26-XXVI storia delle storie

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-di inizi e di fini



Hiccup aveva iniziato ad amare Astrid nel momento stesso in cui aveva finito di cercare di capirla, perché una ragazza come Astrid non poteva essere compresa. Era sempre stata una bambina molto perspicace e coraggiosa, fin da quando l'aveva conosciuta, fin da piccola, aveva lanciato una breccia nel cuore del ragazzo che l'aveva colpito in pieno, con i suoi grandi occhioni azzurri e i capelli biondi come la seta, l'animo ribelle e il portamento elegante.

Ma Hiccup era appena un bambino, cosa poteva mai saperne lui di amore?? Non aveva capito cosa fosse l'amore a ventidue anni e non si aspettava dicerto di saperlo a otto; non sapeva cosa fosse l'amore, non l'aveva capito e aveva provato a capire Astrid.

Ma lei era una ragazza dall'animo mutevole, troppo cangiante per essere seguito o compreso: Astrid era desiderosa, passionale, forte, impulsiva, testarda e combattente, era una ragazza che ogni mattino si alzava e osservava il mondo con occhi diversi, il suo animo buono e coraggioso l'aveva fatta amare dal popolo di Berk, ma nessuno sarebbe mai stato in grado di capirla.

:-non mi piace stare in spazi angusti e chiusi-: gli ripeteva in continuazione :-io voglio essere libera-: ma libera come? Hiccup aveva paragonato la sua libertà a quella che si da ad un drago: volare libero nel cielo, mangiare pesce e dormire. Era un tipo strano di libertà, una libertà che non apparteneva agli umani e neanche ad Astrid ma i draghi erano le uniche creature con cui Hiccup era in grado di famigliarizzare.
Aveva sempre pensato che fosse tutto più facile con i draghi, ogni cosa, ogni regola cambiava, ogni comportamento era diverso, gli esseri umani erano troppo complicati, Astrid lo era, i draghi no.

:-non tutti si posso trattare con del pesce e un paio di grattate sotto al collo-: lo rimproverava spesso la ragazza, perché il suo modo di risolvere i problemi era uguale a quello in cui cercava di famigliarizzare con i draghi.

Hiccup gli capiva i draghi, Astrid no.

Aveva così cominciato a pensare che la ragazza avesse bisogno di maggiori attenzioni, quando vedeva che il suo umore era giù, che non era in vena di parlare, che qualcosa non andava, pensava che un bel regalo e un paio di attenzioni in più l'avrebbero aiutata, come tutte le ragazze. Ma Astrid non era "tutte le ragazze".

Hiccup avrebbe dovuto saperlo, avrebbe dovuto sapere che una collana non aggiusta le cose e nemmeno un mazzo di fiori. Quando provò a regalarne uno ad Astrid dopo una sconfitta alla corsa dei draghi lei gli gettò a terra e gli calpestò senza pietà. Non aveva detto una parola, ma quello era un chiaro segno di "non me ne faccio nulla dei tuoi fiori!".

Eppure Hiccup aveva sempre pensato che alle ragazze piacessero i fiori, era così che Skaracchio faceva pace con sua moglie, ma forse con Astrid non funzionava perché Astrid non era sua moglie.

L'idea del matrimonio gli era balzata molte volte in mente, pensava che magari con un anello al dito la ragazza sarebbe stata più contenta, voleva capire come aggiustare la situazione. Ma una proposta era un grande passo che forse nemmeno Hiccup era pronto a fare, era troppo giovane ancora.

Così aveva incominciato a farla ridere con battute divertenti, poi aveva smesso.Le aveva comprato tanti gioielli, ma non aveva funzionato. Aveva provato a scriverle delle poesie ma lui non era un poeta. Si basava tutto su quello, giochi di inizi e fini. Ad Astrid sembrava non bastare mai.

:-le donne devi saperle trattare, mio caro Hiccup!-: gli ripeteva in continuazione Moccicoso :-tu sei un po' una schiappa, ma per fortuna io sono un maestro in certe cose!-:
Non si era fidato dei consigli che gli aveva dato Moccicoso, perché credeva che fare l'arrogante con Astrid non avrebbe sistemato le cose, ma su una cosa aveva ragione: lui era una schiappa.

𝓓𝓻𝓪𝓰𝓸𝓷 𝓣𝓻𝓪𝓲𝓷𝓮𝓻||Storie di Cavalieri e di draghiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora