///

65 1 0
                                    













:-...il mondo non sarebbe mai stato pronto per i draghi, non li avrebbe mai conosciuti, ma i Berkiani invece sì -:

Il piccolo Daven rimase ad osservare meravigliato sua madre, le parole abbaglianti che ancora risuonavano nell'aria e nelle sua piccola testolina, riempita di storie mitiche di draghi feroci e cavalieri coraggiosi.

Là, seduto accanto al fuoco in una fredda notte d'inverno, tante domande gli invadevano la mente e la curiosità strabordava dai suoi occhi. Voleva saperne di più di questi draghi, voleva sentire altre storie, ascoltare altri racconti...e allora non disse una parola, lasciando che il silenzio invadesse l'aria accogliente della capanna.

Testa Bruta gli rivolse un dolce sorriso, poi si risollevò delicatamente dalla poltrona sulla quale era rimasta seduta per tutto quel tempo e si avviò in cucina per continuare a preparare la cena. Il piccolo vichingo parve risvegliarsi all'improvviso: si risollevò in fretta inciampando sui suoi piedi e corse dietro ai passi affrettati della madre.

:-ancora, ancora, ancora!!-: gridava sollevando le braccine al cielo :-mamma, voglio sentirne ancora!-: Bruta ridacchiò e poi gettò uno sguardo fuori dalla finestra: si era fatto buio, il sole era calato e con esso anche il tiepido calore del giorno, scomparso per lasciare spazio al buio e al freddo della notte. Suo marito sarebbe rientrato a breve e suo figlio, dopo una bella cena, sarebbe dovuto andare a letto: non aveva tempo per un'altra storia.
Si ricordava come era incominciata quella serata, come era riuscita a distrarre il piccolo dalla neve tanto attesa per concentrare la sua attenzione sui draghi.

Non rispose alle insistenti esclamazioni del piccolo e così Daven fu costretto a fare domande.
:-i draghi sono mai tornati?-:

:-credi che potrò mai cavalcarne uno?-:

:-erano enormi come raccontano i libri di fiabe?-:

:-il tuo drago si chiamava Rutto o Vomito? E perché tu e zio Tufo avete dato dei nomi così assurdi ai draghi?-:

:-posso avere un drago? Eh, mamma? Posso? Posso??-:

I suoi occhi sprizzavano gioia e felicità, erano persi nelle storie che gli aveva raccontato la madre, così allegri e spensierati da non riuscire a pensare ad altro; il bambino voleva sapere, era un vaso traboccante di interesse.

Bruta però non diede mai risposte alle sue domande, perché a sue spese aveva imparato che, a volte, era meglio vivere nei propri sogni, immaginare e sperare, che affrontare la triste e vera realtà: lei aveva conosciuto i draghi, li aveva lasciati andare e aveva fatto male; adesso voleva che suo figlio vivesse in un mondo dove potesse immaginarli i draghi, invece di sperare in un ritorno che non sarebbe mai avvenuto.

Si percepirono dei passi pesanti nel vialetto, le domande di Daven s'interruppero per un attimo, la porta si aprì cigolante e Moccicoso fece il suo ingresso in casa.

:-PAPÀ!!-: gli occhi del piccolo s'illuminarono, la sua voce squillante e gioiosa rimbombò per tutta la capanna silenziosa, corse contro le gambe del padre e le strinse nella sua piccola presa. Moccicoso lasciò cadere per terra la mazza che stringeva tra le mani e la pelliccia che gli copriva le spalle; mostrò un dolce sorriso al figlio prima di accarezzargli la testolina e farlo salire sulle sue possenti spalle larghe.

:-ehi, piccola peste!-: esclamò contento l'uomo facendo qualche energico giro su sé stesso. Daven rise divertito, strinse le lunghe e sottili corna dell'elmo del padre e divaricò le piccole gambe, una dolce risata addolcì l'aria della casa. :-hai fatto il bravo spero!-: commentò Moccicoso afferrando il figlio e stringendolo tra le sue braccia :-non avrai fatto impazzire tua madre-: gli lanciò uno sguardo di divertita ammonizione e di rimprovero, scrutando attentamente i suoi grandi occhioni luminosi.

𝓓𝓻𝓪𝓰𝓸𝓷 𝓣𝓻𝓪𝓲𝓷𝓮𝓻||Storie di Cavalieri e di draghiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora