17.P.O.T.B

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                 "Parts Of The Body"



Sento il mio corpo disintegrarsi appena sprofondo sul letto,rimanendo lì per qualche minuto,per poi disperatamente alzarmi per lavarmi.
D'un tratto,passo d'avanti allo specchio,che ritrae la mia figura.
Le mie occhiaie,le mie labbra disidratate,i miei capelli spettinati,e i miei grandi occhietti color ambra spenti e doloranti.
E ci voleva anche che qualcuno bussasse alla porta.
Inizialmente non apro,ma l'ignoto  continua a bussare,perciò,pensando fosse qualcosa di urgente,decido di aprire.
"Nīna!..Sembri un po' stanca,vuoi che ti lascio da sola?"mi chiede Carlos,passando da un volto sorridente ad uno preoccupato.

"Si Carlos,ho bisogno di lavarmi.Ho un emicrania che mi sta distruggendo.Se vuoi appena mi riprendo vengo da te,ok?"

"Ok, tranquilla,quando vuoi"sorride e svolazza via nel corridoio.

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Dondolo leggera come un cigno all'interno della vasca,sentendomi libera.
Poi appare nella mia mente un volto abbastanza familiare:occhi verdi smeraldo,capelli color nocciola,mani che lasciano le sottili vene grigie passare,come una macchina che sfreccia.
Queste vagano lentamente sul mio corpo,fino a premere un certo punto.
Cerca di provocarmi,di farmi eccitare,di pronunciare il suo nome fino alla morte.
E appena riconosco i lineamenti dell'incognito,riapro immediatamente gli occhi,e,senza nemmeno pensaci,mi tiro uno schiaffo da sola.
Cosa diamine sto pensando!?!?
Subito mi alzo dalla vasca:decido di mettermi i primi vestiti che apparivano alla mia vista,lasciando i capelli umidi,e senza pensarci,esco dalla stanza,dimenticandomi di avvisare Carlos.
Decido di prendere una boccata d'aria seduta solle roccie ad osservare il mare,limpido e cristallino.
Da un pò di giorni sto pensando di andare a vedere la mia casetta a Napoli,dopo il Gp di Australia,visto che avremo circa 2 settimane di libertà.
Non ero l'unica ad abitare in quell'appartamento,bensì una mia carissima amica,America,che riuscì a farmi superare la rottura tra me ed il mio ex;
Tra me e lui le cose non andavano bene da un bel po' di tempo,infatti,ogni volta che uscivo mi chiedeva con chi andavo,doveva decidere lui cosa dovevo mettermi e se non l'ascoltavo mi tirava schiaffi e pugni per più di un'ora.
Nascosi tutto per evitare problemi,ma America notò le mie condizioni fisiche e mentali, così le spiegai tutto.
Mi consolò,mi aiutò con tutto:mi aiutava a mangiare,dormire,leggere,studiare,parlare...
In quel momento ero così fragile che non riuscivo nemmeno a pronunciare una vocale.
Alla fine,decisi di denunciarlo e non ci sentimmo più,saranno passati circa 3 anni da quel giorno.
All'improvviso,la mia mente mi richiama,a causa del dolore provocato dal mal di testa,e per un attimo,i miei occhi rividero quell'immagine che stavo sognando un'oretta fa;
Perché mai dovrei sognare Charles Leclerc toccarmi e..

Ma tutti miei dubbi spariscono quando noto che le nuvole sono grigie, significato che tra pochi minuti potrebbe iniziare un temporale,perciò,mi alzo e ritorno all'hotel.

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"Merda!"esclamo, sbattendo alla porta.
Prima di uscire,non mi ero ricordata di prendere le chiavi della stanza,e adesso sono qui ad aspettare che passi qualche impiegato di questo posto per potermi aiutare.
"Mi scusi! Ho lasciato le chiavi nella mia stanza e adesso non posso aprire la porta,cosa potrei fare?"dico urlando al primo ragazzo che trovo, sperando che fosse uno che lavorasse qui dentro.

"Signorina dovremmo chiamare i vigili del fuoco per farla entrare nella stanza.."

"Esatto,sì,quanto ci vuole?una,due ore?"

"Mi dispiace deluderla,ma per questa notte dovrà dormire in un'altra stanza"mi risponde il ragazzo.

"Oh, capisco...Ok,grazie mille,vado un attimo in bagno"
dico e corro cercando di sfuggire da quell'uomo il prima possibile.
Ma, giustamente,vado a sbattere contro qualcuno.

"E che cazzo oggi!"dico sbuffando dalla rabbia

"Signorina, i termini!"pronuncia la persona con cui mi sono scontrata.

"Scusami Charles,ma davvero,oggi è proprio giornata da schifo"

"Che cosa è successo?"

"Ho un emicrania fortissima,ho deciso di andare a camminare per alleviare un po' il dolore,e appena torno qui mi ricordo di aver lasciato le chiavi nella stanza.
Hanno detto che questa notte dovrò dormire per forza in un'altra stanza "spiego velocemente,ricevendo uno sguardo confuso da Charles.

"Beh, se vuoi puoi venire da me"

"Ci penserò,grazie mille Charles,adesso vado un attimo in bagno,ci vediamo dopo"dico riformulando la stessa menzogna di prima.

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"Allora,come mi comporto?"
chiedo al ragazzo che mi ha invitato a rimanere nella sua stanza per questa notte.
"Comportati come se fosse la tua stanza"dice Charles con nonchalance.

"Addirittura"rispondo alzando entrambe le sopracciglia, scoppiando a ridere.

"A proposito,sul letto c'è una maglia e un pantaloncino visto che non hai il pigiama"

"Oh no tranquillo,posso dormire così"

"Ma dai Bea,io non riuscirei proprio a dormire con i jeans"

"Va bene,ci rinuncio"esclamo alzando le braccia in segno d'arresa, prendendo le robe e buttarmi nel bagno.
Dopo un po' di minuti esco dal bagno:

"Sembro uno spaventapasseri..."

"Nah,stai bene"

"Tu dici?"gli chiedo,ricevendo un si con la testa,facendomi cenno di sdraiarmi sul letto.

"Buonanotte Charles"

"Buonanotte Bea"


02:30

Giro e mi rigiro nel letto,cercando di addormentarmi con scarsi risultati.

"Anche tu non riesci a dormire?Pensavo fossi l'unico sveglio"
parla Charles, sbadigliando.

"Già,questo mal di testa è tremendo"dico sprofondandomi di nuovo sul letto.

"Bea,posso farti una domanda?"

"Certo,dimmi"

"Quei lividi si sono creati perché sei caduta e cose del genere,o perché qualcuno ti ha picchiata?".

Cazzo.

Mi ero dimenticata dei lividi,visto che era notte,pensando che non si potessero vedere.

"Nonono,sono stati degli eventi ma niente di che"dico rialzandomi di scatto cercando di togliere la mano di Charles sui miei lividi.

"Sei sicura Beatrice?Perché mi sembrano fatti apposta da qualcuno"dice guardando attentamente le mie gambe,contraendo la mascella.

"Charles,veramente,non ti preoccupare,ok?"

"Lo so che non mi vuoi dire che qualcuno ti ha picchiata."

Guardo i suoi occhi color verde cristallo,e vedo il suo colore spegnersi ancora di più.
L'ansia,la preoccupazione,il dolore,si espandevano sempre di più.
Intanto,le nostre facce iniziavano ad avvicinarsi,sempre di più...

"Charles..."dico balbettando,vedendo le sue labbra che cercavano tagliare quella piccola distanza che rimaneva fra noi due.
Le sue labbra si appoggiano sulle mie,iniziando a viaggiare insieme alle sue.
Poggia le sue mani sui miei fianchi ed il suo collo è circondato dalle mie braccia.
Finiamo di baciarci, rimanendo sempre vicini.

"Cosa vuol dire tutto questo?"
"Che se qualcuno dovesse toccarti o violentarti, lo uccido."




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