𝓓𝓻𝓪𝓰𝓸𝓷 𝓣𝓻𝓪𝓲𝓷𝓮𝓻||Storie di Cavalieri e di draghi

29-XXIX storia delle storie

-di tensione e di felicità, di brama e di amore

Testa di Tufo era tornato ai mercati di Berk, in una ventosa mattinata di inizio inverno, quando il vento era troppo forte per poter volare e il sole era oscurato da grosse nubi.

Alla Riva avevano incominciato a smistare e conservare i viveri per l'arrivo dell'inverno, Tufo se l'era svignata dai suoi incarichi, quali pulire i grandi magazzini in legno e sgomberare tutta la paglia accumulata nell'estate, per recarsi a Berk.

Gambedipesce l'aveva beccato mentre stava volando via e lo stupore sul suo volto aveva fatto esitare il ragazzo. :-dove stai andando?-: aveva chiesto incuriosito :-qui abbiamo molto da fare! Dobbiamo sistemare le stalle, pulire i capannoni e...TESTA DI TUFO, DOVE DIAVOLO STAI ANDANDO!??-: Tufo aveva liquidato la questione e le mille domande dell'amico saltando in groppa al suo Bizippo e volando via.
La sua voce infuriata fu percepita anche a grande distanza, come un eco ripetuto, ma Tufo sapeva che Gambedipesce avrebbe mantenuto il segreto sulla sua fuga e non avrebbe detto nulla.

Nuovamente si era trovato a cavalcare verso Berk senza carichi pesanti, senza una scusa ben precisa e senza sua sorella: Rutto e Vomito sbandavano infastiditi, il vento nei loro occhi rendeva la rotta precipitosa e barcollante e il drago non riusciva a tenere l'equilibrio, ondeggiando svariate volte.

Quando iniziò a scorgere il villaggio davanti a sé e il porto affollato poté tirare un sospiro di sollievo. Rutto era riuscito a stabilire un equilibrio, mantenendo la rotta senza più sbandare, Vomito invece aveva avuto parecchie difficoltà, continuava a barcollare tra le raffiche di vento con insistenza senza riuscire a mantenere la rotta.

Le nubi nel cielo si erano addensate, non era una bella giornata, si stava preparando per una giornata di pioggia. Fu per quello che, quando arrivarono al porto, lo trovarono stranamente vuoto: poche barche erano approdate, non c'era un grande via vai di gente, il pontile era vuoto, le bancarelle ricolme di oggetti e cibo che nessuno avrebbe comprato.

L'atterraggio che Tufo ebbe sulla spiaggia fu rocambolesco: Rutto tenne su le zampe, Vomito, dal suo lato, incespicò nei suoi stessi piedi finendo di faccia nella sabbia e trascinando giù con sé gli altri due.

Il ragazzo si rimise in piedi in fretta, sputando sabbia e sistemandosi i vestiti sporchi: odiava volare senza sua sorella. Si risistemò l'elmo sulla testa e mentre Rutto e Vomito prendevano a saltellare allegramente sulla sabbia umida, lui si diresse lungo il pontile.

Conobbe pochi volti conosciuti, Dag il falegname che stava barattando un carico di legna con un po' di buon formaggio, Lar il Crudele che se ne stava chino su una bancarella della frutta, Mana interessata ad una particolare collezione di amuleti di ferro...

La vista di Tufo si aguzzò, sorvolò quelle poche teste che invadevano il pontile nella speranza di vedere i suoi capelli biondi, i suoi splendidi occhi grigi, le labbra carnose...lui stava cercando Svanna.

Le aveva detto che sarebbe tornato, era una stata una vana promessa, una vana illusione, ma lui era tornato davvero. Non sapeva quanto seriamente l'avesse preso la ragazza l'ultima volta che si erano visti, ma lui aveva sperato fino all'ultimo che in quel suo disperato tentativo di ritorno a Berk lei ci fosse stata.
Ad un tratto una punta di amarezza prese il sopravvento di lui, iniziando a notare che tra tutti quei volti il suo non c'era. Forse era giunto invano, forse era stato un viaggio inutile, privo di risparmi, forse doveva dar retta a Gambedipesce e restare la Riva a sistemare il capannone...

Ma perché si preoccupava di una cosa simile? Perché si preoccupava di una ragazza che aveva visto soltanto una volta? Cosa si aspettava? Che tornasse? Che restasse?