"Lasciami stare, non toccarmi!"
Le sue braccia si avvicinano sempre di più al mio piccolo e indifeso corpo.
Il suo orribile volto diventa sempre più maligno e malizioso.
"Beatrice, sta' tranquilla, è solamente un gesto d'affetto...".
Il mio battito accelera sempre di più.
"No, non di nuovo ti prego, lasciami!"Mi sveglio e urlo.
Ci risiamo.
Dannazione, sono passati 2 anni!
Mi porto una mano sulla fronte e noto che sono un pezzo d'acqua.
Sbuffo e mi alzo dal letto, aprendo la finestra.
Mi lascio cullare dal venticello di agosto, che mi distrae per un po' dai miei pensieri.
Quando mi accorgo che ero da capo sull'orlo del sonno, decido di cambiarmi il pigiama e di ritornare sotto le coperte, cercando di eliminare dalla mia mente quel giorno."A cosa sono dovute queste paranoie?"
Porto il cuscino sopra la mia testa.
"Sei perfetta Bea, non serve che credi a queste inutili paranoie"
Questa volta lancio l'oggetto per terra.
Mi rialzo e inizio a fare avanti e indietro nella mia cameretta, cercando di distrarmi, cosa che, con scarsi risultati, non riesco a fare.
Menomale che mio padre è fuori città per un soccorso.
Da quando sono iniziate le pause estive gli incubi sono ritornati e continuano a tormentarmi ogni singolo momento della giornata.
Avrò pagato 30 psicologi e passa ma non sono riusciti nemmeno a migliorare un grammo di questa situazione.
Sobbalzo quando sento il mio telefono squillare.
Chi diavolo chiama una persona alle 4 del mattino?
"Pronto?" esclamo senza vedere chi fosse la persona che mi ha chiamato.
"Beauté, che ci fai sveglia a quest'ora?"
"Potrei farti la stessa domanda"rispondo e, quando sento il vuoto totale, riattacco velocemente la chiamata.
Mi butto a peso morto sul letto cercando di riaddormentarmi con l'aiuto di qualche piccolo schiaffetto sul viso per incoraggiarmi di chiudere quegli occhi che chiedevano pietà.
Dopo qualche minuto, sento da capo squillare qualcosa, ma questa volta era il citofono di casa; Così, controvoglia, mi alzo e vado ad aprire il portone.
Sgrano gli occhi quando noto che la figura che si trovava davanti a me era Charles.
"Che ci fai qui? Sono le 4 del mattino Charles, non eri a Monaco?"gli chiedo con aria interrogativa.
Spero che non si sia preoccupato per me e che non abbia sfidato pure la morte per venire qui.
"In realtà oggi dovevo venire a Maranello per allenarmi al simulatore, quando ero in viaggio per sbaglio ti ho chiamata e quando stavo per riattaccare mi hai risposto.
Dato che mi sembrava un po' anormale il fatto che tu fossi sveglia a quest'ora, sapendo che sei una gran dormigliona, mi sono incuriosito e anche spaventato, così sono venuto qui da te" mi dice avvicinandosi.
"Charles, scusami, io..." lo fermo mettendogli le mani sul petto mentre il monegasco stava per baciarmi.
Si può sapere che diavolo mi prende? Perché sto reagendo così?
I battiti del cuore accelerano, e per farglielo capire, mi porto una mano sulla posizione dell'organo.
"Non riesco a respirare" dico iniziando a vedere sfocato.
"Beatrice no, resta con me, guardami, sei al sicuro..." dice lui iniziando a impanicarsi quando vede la mia carnagione diventare pallida.
Mi prende in braccio e mi porta sul divano, provando tutti i metodi possibili per non farmi svenire, fin quando tossico.
Inizio a piangere e a tremare, lui mi stringe fra le sue braccia e mi accarezza la schiena.
"Scusami" dico quando mi sono ripresa.
"Beatrice di cosa dovresti scusarti?Stavi male" dice lui guardandomi confuso.
"Dovevi andare a Maranello, invece sei qui...Ti ho fatto perdere solamente tempo" dico appoggiando la testa sul suo petto.
"Non dirlo neanche per scherzo Bea, anzi, se adesso non ci fossi stato molto probabilmente ti avrei trovata stesa a terra o su un letto di un ospedale" esclama, continuando a darmi baci sul viso per tranquillizzarmi.
"Non è la prima volta che ho avuto un attacco di panico Charles, il problema sono le cause del perché avvengono"dico guardando il muro.
Forse non era la giusta frase da dire.
Sento il suo sguardo che squadra il mio corpo.
"A cosa sono dovute?"mi chiede dolcemente.
Sento il suo cuore battere velocemente.
No, non dirmi che starà pensando che lo sto tradendo!
"Charles, guardami" gli dico sedendomi in un battibaleno, prendendogli il viso con le mani.
"La causa non sei tu, ho attacchi di panico da molto tempo fa'.
Non c'entrano nulla su di noi" gli spiego evidenziando l'ultima parola, che mi fa ancora strano pronunciarla davanti al monegasco.
Lui sorride e si avvicina per baciarmi ma subito si blocca.
"Posso... o mi respingi da capo?" chiede sorridendo.
Io alzo gli occhi e rido, facendo scontare le nostre labbra.
"Lo sai di cosa ho voglia?"dice mentre continuiamo a far danzare le nostre lingue.
"Ho voglia di andar oltre" sussurra.
Io sorrido e inizio a muovermi lentamente col bacino, sentendo il suo amichetto che aspetta di collaborare.
"Fa caldo qua, che dici di sbarazzarci di qualche oggetto così rendiamo la stanza più fresca?"gli dico leccandogli il lobo dell'orecchio.
Lui sorride e con le sue possenti mani inizia a spostarmi sopra di lui, baciandomi il collo.
Arriva ai seni e, guardarmi, gli do il consenso di togliermi gli indumenti.
In poco tempo rimango con il reggiseno e gli slip, lui con i suoi boxer neri.
Mentre mi bacia, arriva alla zip del reggiseno, slacciandola e buttando l'indumento per terra.
Automaticamente, mi copro i seni con le braccia, prima che lui mi potesse vedere.
Perchè continuo a farlo?
Lui mi guarda e mi accarezza il viso.
"Beauté, non devi vergognarti, sei bellissima" mi rassicura, e dopo essermi rilassata, finalmente slego le braccia dal mio corpo, rivelandogli una delle mie insicurezze.
Sorride e inizia a baciarmi entrambi i seni, facendomi emettere qualche piccolo gemito.
Perchè non mi sto divertendo?Perchè sento brividi ovunque e sono rigida?
Continua a baciarmi fino ad arrivare ai bottoni dei miei pantaloni.
Non adesso.
Inverto i ruoli e faccio la stessa identica cosa che ha fatto il monegasco.
Il momento però viene interrotto da una chiamata proveniente dal suo telefono.
"Si, adesso arrivo, grazie per la telefonata" posa il telefono sul mio letto e sbuffa.
"Mi hanno chiamato, devo andare ad allenarmi al simulatore" dice con un tono stizzito.
Io sorrido e lo bacio, facendo sfiorare i nostri nasi.
"Tranquillo, magari continueremo più in là" gli dico accarezzandogli il viso.
Devo sorridere fin quando non se ne va.
Lui mi bacia e restiamo altri 5 minuti così.
"Ti è piaciuto, vero?" mi chiede impaurito mentre si riveste.
Non farti prendere dal panico da capo.
"Si, certo"esclamo sorridendogli.
"Ci vediamo presto, beauté"mi saluta lasciandomi un bacio a stampo sulle labbra.
Corro verso il balcone e rimango lì fin quando entra in una macchina che, molto probabilmente, lo porterà a Maranello.
Corro in bagno, mi accovaccio a terra e inizio a piangere.
Sono una bastarda.
Stringo i capelli con le mani per provare a diminuire il dolore.
Perchè ho paura che anche Charles possa essere come quello stronzo?
Quanto ancora continuerò ad aver paura e a fingere di star bene, continuando a vedere la sua presenza in questi momenti?
Non posso continuare così, soprattutto ora che ho un lavoro e forse un futuro compagno.
Devo andar oltre e chiudere il prima possibile questo trauma.

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Vitesse//C.L16
Fanfiction".. Aspetta,come si dice in francese velocità?" "Vitesse,beauté." sᴛᴀʀᴛ:06/03/2023 🥇 in #charlottesinè 16/06/2023 🥇in #lewishamilton 26/07/2023 🥈in #maxverstappen 2/09/2023 🥉in #formula1 16/11/2023