per l'eventuale caduta di quest'impero fu proprio la scarsità di innovazioni militari. A consentirne il successo fu piuttosto la strategia che muoveva quelle armi.
L'impero persiano, detto anche Achemenide, alla sua massima espansione sotto Dario I toccava 3 continenti (Europa, Asia, e Africa) e aveva sotto il suo controllo quasi metà dell'intera popolazione mondiale: una diversità culturale mai vista prima, che Dario apprezzò al punto da integrarla nel proprio esercito . A differenza di quanto si crede, i persiani sono stati i primi a liberare gli schiavi, ed erano molto inclusivi con le popolazioni conquistate. I Greci, d'altro canto...
Ma non è questo lo scopo del capitolo. Ciò che conta è che l'esercito persiano includeva soldati di tutti i tipi, secondo un sistema molto semplice: le nazioni conquistate più vicine alla Persia vera e propria pagavano meno tributi, in cambio però di una maggiore quantità di soldati da offrire. Ciò vuol dire che l'esercito era composto principalmente da truppe mediorentali, poi da guerrieri a cavallo di popolazioni nomadi, poi Egizi, Etiopi ed Indiani, e infine i Sagarti, nomadi originari dell'Iran che combattevano con lacci e asce da battaglia.
Più le conquiste avanzavano, più l'esercito veniva a contatto con nuovi modi di intendere la guerra, che vennero poi assimilati. Ad esempio, i persiani acquisirono la tecnologia dell'arco composito dai Sagarti, mentre dagli Indiani presero le competenze per addestrare elefanti da guerra (di cui parleremo tra poco).
Importante era anche l'arruolamento dei mercenari, così numerosi da essere inclusi persino nelle guardie personali del re di turno. Ironicamente, la maggioranza dei mercenari erano di origine greca, ed erano tra i guerrieri più stimati, grazie al migliore addestramento che ricevevano in patria (secondo Senofonte, a differenza della Persia, in Grecia erano donne ed anziani ad occuparsi delle faccende domestiche come la cura del bestiame, il che lasciava tempo agli uomini per la guerra).
Prima di andare avanti, vi prego di tenere presente che molte delle fonti che sopravvivono oggi vengono da scrittori greci, e non è facile stabilire se si tratti di realtà o di propaganda. Purtroppo, c'è poco altro su cui basarsi, quindi vi chiedo di prendere con le pinze ciò che scriverò d'ora in poi.
Dato l'elevato calore di queste zone del mondo, le pesanti armature di metallo usate in Europa facevano più danni che altro; i soldati avevano corazze molto leggere (con delle eccezioni per i reparti più prestigiosi), dunque arco e freccia erano i sovrani del campo di battaglia. In tale contesto, la potenza dei colpi era sacrificata in favore di gittata e numero di frecce.
Tattica generale
In queste regioni del mondo, erano gli arcieri a governare il campo di battaglia. Buona parte dello scontro consisteva nel posizionare gli sparabara (portatori di scudo) in prima linea. Essi erano soldati armati con una corta lancia, una sorta di linothorax, ed un enorme scudo rettangolare grosso quanto un uomo. Quest'ultimo era la parte più importante del suo equipaggiamento: uno scudo così grosso, fatto di vimini e pelle e rinforzato con bordi di ferro, serviva a proteggere non solo sé stessi, ma anche gli arcieri schierati dietro, dalle frecce e dai giavellotti del nemico.
Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.