7-VII storia delle storie

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-di ricordi e di mancanze



:-e con questo abbiamo finito!-: esclamò Valka esausta, posando per terra anche l'ultimo sacco di fieno di quella lunga giornata. Il sole splendeva alto in quella mattinata, illuminava i verdi campi e il recinto delle pecore dove lei aveva terminato di sistemare il mangime per le capre; le capanne di Berk si scorgevano lontane, il sentiero roccioso conduceva direttamente alla pizza dove aveva fatto carico con un esile carretto di legno.

Suo figlio Hiccup, che l'aveva aiutata in quella piccola impresa, si avvicinò lentamente trascinando sulle robuste spalle il sacco di aiuta pieno, prima di scaricarlo per terra con forza, accanto a quello della madre.

:-fiù! Ce l'abbiamo fatta-: esclamò ansimando; si passò una mano sulla fronte asciugando il sudore che gli scendeva lentamente, prese una boccata di aria fresca e scosse i lunghi capelli marroni. Valka rimase ad osservarlo rapito e si stupì nel pensare quanto fosse orgoglioso di lui: aveva perso anni della vita di Hiccup, l'aveva lasciato quando aveva soltanto un mese e poi si era ritrovata difronte ad un uomo. Hiccup era un grande vichingo, valoroso e premuroso, dedito al suo popolo, un bravo compagno d'armi, un bravo amico, era saggio, sveglio, rispettabile, amico dei draghi e Valka si era persa tutta la strada che lui aveva fatto fino ad arrivare a quel punto.

Erano tanti i giorni in cui si sentiva in colpa di questo, tante le volte in cui si chiedeva cosa sarebbe accaduto se le cose fossero andate diversamente, se non avesse abbandonato lui e Stoick, se non avesse mai lasciato Berk, se fosse tornata da loro... Hiccup aveva ventidue anni, era cresciuto, non era più il piccolo bambino che la sua mente aveva tanto immaginato, era diventato l'uomo che non avrebbe mai pensato di vedere.
Aveva amato suo figlio, l'amava e rimpiangeva di essersi persa tanto. Hiccup era cresciuto e lei non c'era stata, era diventato un ragazzo e lei non c'era stata, era diventato un uomo e lei non c'era stata.

:-cosa c'è?-: chiese ad un tratto il ragazzo divertito :-mi stai guardando in modo strano-: Valka lo osservò teneramente.

:-oh, nulla-: fece accarezzandogli delicatamente le guance :-solo...somigli tanto a tuo padre-: e l'aveva pensato tante volte: Stoick aveva fatto un lavoro magnifico con il ragazzo, l'aveva educato ad essere un bravo vichingo senza perdersi d'animo, senza perdere la speranza e il coraggio.
Valka rivedeva in lui ogni cosa: la sua perseveranza, la sua energia, il suo animo forte, il suo coraggio... Rivedeva ogni cosa in lui del marito defunto, del marito che aveva perso e che aveva amato, rivedeva tutto e si pentiva amaramente di non aver passato un secondo di più con lui, di non averlo baciato un'ultima volta, di non avergli detto addio. Avrebbe voluto avere più tempo.

Hiccup comunque s'irrigidì parecchio al suon di quel nome: suo padre era un argomento tabù, dalla sua morte, soltanto un anno prima, lui aveva perso tutto: la sua guida, il suo unico genitore, il suo punto di riferimento, un padre, un amico, qualcuno su cui poter sempre contare. Si era ritrovato a fare i conti con qualcosa più grande di lui, responsabilità, un villaggio a cui badare, una popolazione da portare avanti, una dinastia da espandere, tutto senza l'appoggio dell'unica persona che c'era sempre stata per lui.

Il ragazzo, dunque, abbassò il volto lasciando che i folti capelli marroni coprissero gli occhi lucidi, incurvò le spalle come a volersi proteggere e lasciò intendere alla madre che non voleva affrontare quell'argomento. Valka sospirò sconsolata: lei non era Stoick, non era stata brava con suo figlio, non l'aveva protetto, non l'aveva cresciuto, era stata una mancanza che l'aveva segnato nel profondo del cuore e non poteva aspettarsi che quella ferita guarisse in fretta.

Così si allontanò, tornando a concentrarsi sul fieno e sulle capre nei recinti, decisa più che mai ad abbandonare quell'argomento; ma, quando meno se l'aspettava, Hiccup sollevò la testa all'improvviso e le chiese :-come vi siete conosciuti?-: una miriade di ricordi le invasero improvvisamente la mente, tornò indietro di anni nelle vie dei ricordi più belli, scorse un sorriso, un bacio, un amore, sentì il suo cuore farsi vivo mentre, chiudendo gli occhi, rivedeva il loro primo incontro.

𝓓𝓻𝓪𝓰𝓸𝓷 𝓣𝓻𝓪𝓲𝓷𝓮𝓻||Storie di Cavalieri e di draghiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora